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Così le Tlc del Vecchio continente spingono su Bruxelles per il “contributo equo e proporzionato”

Tlc

Le associazioni Tlc  dei 27 ” chiedono ai policy maker europei di promuovere un intervento tempestivo, che impegni le big tech a contribuire in modo equo alla crescita dell’ecosistema Internet dell’UE, soprattutto in un contesto di continuo aumento del traffico dati”

“Sosteniamo con forza la Dichiarazione dell’UE sui diritti e i principi digitali per il Decennio digitale, che chiede di istituire una cornice volta a garantire un “contributo equo e proporzionato” di tutti gli attori”. A dirlo in coro le associazioni nazionali e dell’UE AOMR (RO), APMS (CZ), AssoTelecomunicazioni (IT), ATI (BG), DigitalES (SP), ETNO (EU), Fédération Française des Télécoms (FR) e GSMA Europe (EU) .

Le associazioni che rappresentano le imprese che portano la connettività digitale ultraveloce ai cittadini europei, in tutti gli Stati membri hanno difatti firmato una dichiarazione congiunta: “Siamo orgogliosi dell’ecosistema Internet dell’Unione Europea, della vivace comunità di imprese ICT che lo popolano e dell’impegno che le piccole e grandi imprese di telecomunicazioni impiegano ogni giorno per raggiungere ogni famiglia europea dei 27 Stati membri”.

“Ci dedichiamo instancabilmente – si legge – al raggiungimento degli ambiziosi obiettivi del Decennio Digitale dell’UE, che comprendono la diffusione di “connettività gigabit per tutti e 5G ovunque entro il 2030″. Inoltre, le nostre imprese associate stanno lavorando proattivamente agli obiettivi del Green Deal comunitario, che richiedono la piena digitalizzazione per raggiungere il target della neutralità carbonica. Questi obiettivi – spiegano – sono essenziali per far crescere le nostre società, stimolare le nostre economie nazionali e sostenere la doppia transizione verde- digitale.
Gli operatori di telecomunicazioni europei sono fermamente impegnati a raggiungere tali obiettivi, ma il loro pieno e rapido conseguimento in tutti i 27 Stati membri richiede che la responsabilità sia condivisa collettivamente dall’intero ecosistema digitale”.

 

Secondo AOMR, APMS, AssoTelecomunicazioni, ATI, DigitalES , ETNO, Fédération Française des Télécoms e GSMA Europe “la scelta di aprire un dibattito pubblico lanciato dalla Vicepresidente esecutiva Vestager e dal Commissario Breton nel maggio 2022, per favorire una discussione franca sul reale ed equo contributo da parte di tutti i player, allo sviluppo delle infrastrutture di rete digitali” è da sostenere e incoraggiare.

“Le nostre associazioni chiedono ai policy maker europei di promuovere un intervento tempestivo, che impegni le big tech a contribuire in modo equo alla crescita dell’ecosistema Internet dell’UE, soprattutto in un contesto di continuo aumento del traffico dati”.

“Tutti gli operatori di rete europei che investono in reti gigabit – senza differenze tra alternative o tradizionali, piccole o grandi – dovrebbero poter contare su un contributo equo e proporzionato da parte delle big tech ai costi di rete che generano con il loro traffico”, è l’istanza delle associazioni delle Tlc.

“Questa decisione può e deve essere realizzata nel pieno rispetto dei principi europei di apertura della rete internet. Crediamo che sia necessario agire con una scelta vantaggiosa prioritariamente per gli utenti, attraverso l’aggiornamento della rete, che rafforzi l’infrastruttura di Internet e che sia pienamente compatibile con l’accesso illimitato a tutti i contenuti e le applicazioni consentite. Invitiamo – concludono le rappresentanti del mondo europeo delle Tlc –  i ministri e i responsabili politici dell’Unione Europea a sostenere e portare avanti il principio del “contributo equo e proporzionato” e riteniamo che sarà determinante per sostenere e far crescere l’ecosistema Internet dell’UE”.

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