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Covid-19, la risposta della Nato alla pandemia

Nato

Supporto logistico e mantenimento delle capacità operative di difesa hanno caratterizzato il ruolo della Nato nella “battaglia” contro la Covid-19. Il contributo della Germania e il fattore Russia. L’articolo di Stefano Marras per Caffegeopolitico

Criticata inizialmente per non aver reagito abbastanza velocemente, la NATO ha in seguito svolto un importante ruolo nel contrasto alla pandemia di Covid-19 all’interno dei Paesi membri, mostrando in questo modo capacità di intervento anche in casi di emergenza civile. D’altronde, come affermato dal Segretario Generale dell’Alleanza, Jens Stoltenberg, “la NATO è stata creata per fronteggiare le crisi, in modo tale che possiamo aiutare, e la nostra alleanza sta facendo la sua parte”. Tale aiuto si è concretizzato principalmente tramite l’attivazione dell’Euro Atlantic Disaster Response Coordination Centre (EADRCC), un’agenzia istituita nel 1998 per la gestione di emergenze civili, la quale ha svolto l’importante ruolo di coordinamento nell’acquisizione e la spedizione di materiale medico ai Paesi richiedenti. Le operazioni sono state rese possibili tramite l’utilizzo di aerei da trasporto pesante, quali i Boeing C-17 Globemaster III e gli Antonov An-124 Ruslan, operanti rispettivamente per mezzo della Strategic Airlift Capability (SAC) e la Strategic Airflift Solution (SALIS) della NATO.

SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALE TRA ALLEATI

Tramite l’EADRCC, la NATO ha dunque svolto un importante ruolo nell’organizzazione e spedizione di materiale medico sia tra Paesi membri che con terze nazioni. Non possedendo riserve proprie, l’Alleanza Atlantica ha dovuto infatti fare affidamento sulle capacità materiali e la generosità dei singoli Stati, i quali hanno inviato tonnellate di attrezzatura sanitaria, quali mascherine, ventilatori e test per la diagnostica. Al 30 aprile, 13 nazioni, inclusi alcuni Paesi partner della NATO, hanno fatto richiesta di assistenza all’EADRCC, ricevendo sostanziali aiuti da parte di vari alleati, quali Stati Uniti, Turchia, Slovacchia, Paesi Bassi, Polonia, Estonia, Repubblica Ceca e soprattutto Germania. Berlino infatti, anche se inizialmente pesantemente criticata per aver imposto un bando sull’export delle mascherine, mentre altri Paesi quali Cina e Russia si prodigavano nel decantare i propri aiuti, successivamente non solo ha rivisto la sua posizione inviando tonnellate di materiale medico, ma si è anche presa carico, logisticamente e finanziariamente, della cura di 229 pazienti di altri Paesi europei, trasportati tramite i mezzi della Bundeswehr. Tra le nazioni beneficiarie di tali aiuti, oltre a Spagna e Italia, duramente colpite dalla Covid-19, ci sono anche Ucraina, Montenegro, Albania, Repubblica della Macedonia del Nord, Moldova, Bosnia ed Erzegovina, Georgia, Colombia, Slovenia, Afghanistan e Mongolia.

ESERCITAZIONI MILITARI E PRONTEZZA OPERATIVA

Tuttavia, nonostante la crisi sanitaria causata dalla Covid-19, la NATO ha espresso chiaramente come tale circostanza non abbia compromesso in alcun modo la sua prontezza operativa e la capacità di difesa militare. Il Segretario Generale, infatti, ha affermato che l’obiettivo della NATO sia quello di fare in modo che “questa crisi sanitaria non diventi una crisi di sicurezza”. In particolare, Stoltenberg si è rivolto alla Russia, nemico per antonomasia dell’Alleanza Atlantica e accusata di una campagna di disinformazione contro la stessa NATO. Da qui, l’impegno dei Paesi membri nella riaffermazione del proprio ruolo di deterrenza, nonché il proseguimento delle missioni militari attualmente in corso. Ad aprile due cacciatorpediniere americane della Sesta Flotta sono entrate nel Mar Nero e nel Mar Baltico per rafforzare il supporto a Ucraina e Georgia, mentre recentemente vari velivoli russi sono stati intercettati in prossimità dello spazio aereo NATO. Anche la missione di supporto in Afghanistan, così come l’esercitazione militare Defender Europe 20 a guida statunitense, nonostante una riduzione del personale e dei mezzi militari, sono proseguite come previsto.

 

Articolo pubblicato su ilcaffegeopolitico.net

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