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Chi è Dominic Raab, vicepremier e ministro della Giustizia britannico e perché si è dimesso

Lettera Dimissioni Dominic Raab Uk

Che cosa ha portato il vice di Rishi Sunak ha lasciare il proprio incarico. La lettera di dimissioni, i commenti, la nuova nomina

A sei mesi dall’insediamento del governo di Rishi Sunak, il Regno Unito continua a vivere una fase di travaglio interno che sembrava essersi esaurita dopo il caos estivo che ha consumato la leadership di Boris Johnson e poi, in pochissimi giorni, anche quella di Liz Truss.

Una crisi che coincide con il delicato momento del partito di riferimento di questi tre premier, quello dei Conservatori. Ad oggi, i sondaggi nazionali danno il Labour Party avanti di parecchio rispetto al partito di governo: per Politico, ad esempio, la situazione è di 44% contro 30%.

La notizia di oggi che non migliora, tutt’altro, il momento dei conservatori è quella delle dimissioni del vicepremier e ministro della Giustizia Dominic Raab. E a sostituirlo è stato chiamato Oliver Dowden.

Che cosa è successo?

LA LETTERA DI DIMISSIONI DI RAAB

“Scrivo per dimettermi dal suo governo, dopo aver ricevuto la relazione derivante dall’inchiesta condotta da Adam Tolley KC. Ho chiesto l’inchiesta e mi sono impegnato a dimettermi, se avesse fatto qualche constatazione di bullismo. Credo che sia importante mantenere la mia parola”, dice Raab nella lettera di dimissioni.

“Mi sento in dovere di accettare l’esito dell’inchiesta, ha respinto tutte le richieste mosse contro di me tranne due. Credo anche che i suoi due risultati negativi siano imperfetti e abbiano creato un pericoloso precedente per la condotta di un buon governo”, aggiunge. “In primo luogo, i ministri devono essere in grado di esercitare una supervisione diretta nei confronti degli alti funzionari sui negoziati critici condotti per conto del popolo britannico, altrimenti il principio democratico e costituzionale della responsabilità ministeriale andrà perso. Ciò è stato particolarmente vero durante il mio periodo come ministro degli Esteri, nel contesto dei negoziati sulla Brexit su Gibilterra, quando un alto diplomatico ha violato il mandato concordato dal gabinetto”.

E contesta: “ho sollevato con voi una serie di scorrettezze che sono venute alla luce nel corso di questa inchiesta. Includono la fuga sistematica di affermazioni distorte e fabbricate ai media in violazione delle regole dell’inchiesta e del Codice di condotta del servizio civile, e la rimozione coercitiva da parte di un alto funzionario di segretari privati dedicati dal mio ufficio privato del Ministero della Giustizia”.

LA RISPOSTA DI RISHI SUNAK

Nella risposta scritta, il premier Rishi Sunak dice anzitutto che “è con grande tristezza che ho accettato le sue dimissioni”.

E aggiunge, tra l’altro: “Ma è chiaro che ci sono state carenze nel processo storico che hanno colpito negativamente tutte le persone coinvolte. Dovremmo imparare da questo come gestire meglio queste questioni in futuro.Ma le sue dimissioni non dovrebbero farci dimenticare il suo record di consegna sia in questo governo che nelle amministrazioni precedenti. Questi risultati dovrebbero renderti estremamente orgoglioso”, ringraziando Raab.

RAAB NON CI STA

“Oggi, mi sono dimesso dal Gabinetto a seguito di un’inchiesta che ha concluso che avevo abusato del mio potere sostituendo un negoziatore capo quando ero ministro degli Esteri, e come segretario alla giustizia aveva lasciato alti funzionari che si sentivano insultati in tre occasioni a causa di un feedback diretto”, raccontava stamani al Telegraph lo stesso ministro dimissionario.”Mi sono impegnato a rispettare il risultato e mantengo la mia parola. Ma questa decisione è imperfetta e stabilisce un pericoloso precedente, che paralizzerà la capacità dei ministri di consegnare per il popolo britannico”.

I COMMENTI ALLA LETTERA DI DIMISSIONI E NON SOLO

“L’indagine di cinque mesi sul comportamento di Raab ha ascoltato prove da più funzionari governativi sulle denunce di bullismo in tre diversi dipartimenti. Il rapporto indipendente dell’avvocato Adam Tolley ha rilevato che Raab aveva agito in un modo “intimidabile” e “persistentemente aggressivo” mentre era al Foreign Office”, ricorda la Reuters.

“Volendo trarre qualche conclusione politica (se non sul confine tra severità e bullismo): i civil servant, i cosiddetti “mandarini”, battono il ministro con il caratteraccio”, commenta Il Foglio in un editoriale, da sempre attento alle dinamiche britanniche. “La costruzione di Sunak della propria leadership e del proprio governo come un club di adulti di buon senso che mette a posto i pasticci dei bambinoni del passato esce un pochino ammaccata. Da un colpo interno, come sempre”.

Politico, invece, fa notare come “i licenziamenti e le dimissioni drammatiche erano relativamente rari nella politica britannica. Non più”. Se tra il 1979 e il 2010 il trend era ai minimi termini, dal secondo decennio del Duemila tutto è cambiato. “Compresi i quattro primi ministri conservatori costretti a uscire dal 2010, un totale di 39 ministri del gabinetto – al di fuori di un rimpasto – sono stati licenziati, si sono dimessi con un pop al governo o si sono dimessi in disgrazia”.

Infine, il New York Times incalza così: “Il signor Raab, 49 anni, è il terzo ministro del gabinetto in sei mesi a lasciare per questioni etiche, illustrando ancora una volta la difficoltà che il signor Sunak ha avuto nel mantenere la sua promessa di guidare un governo di “integrità, professionalità e responsabilità a tutti i livelli”.

IL PROFILO

“Nato e cresciuto a Bucks, Dominic è andato alla Dr Challoner’s Grammar School di Amersham. Ha studiato legge a Oxford e per un master a Cambridge, vincendo il Clive Parry Prize for International Law”, si legge dal suo sito biografico.

Avvocato a Linklaters, ha lavorato a Liberty e a Bruxelles come consulente per l’Ue e l’Omc. Dominic Raab ha quindi operato in seno al FCO, l’ufficio di relazioni estere e del Commonwealth, fino al 2006 e ha proseguito i suoi lavori di consulenza nazionale, per poi volare a L’Aia nel 2003.

Quindi, ha lavorato per tre anni come capo di stato maggiore per i rispettivi segretari della Shadow Home e della Giustizia, consigliando alla Camera dei Comuni su criminalità, polizia, immigrazione, antiterrorismo, diritti umani e riforma costituzionale.

E’ stato Ministro di Stato per la Giustizia nel governo di Theresa May. Poi,  Ministro di Stato per l’edilizia abitativa e segretario per la Brexit. Dimettendosi poi il 15 novembre 2018. Tra gli ultimi incarichi troviamo quello di Segretario di Stato per gli Affari Esteri e del Commonwealth, Primo Segretario di Stato di Boris Johnson. E ancora, Segretario di Stato per il nuovo Foreign, Commonwealth & Development Office, vice di BoJo e segretario per la Giustizia, poi riconfermato anche sotto Rishi Sunak.

 

 

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