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Da Gheddafi a Netanyahu: tutti i leader finiti nel mirino dell’Aja

Israele

Il Tribunale internazionale dell’Aja, costituito nel 1998 con lo Statuto di Roma è riconosciuto da 120 Stati, tra questi non ci sono Israele e Usa, territori ai quali non si estende la sua giurisdizione 

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu è ufficialmente un ricercato internazionale. La Corte penale internazionale dell’Aja ha emesso mandati d’arresto contro il premier israeliano e l’ex ministro della difesa Yoav Gallant per conto dello “stato di Palestina” governato da Hamas, “una delle organizzazioni terroristiche più odiose del mondo”, come la definisce “Il Foglio”. I due politici israeliani sono accusati di crimini contro l’umanità e crimini di guerra commessi all’interno della Striscia di Gaza tra l’8 ottobre 2023 e il 20 maggio 2024.

IL TRIBUNALE DELL’AJA EMETTE SENTENZE MA NON HA FORZE DI POLIZIA

Sebbene l’Aja abbia spiccato il suo mandato d’arresto la Corte penale internazionale non dispone di proprie forze di polizia e si avvale della collaborazione degli stati che hanno sottoscritto, lo Statuto di Roma, cioè il trattato che nel 1998 ha istituito la Corte penale internazionale. Sono 120 gli Stati firmatari, Israele e gli Stati Uniti non sono tra questi, al contrario dei paesi membri dell’Ue. Quindi, nessun gendarme stanotte busserà alle loro porte per prelevarli e trascinarli in cella.

I PROCESSI ALLA STORIA: LE SENTENZE NEI CONFRONTI DEGLI SCONFITTI

La decisione della Corte penale internazionale appare, quindi, un gesto simbolico, di testimonianza e vicinanza nei confronti delle popolazioni da mesi sotto i bombardamenti israeliani. In passato anche altri leader, nell’ambito di conflitti, sono stati accusati di crimini di guerra e contro l’umanità. Le sanzioni, se sono arrivate, sono divenute palesi solo a guerra persa. A testimoniare che provvedimenti di questo tipo sono validi solo nei confronti degli sconfitti e mai dei vincitori.

TRIBUNALE DELL’AJA: I CAPI DI IMPUTAZIONE CONTRO VLADIMIR PUTIN

L’ultimo in ordine cronologico è il presidente russo Vladimir Putin, accusato di aver autorizzato, nel marzo del 2023, “deportazione illegale” di bambini dalle zone occupate dell’Ucraina alla Russia, insieme alla commissaria per i diritti dei bambini del Cremlino, Maria Alekseyevna Lvova-Belova. La Corte penale internazionale ha messo nel suo mirino anche l’ex ministro della Difesa Sergei Shoigu e l’attuale capo di stato maggiore Valery Gerasimov, per entrambi l’accusa è di aver condotto ripetuti attacchi alle infrastrutture energetiche ucraine.

LE ACCUSE A MUAMMAR GHEDDAFI

Non è riuscita a produrre effetti la sentenza con la quale la Corte dell’Aja aveva accusato di crimini contro l’umanità l’ex leader libico Muammar Gheddafi, il rais venne catturato e giustiziato prima di poter subire un processo. Un provvedimento simile fu emesso anche per suo figlio Seif al Islam e per il capo dei servizi segreti Abdellah Senussi.

I LEADER AFRICANI CONDANNATI DALLA CORTE PENALE INTERNAZIONALE

Sono diversi i leader africani ai quali si sono interessati i giudici del Tribunale dell’Aja. Nel 2008 l’ex presidente sudanese Omar al Bashir fu accusato di essere responsabile di genocidio e crimini contro l’umanità e della guerra in Darfur cominciata nel 2003. Il signore della guerra in Uganda Joseph Kony dovrebbe rispondere di ben 36 capi d’imputazione tra cui omicidio, stupro, utilizzo di bambini-soldato, schiavitù sessuale e matrimoni forzati. Il suo mandato d’arresto è stato spiccato nel 2005, dopo 16 anni è ancora ricercato.

Nel 2016 è stato il turno dell’ex vicepresidente del Congo, Jean-Pierre Bemba, condannato per assassinio, stupro e saccheggio. Crimini commessi nella Repubblica Centrafricana nel 2002 e 2003 da truppe comandate proprio da Bemba. Nel 2021 Laurent Gbagbo, ex presidente della Costa d’Avorio, è stato processato dall’Aja per crimini contro l’umanità e poi assolto in appello.

DALLA BIRMANIA AL VENEZUELA: LE INDAGINI DEL TRIBUNALE DELL’AJA

L’Aja, infine, ha indagini in corso per crimini contro la minoranza musulmana dei Rohingya in Birmania e per su presunti crimini contro l’umanità commessi dal governo del presidente venezuelano Nicolas Maduro.

DA NORIMBERGA A MILOSEVIC: QUANDO I TRIBUNALI SONO COSTITUITI AD HOC

Il caso storico più eclatante di processi a leader di governi, esponenti politici, industriali e giornalisti è il processo di Norimberga. Il Tribunale Militare Internazionale, creato ad hoc alla fine della guerra (ma la sua istituzione venne programmata almeno nel 1942) portò alla sbarra i nazisti e fiancheggiatori del regime nazista. Alcuni di loro avevano avallato o commesso atrocità attuando il programma di governo, seguendo regole e norme della Germania nazista, uno Stato allora riconosciuto dalla comunità internazionale ma che era uscito sconfitto dalla Seconda guerra mondiale. Altri avevano collaborato alla propaganda nazista, come Hans Fritzsche processato in luogo di Goebbles, morto suicida.

Un caso simile è quello di Slobodan Milosevic, ex presidente serbo arrestato nel 2001, accusato e processato per crimini di guerra, genocidio e crimini contro l’umanità dal Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia. Milosevic non fu mai punito perché morì, di morte naturale, in carcere all’Aja nel 2006, prima che il processo potesse concludersi. 

Leggi anche: Perché la Cpi ha emesso mandati di arresto per Netanyahu e Gallant. Ecco le accuse

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