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Davos: chi sono i “Paperoni” che chiedono di essere tassati di più

Davos Super Ricchi

A Davos i super ricchi chiedono di essere tassati maggiormente per contribuire alla creazione di un mondo più giusto

“Se i rappresentanti eletti delle principali economie mondiali non adottano misure per affrontare il drammatico aumento della disuguaglianza economica, le conseguenze continueranno ad essere catastrofiche per la società”. Queste parole non arrivano dal discorso di un leader socialista ma sono parte dell’incipit del manifesto con cui i miliardari più ricchi della terra chiedono, incredibilmente, di essere tassati.

DAVOS SI APRE CON IL REPORT OXFAM: L’1% DELLA POPOLAZIONE POSSIEDE IL 59% DEI TITOLI FINANZIARI

La proposta, che può ricordare un passaggio di alcuni racconti distopici, arriva dalla 54esima edizione del World Economic Forum di Davos, il meeting annuale che vede la partecipazione di 2.800 leader mondiali provenienti da 120 Paesi, fra cui circa 60 capi di Stato o di governo. C’è da dire che non è la prima volta, già negli anni scorsi avevamo assistito ad appelli analoghi.  Il vertice si è aperto con la diffusione del rapporto Oxfam sulle diseguaglianze globali, che dopo la pandemia da Covid 19 sono aumentate esponenzialmente. Basti pensare che l’1% più ricco del mondo possiede il 59% di tutti i titoli finanziari. Inoltre, i cinque uomini più ricchi del pianeta, Elon Musk (amministratore delegato di Tesla e patron di X), il fondatore di Oracle Larry Ellison, Warren Buffett, uomo d’affari e esperto di investimenti, il fondatore di Amazon Jeff Bezos e Bernard Arnault e la sua famiglia proprietari dell’azienda di lusso LVMH, hanno registrato un aumento del 114% dei loro patrimoni dal 2020.

DAVOS: “LA DISUGUAGLIANZA HA RAGGIUNTO UN PUNTO CRITICO”

La lettera prende atto della situazione critica che stiamo vivendo e del solco, sempre più profondo, che si sta scavando tra i più ricchi e i più poveri nel mondo. “La nostra spinta verso tasse più giuste non è radicale. Si tratta piuttosto di una richiesta di ritorno alla normalità basata su una valutazione ponderata delle attuali condizioni economiche. Siamo le persone che investono in startup, modellano i mercati azionari, fanno crescere le imprese e promuovono una crescita economica sostenibile – scrivono i super ricchi -. Siamo anche le persone che beneficiano maggiormente dello status quo. Ma la disuguaglianza ha raggiunto un punto critico e il suo costo per la nostra stabilità economica, sociale ed ecologica è grave e cresce ogni giorno. In breve, abbiamo bisogno di agire adesso”.

LA TENUTA DEL SISTEMA CAPISTALISTICO

Insomma, il sistema capitalistico che dal dopoguerra ad oggi ha permesso all’Occidente di prosperare, si è basato su una robusta classe media capace di consumare e permettere al sistema di auto alimentarsi. La creazione di enormi agglomerati economici transnazionali, con bilanci, per dimensione e capacità di spesa, paragonabili a quelli statali sta stravolgendo la composizione delle nostre società. Da un lato il numero dei fragili aumenta, inglobando i livelli più bassi della classe media che si assottiglia sempre di più, dall’altro i super ricchi diventano sempre più ricchi ma rischiano di ritrovarsi senza una solida base alla quale, banalmente, vendere i propri prodotti.

DAVOS: TUTTE LE PROPOSTE DEI SUPER RICCHI 

Nel manifesto i membri più ricchi della società chiedono di “essere tassati di più” ma non solo, “crediamo di dover essere tassati di più”. I “super ricchi” chiedono di:

  • “affrontare la disuguaglianza estrema”;
  • “contribuire a ridurre il costo della vita dei lavoratori”;
  • “pagare di più per educare meglio la prossima generazione”;
  • “pagare di più per sistemi sanitari resilienti”;
  • “pagare di più per infrastrutture migliori”;
  • “pagare di più per una transizione verde”;
  • “pagare più tasse sulla nostra estrema ricchezza”.

CHI SONO I SUPER RICCHI CHE A DAVOS HANNO DETTO CHE VOGLIONO ESSERE TASSATI

Consapevoli che la tenuta del sistema chiede a tutti di fare la propria parte 250, tra le persone più ricche della terra, hanno deciso di sottoscrivere un appello invitato i governi a mettere le mani nelle loro tasche. I firmatari arrivano da 17 diversi paesi. Tra questi ci sono eredi di prestigiosi gruppi industriali come Abigail Disney, erede della Disney, Gary Stevenson, Ise Bosch, nipote del fondatore del grande gruppo tedesco, il finanziere Leonard (Len) Goldman, Valerie Rockefeller, erede della dinastia statunitense, Caius Pawson, figlio del celebre architetto John Pawson e Mary Ford, erede della celeberrima casa automobilistica statunitense.

Ma ci sono anche i “nuovi ricchi” come il trader Gary Stevenson che nel 2011 è diventato il più redditizio di Citibank prevedendo un aumento della disuguaglianza economica e il magnate indiano Venkat Krishnan. Nel lungo elenco ci sono anche George Zimmer, uomo d’affari statunitense, fondatore, ex presidente esecutivo ed ex CEO di Men’s Wearhouse, un rivenditore di abbigliamento con oltre 1.200 punti vendita negli Stati Uniti e in Canada e il filantropo e finanziere franco-canadese Guillaume Rambourg.

GLI ESPONENTI DEL MONDO DELLA CULTURA CHE HA FIRMATO LA LETTERA APPELLO

 A siglare la lettera appello anche diversi uomini del mondo della cultura: John O’Farrell, autore britannico, sceneggiatore di commedie e attivista politico, Hermann Simon è un economista e scrittore tedesco, presidente di Simon-Kucher & Partners Strategy & Marketing Consultants e l’attore e sceneggiatore Simon Pegg.

GLI ITALIANI SUPER RICCHI CHE HANNO SOTTOSCRITTO IL MANIFESTO DEI SUPER RICCHI DAVOS

Nel lungo elenco di super ricchi figurano anche tre italiani. Ci sono Guglielmo Notarbartolo di Villarosa e Giorgiana Notarbartolo di Villarosa, nobili siciliani con un prestigiosissimo lignaggio, esponenti della famiglia Marzotto, figlii di Veronica e nipoti del conte Paolo Marzotto. Guglielmo Notarbartolo di Villarosa è capo del private equity e venture capital della holding Pfc e fondatore di Anya Capital, con un portafoglio da 35 milioni di euro. L’ultimo italiano in lista è Martino Cortese, nipote del fondatore di Amplifon e co-founder di Citybility.

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