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Dopo di lei il diluvio? Come sarà la Germania post Merkel?

Angela Merkel Germania

Com’è cambiata la Germania dopo 16 anni e quattro governi di Angela Merkel? Al netto di come uno la possa pensare, cosa ci dicono i freddi numeri e gli indicatori economici?

Chi lascia la cancelliera vecchia per la nuova… È l’adagio recitato in coro da tutti gli opinionisti e i politologi chiamati a dire la loro sulle elezioni tedesche. Chi commenta preferisce soffermarsi più sulle incognite che riserverà la Germania post Angela Merkel che sull’anomalia di un ‘regno’ durato ben 16 anni. Eppure 16 anni sono un tempo immane, soprattutto in politica. Qui da noi solo Roberto Formigoni negli ultimi anni è riuscito a fare altrettanto (17 anni, ma i paralleli tra i due si fermano qui).

COSA HA FATTO DAVVERO MERKEL PER LA GERMANIA?

Quel che è certo, comunque, è che sotto i quattro governi Merkel la Germania è tra i grandi Paesi occidentali quello che è cresciuto maggiormente. Escludendo le economie asiatiche, che hanno goduto di boost incredibili, il reddito reale pro capite dei tedeschi tra il 2005 e il 2020 è aumentato del 18 per cento, perfino più degli Stati Uniti.

La si può osteggiare oppure glorificare, ma i freddi numeri ci dicono che il Paese altamente indebitato, con ancora addosso la zavorra della disoccupazione dell’ex Germania dell’Est che Angela Merkel ha preso in consegna nel 2005 oggi è diventato, grazie alle riforme dei governi composti per lo più da CDU e SPD (la sola eccezione è data dall’esecutivo nato nel 2009, in cui parteciparono i liberali), il terzo esportatore al mondo per export, locomotiva d’Europa e tra i maggiori produttori nei mercati delle automobili, della componentistica di veicoli e dei medicinali confezionati.

IL TALLONE D’ANGELA

Tutto perfetto? In effetti no. Il regno aureo di Angela Merkel presenta alcune debolezze strutturali: anzitutto, il proliferare dei minijob, i lavoretti che noi oggi ascriveremmo alla gig economy, in seguito alla riforma del lavoro del 2003, ha abbattuto su carta la disoccupazione ma non ha diminuito affatto il precariato e la povertà. Anzi. Ma non solo: l’austerità tedesca ‘a ogni costo’ pare abbia comportato un invecchiamento precoce delle principali infrastrutture.

IL SUPER INDEBITAMENTO DELL’ERA COVID

Quest’ultimo punto potrebbe però essere parzialmente sanato dall’indebitamento record voluto da Merkel per far uscire la Germania dal pantano della ‘coronacrisis’, la crisi economica legata alla pandemia. Per la prima volta, infatti, Berlino è tornata sui mercati a chiedere soldi in prestito oltre le sue possibilità e, sebbene sia comunemente inteso come il pagatore più affidabile al mondo (tanto che il nostro spread prende come secondo termine di paragone proprio i tedeschi), il debito andrà ripagato, ma sarà un fardello che graverà sulle spalle del suo successore.

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