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Draghi riapre il bazooka, ruba la scena a von der Leyen e inguaia Meloni
L’ex banchiere centrale Mario Draghi ha presentato insieme alla presidente von der Leyen il rapporto sulla competitività europea che sta già facendo discutere
“Mario Draghi ha ritirato fuori il bazooka”. Basta questo commento a caldo, attribuito a fonti del Ppe, per capire l’aria che tirava a Bruxelles alla presentazione del Rapporto sulla competitività redatto da Mario Draghi su commissione della stessa presidente von der Leyen. Il riferimento ovviamente è alla presenza di un capitolo ad hoc sul debito comune.
L’ex banchiere centrale, come scrive il Financial Times, ha chiesto una “nuova strategia industriale”, invitando l’UE ad aumentare gli investimenti di 800 miliardi di euro all’anno per finanziare riforme radicali e rapide per impedire che l’Unione resti indietro rispetto a Stati Uniti e Cina.
Oltre a sostenere una revisione completa del modo in cui l’UE raccoglie fondi per gli investimenti, inclusi “nuovi finanziamenti comuni e beni comuni”, l’attesissimo rapporto dell’ex premier italiano chiede a Bruxelles di portare avanti un significativo riorientamento della politica economica.
DRAGHI ‘PRESIDENTE OMBRA’ DELLA COMMISSIONE UE
Mario Draghi ha letteralmente rubato la scena alla presidente von der Leyen, imponendosi come vero presidente ombra della commissione Ue – quanto meno sui temi economici e di politica industriale. L’ex premier italiano, in soldoni, ha stilato il programma economico della nuova commissione per i prossimi cinque anni. L’azione e l’agenda di Von der Leyen rischiano così di essere fortemente condizionati dal rapporto Draghi, nel presente e per il futuro. Altri osservatori sostengono il contrario, ovvero che furbescamente l’attuale presidente della commissione europea si è trovata così il lavoro già pronto e confezionato. Von der Leyen, viene sottolineato, ha comunque già raggiunto l’obiettivo della riconferma alla guida di palazzo Berlaymont.
DEBITO COMUNE E MAGGIORANZE QUALIFICATE: LE DUE SPINE PER MELONI
E bisogna capire anche quali sono le reazioni del governo italiano al rapporto Draghi. E in particolare di Giorgia Meloni e di Fratelli d’Italia, che non hanno votato il bis della presidente von der Leyen e in passato non hanno neppure mai dato la fiducia al governo Draghi, unico partito all’opposizione. Due i capitoli del report finiti sotto le lenti di Palazzo Chigi: il riferimento al debito comune e quello alle maggioranze qualificate. Ovviamente quelli di Draghi sono proposte, bisogna poi vedere nei fatti se e in che modo saranno accolti e le reazioni dei 27. Se troveranno concretezza o rimarranno buone idee da conservare nel cassetto.
Cosa ha scritto quindi Mario Draghi nel report? Ecco alcuni punti salienti.
DRAGHI: “CAMBIO RADICALE PERCHE’ L’UE CONTINUI A ESISTERE”
“I valori fondamentali dell’Europa sono prosperità, equità, libertà, pace e democrazia in un ambiente sostenibile. L’Ue esiste per garantire che gli europei possano sempre beneficiare di questi diritti fondamentali. Se l’Europa non sarà più in grado di garantirli avrà perso la sua ragione d’essere. L’unico modo per affrontare questa sfida è crescere e diventare più produttivi, preservando i nostri valori di equità e inclusione sociale. L’unico modo per diventare più produttiva è che l’Europa cambi radicalmente”. La produttività, sottolinea Draghi, “è una sfida esistenziale per l’Ue”.
DRAGHI: “NUOVO DEBITO COMUNE UE SUL MODELLO RECOVERY”
“Se le condizioni politiche e istituzionali sono presenti, l’Ue dovrebbe continuare – basandosi sul modello del NextGenerationEu – a emettere strumenti di debito comune, che verrebbero utilizzati per finanziare progetti di investimento congiunti volti ad aumentare la competitività e la sicurezza” europea.
L’EX PRESIDENTE BCE: “IN UE SERVONO INVESTIMENTI DOPPI AL PIANO MARSHALL”
“Il fabbisogno finanziario necessario all’Ue per raggiungere i suoi obiettivi è enorme” e per raggiungere gli obiettivi indicati nel rapporto Draghi “sono necessari almeno 750-800 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi annui, secondo le ultime stime della Commissione, pari al 4,4-4,7% del Pil dell’Ue nel 2023”. “Per fare un paragone, gli investimenti del Piano Marshall nel periodo 1948-51 equivalevano all’1-2% del Pil dell’Ue”, si legge ancora nel rapporto sulla competitività.
