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Ecco come il Pd va in tilt sulle armi Ue all’Ucraina

Armi Ucraina

La risoluzione (non vincolante) del Parlamento europeo sull’invio di armi a Kiev spacca il Partito Democratico tra tante e opposte posizioni

L’invio di armi a Kiev e il loro utilizzo in territorio russo continuano a essere tra i temi maggiormente sensibili per i partiti politici italiani. A Bruxelles gli eurodeputati italiani hanno votato essenzialmente contro la risoluzione del Parlamento Ue che, al paragrafo 8, “invita gli Stati membri a revocare immediatamente le restrizioni sull’uso delle armi occidentali consegnate all’Ucraina contro obiettivi militari legittimi sul territorio russo”.

Si sono registrate però divisioni nel Pd e in Forza Italia. Compattamente contrarie le delegazioni di Lega e Fratelli d’Italia e, a sinistra, M5s e Avs. Alla fine il paragrafo 8 della risoluzione è stato approvato dall’Eurocamera, con 377 voti a favore, 191 contrari e 51 astenuti.

I DUBBI NEL PD…

Facendo due conti, pallottoliere alla mano, emerge come su 21 esponenti del Pd all’eurogruppo, 17 abbiano votato a favore della risoluzione sul supporto militare dell’Ue all’Ucraina, mentre due si sono astenuti: Cecilia Strada e Marco Tarquinio. Due erano assenti: Dario Nardella e Giorgio Gori, con l’ex sindaco di Bergamo che ha fatto sapere che avrebbe votato comunque a favore.

Più articolato il voto sull’articolo 8 della risoluzione che – come spiega l’Ansa in una ricostruzione – apre alla possibilità per l’Ucraina di usare in territorio russo le Armi che ha ricevuto dai Paesi occidentali. L’indicazione del gruppo era di votare contro, ma Pina Picierno ed Elisabetta Gualmini hanno votato a favore. In 8 non hanno partecipato al voto: Stefano Bonaccini, Raffaele Topo, Giuseppe Lupo, Alessandra Moretti, Irene Tinagli e Pierfrancesco Maran, oltre agli assenti Nardella e Gori. Tutti gli altri hanno votato contro (Tarquino non ha votato per ragioni tecniche, ma era per il voto contrario, e Annunziata si è astenuta per ragioni tecniche, ma era anche lei per il voto contrario).

…E GLI IMBARAZZI CON I SOCIALISTI EUROPEI

L’indicazione del gruppo S&D, di cui fa parte il Pd, era di votare sì a tutto: risoluzione nel suo complesso, articolo 8 compreso. “Non è la prima volta che le delegazioni votano secondo la loro posizione nazionale” ha detto all’agenzia di stampa LaPresse una fonte qualificata del gruppo S&D. “Ciò non significa divisione – ha aggiunto -, ma piuttosto che ci sono sensibilità nazionali che segnano un certo voto e noi le rispettiamo. In ogni caso, hanno votato a favore nel voto finale su tutta la risoluzione”.

DEFEZIONI ANCHE TRA I POPOLARI, MENTRE QUASI TUTTI I GRUPPI SI SPACCANO

Sul controverso punto 8 della risoluzione, le defezioni nei popolari sono state appena sei di cui la metà sono eurodeputati di Forza Italia. Isolati rispetto al loro gruppo anche i Verdi italiani: Ignazio Marino, Leoluca Orlando e Benedetta Scuderi hanno votato in dissenso rispetto alla linea dei Greens.

Si è invece spaccato il gruppo europeo di Giorgia Meloni, Ecr, con la delegazione di Fratelli d’Italia compattamente contro all’uso delle armi occidentali in Russia, sostenuto invece dai polacchi del PiS. Sostanzialmente in linea invece il voto della Lega con quello del gruppo dei Patrioti per l’Europa. Anche la posizione del Movimento 5 stelle e di Sinistra Italiana è risultata in linea con la famiglia della Sinistra Ue.

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