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Covid, la variante sudafricana immune al vaccino? Lo teme Londra

Variante Sudafricana Sanità Gender Gap

Secondo il ministro alla Salute Hancock non ci sarebbero certezze che i vaccini a nostra disposizione proteggano anche dal nuovo ceppo, già presente sull’isola

Il Regno Unito ha cominciato questa mattina a somministrare le prime dosi del vaccino Oxford-AstraZeneca. Aperti circa 700 centri per le vaccinazioni anti-Covid ma il governo, per bocca del ministro della Sanità britannico, Matt Hancock, promette di arrivare a oltre 1.000 entro la fine di questa prima settimana. Non ci sono però gli attesi toni trionfalistici: proprio dall’Inghilterra filtra infatti il timore che la variante sudafricana possa rappresentare una incognita per il vaccino. Se prendesse insomma piede e i timori di Hancock fossero confermati, gran parte del lavoro svolto per rispondere alla minaccia del virus risulterebbe inutile. Ma andiamo con ordine.

PERCHÉ LA VARIANTE SUDAFRICANA PREOCCUPA

Stamani, il ministro alla Salute Matt Hancock, durante un’intervista radiofonica, si è detto “incredibilmente preoccupato” per le incognite legate alla variante sudafricana del Covid-19. Secondo quanto riporta il canale britannico Itv le ragioni di tale preoccupazione risiederebbero nel fatto che “i consulenti scientifici, mentre sono fiduciosi sull’efficacia dei vaccini” sulla cosiddetta ‘variante inglese’ del Coronavirus, responsabile dell’ultima impennata di contagi, “non lo sono altrettanto” rispetto al ceppo sudafricano (già presente sull’isola e rilevato per ultimo). Il professor John Bell, medico all’Università di Oxford, evoca espressamente al momento “un grande punto interrogativo” al riguardo.

LA VARIANTE INGLESE ALMENO IN 36 PAESI

Non si è nemmeno più certi che la variante inglese del Covid-19 sia una mutazione avvenuta sull’isola. La forma di Coronavirus più insidiosa in quanto maggiormente contagiosa conosciuta anche come ‘B.1.1.7’, è stata rilevata finora in almeno 36 Paesi. È quanto emerge da un report della Cnn che sta vagliando e catalogando i dati raccolti in tutto il mondo. Casi del Coronavirus britannico sono già documentati in: Australia, Giamaica, Nuova Zelanda, Belgio, Giappone, Paesi Bassi, Brasile, Giordania, Pakistan, Canada, India, Portogallo, Cile, Irlanda, Singapore, Cina, Islanda, Spagna, Corea del Sud, Israele, Svezia, Danimarca, Svizzera, Emirati, Arabi Uniti, Libano, Thailandia, Finlandia, Lussemburgo, Turchia, Francia, Malta, Usa, Germania, Norvegia e Vietnam. Com’è noto, nelle passate settimane diversi casi di Covid britannico erano stati segnalati pure nel nostro Paese.

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