DRAGHI: “DECISIONI UE SIANO A MAGGIORANZA QUALIFICATA”
“Finora, molti sforzi per approfondire l’integrazione europea tra gli Stati membri sono stati ostacolati dal voto all’unanimità. Dovrebbero quindi essere sfruttate tutte le possibilità offerte dai Trattati Ue per estendere il voto a maggioranza qualificata”. Si legge nel rapporto sulla competitività di Mario Draghi. Il voto a maggioranza qualificata dovrebbe essere “esteso a più aree”, sottolinea l’ex premier, auspicando anche – nei casi di stallo – il ricorso alla “cooperazione rafforzata”.
L’EX PREMIER ITALIANO: “I PAESI SI IMPEGNINO SU PERCORSI DI DEBITO SOSTENIBILI”
Per Draghi “l’emissione di asset” comuni “su base più sistematica richiederebbe un insieme più forte di regole di bilancio che garantiscano che un aumento del debito comune sia accompagnato da un percorso più sostenibile del debito nazionale”. “L’emissione di asset sicuri comuni per finanziare progetti di investimento congiunti potrebbe seguire modelli esistenti, ma dovrebbe essere accompagnata da tutte le garanzie che un passo così fondamentale comporterebbe”, avverte l’ex premier.
DRAGHI: “MAI COME ORA RAGIONI CONVINCENTI PER L’UNITA’ DELL’UE”
“Dobbiamo assumere un nuovo atteggiamento nei confronti della cooperazione – scrive Mario Draghi nell’introduzione al suo Rapporto -: rimuovere gli ostacoli, armonizzare regole e leggi e coordinare le politiche. Esistono diverse costellazioni nelle quali possiamo avanzare. Ma ciò che non possiamo fare è non avanzare affatto. La nostra fiducia nel fatto che riusciremo ad andare avanti deve essere forte. Mai in passato la scala dei nostri Paesi è apparsa così piccola e inadeguata rispetto alla dimensione delle sfide”. “E’ da molto tempo che l’autoconservazione è una preoccupazione così comune. Le ragioni per una risposta unitaria non sono mai state così convincenti e nella nostra unità troveremo la forza di riformare la forza di riformare”, aggiunge Draghi.
RAPPORTO DRAGHI: “UE ABBIA SUA POLITICA ECONOMICA ESTERA”
Secondo l’ex banchiere centrale “per ridurre le sue vulnerabilità, l’Ue deve sviluppare una vera e propria ‘politica economica estera’ basata sulla sicurezza delle risorse critiche. A breve termine, l’Ue deve attuare rapidamente la legge sulle materie prime critiche”.
Il rapporto raccomanda poi d’integrare questa legge “con una strategia globale che copra tutte le fasi della catena di approvvigionamento dei minerali critici, dall’estrazione alla lavorazione al riciclaggio”. Per rafforzare la posizione dell’Europa nella fase di approvvigionamento, si propone di creare “una piattaforma europea dedicata alle materie prime critiche”.
L’EX PREMIER: “L’UE NON SI ILLUDA, PROCRASTINARE NON AUMENTA CONSENSO”
“Dovremmo abbandonare l’illusione – ammonisce Draghi -che solo la procrastinazione possa preservare il consenso. In realtà, procrastinare ha prodotto solo una crescita più lenta, e di certo non ha ottenuto più consenso. Siamo arrivati al punto in cui, senza un’azione, dovremo o compromettere il nostro benessere, il nostro ambiente o la nostra libertà”.
“Affinché la strategia delineata in questo rapporto abbia successo, dobbiamo iniziare con una valutazione comune della nostra situazione, degli obiettivi e della valutazione comune della nostra situazione, degli obiettivi a cui vogliamo dare priorità, dei rischi che vogliamo evitare e dei compromessi che siamo disposti ad accettare. Dobbiamo garantire che le nostre istituzioni democraticamente elette siano al centro di questi dibattiti. Le riforme possono essere veramente ambiziose e sostenibili solo se godono del sostegno democratico”, aggiunge l’ex presidente della Bce.
DRAGHI: “COALIZIONE DI VOLENTEROSI IN UE SU ALCUNI TEMI”
“I suggerimenti sono un uso più esteso, se non generalizzato, del principio di maggioranza qualificata. Ci sono alcune cose che sono così importanti per il futuro dell’Unione europea e per i suoi singoli stati membri, dove si potrebbe voler davvero andare avanti in una coalizione di volenterosi come qualcuno diceva qualche anno fa in un contesto diverso”. Secondo Draghi “si può procedere tramite una cooperazione rafforzata nell’ambito del quadro di cooperazione rafforzata o anche tramite trattati intergovernativi. L’urgenza c’è”.