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Covid, cosa sappiamo sulla variante francese

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L’allarme al momento è tutto mediatico. Focolai in cui il Coronavirus pare correre più veloce che altrove fanno ipotizzare una variante francese del Covid

Un nuovo spettro si aggira per l’Europa. È la variante francese del Covid. E preoccupa più di quella inglese, soprattutto l’Italia, dato che la vicinanza geografica dei focolai potrebbe esporci più facilmente al rischio di insorgenza di casi maggiormente virulenti.

COSA SAPPIAMO SULLA VARIANTE FRANCESE DEL COVID

Al momento niente di scientifico. La stampa locale parla di “fiammate” locali di contagi che esplodono in modo esponenziale in alcune zone della Francia. Fatto, questo, che sta alimentando la paura di una nuova variante sconosciuta del Coronavirus, più contagiosa di quelle osservate finora nel Paese. Nell’ospedale di Compiègne, a nord di Parigi, sono 160 i pazienti contagiati e la cosiddetta variante inglese, subito sospettata, è stata esclusa dalle analisi. Analogo fenomeno è stato registrato nel sud-ovest, nel centro e nell’est dove in diversi ospedali si registra una media di contagi molto più alta di quella nazionale.

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Potrebbe esserci proprio la variante francese del Covid dietro agli ultimi dati sull’epidemia, in leggero miglioramento anche se sempre molto preoccupanti. Nella giornata di ieri la Francia ha registrato 22.848 nuovi contagi da Coronavirus nelle ultime 24 ore, in calo rispetto ai 26.784 di ieri. Le persone in terapia intensiva sono 2.876, i morti 346. Per fare un raffronto, in Italia ieri ci sono stati 14.078 nuovi infetti, per un totale dall’inizio dell’emergenza di 2.422.728. L’incremento delle vittime, comunque, è più alto che in Francia: 521, che porta il numero complessivo a 84.202.

TENIAMO IN CONSIDERAZIONE I SUGGERIMENTI DELL’OMS

Urge qui ricordare comunque i suggerimenti arrivati dall’Organizzazione mondiale della Sanità. «Siamo tutti confusi dai diversi nomi delle varianti», ha dovuto ammettere Maria Van Kerkhove, coordinatrice del gruppo tecnico Covid-19 dell’Organizzazione mondiale della Sanità durante un incontro avvenuto lo scorso 12 gennaio e di cui viene fatta menzione su Nature finalizzato proprio per evitare altra confusione sulle sigle che continuano a cambiare a seconda delle banche dati in cui sono classificati i nuovi ceppi adottare criteri più omogenei.

QUANTE VARIANTI DI COVID CONOSCIAMO?

Soltanto la variante inglese del Covid-19 risponde oggi ad almeno quatto nomi: Variant Under Investigation 202012/01 (abbreviato VUI 202012/01) poi cambiato in Variant of Concern 202012/01 (o VOC 202012/01) mentre per alcuni è B.1.1.7 e per altri 20I/501Y.V1. Ma arriva a sei se si considerano i media, che universalmente la chiamano variante inglese, mentre quelli inglesi l’hanno battezzata “variante del Kent”. Anche la variante sudamericana e le due sudafricane risponderebbero a una pluralità di sigle su cui c’è disaccordo. «Serve un sistema più semplice per chiamare le varianti preoccupanti», ha detto  Oliver Pybus, dell’Università di Oxford, che ha lavorato al sistema di nomenclatura che descrive la relazione tra i vari rami del virus SarsCov2 e i loro discendenti evolutivi, lo stesso che ha portato al nome B.1.1.7.

IL PIANO VACCINALE FRANCESE

Il governo francese sarà promette intanto di vaccinare 70 milioni di persone – numero più alto di quello della popolazione stessa – entro la fine di agosto, “se tutti i vaccini ordinati saranno autorizzati dalle autorità sanitarie europee e mondiali”: lo ha assicurato questa sera il ministro della Salute, Olivier Véran. Il ministro ha precisato che “probabilmente fra 1,3 e 1,4 milioni” di persone saranno vaccinate a fine gennaio, più del milione inizialmente annunciato.

Il numero dei vaccinati salirà poi – ha continuato – a “4 milioni a fine febbraio, 9 milioni a marzo, 20 milioni ad aprile, 30 milioni a fine maggio, 43 milioni a fine giugno, 57 milioni alla fine luglio e 70 milioni, la totalità della popolazione francese, entro fine agosto”. “Siamo esattamente nella stessa situazione dei nostri vicini tedeschi, italiani, spagnoli – ha detto Véran – sarebbe ovviamente una notizia formidabile se tutti i vaccini fossero efficaci e noi potessimo proteggere l’intera popolazione in meno di 6 mesi”.

ANCORA ALLE PRESE CON MASCHERINE FAI-DA-TE

La Francia, partita malissimo col piano vaccinale, promette faville, ma intanto è ancora impelagata con la diffusione delle mascherine artigianali che, lo sappiamo fin troppo bene, non proteggono affatto dal Covid-19. “L’HCSP (il Consiglio superiore per la salute pubblica ndR) raccomanda ai francesi, e questa è la raccomandazione che faccio anche io, di non usare più la mascherina fatta in casa, e chiede anche di evitare le maschere in tessuto industriale meno filtranti”, ha raccomandato Véran.

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