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Quanto contano le elezioni in Spagna (anche per l’Ue e l’Italia)
Domenica 23 luglio la Spagna va al voto e sarà una sfida aperta tra Sanchez, Feijoo e Abascal. Il punto di Riccardo Pennisi (Aspenia)
Per i media italiani non esistono, ma le elezioni anticipate in #Spagna di domenica prossima 23 luglio contano molto, ben oltre i confini della politica iberica. Eccone 5 ragioni.
L’IDEOLOGIA AL CENTRO DEL VOTO IN SPAGNA
Due schieramenti che altrove hanno perso una connotazione tanto netta, si sfidano in Spagna in modo aspro e quasi assoluto: la destra e la sinistra. La sinistra governa da tre anni con il socialista Pedro Sanchez insieme alle forze radicali, come Podemos, con l’appoggio di alcuni partiti “localisti” baschi e catalani. La destra, se vincerà anche domenica dopo le amministrative di maggio (possibile, per i sondaggi) dovrà probabilmente costruire una coalizione di governo tra i Popolari e i radicali di Vox.
IL FATTORE MEDITERRANEO
Questo scenario porterebbe a un asse conservatore mediterraneo Madrid-Roma-Atene. Ad Atene i conservatori “classici” di Nuova Democrazia governano da soli; a Madrid il partito tradizionale aggancerebbe quello nuovo, mantenendo però la supremazia; a Roma come sappiamo è la destra radicale ad aver cannibalizzato quella “moderata”. In ogni caso, Spagna, Italia e Grecia potranno costruire intese politico-ideologiche molto significative, ad esempio sull’immigrazione.
LA SPAGNA AL VOTO (DI NUOVO) ANCHE PER L’UE
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha partecipato tre giorni fa a un comizio di Vox – da capo dell’esecutivo rappresenta tutti i cittadini italiani, ma fa campagna per un partito di un altro Paese, davvero inaccettabile. Comunque: si è rivolta a Vox auspicando il suo ingresso nel governo. Perché? Le alchime politiche di Madrid possono essere un banco di prova per un’inedita maggioranza conservatrice a Bruxelles dopo le Europee del 2024: Partito Popolare Europeo + destra radicale. Regista dell’operazione, il conservatore bavarese (CSU) Manfred Weber. Meloni vuole Fratelli d’Italia dentro questa formula. Ma certo non da sola, o come ultima ruota del carro. Vox è utile sia come ‘test’, sia come alleato europeo.
IL DOSSIER MAGHREB
Il governo socialista ha raggiunto un’intesa politica con il Marocco. La Spagna aveva dato rifugio al capo degli indipendentisti Saharawi durante la pandemia; Rabat – che pretende sovranità sul territorio del Sahara Occidentale – per ripicca aveva aperto i flussi migratori verso le enclavi di Ceuta e Melilla, scatenando una crisi quasi incontrollabile. Poco dopo, Sanchez cambiava ministro degli Esteri e siglava l’intesa, attirandosi le critiche della destra che parlava di “svendita”. L’Algeria, protettrice dei Saharawi (e grande esportatrice di gas) si sente tradita (da qui gli scenografici summit con l’Italia), e ha lanciato un programma di riarmo. Il nuovo governo romperà con il Marocco? (NO).
LE RELAZIONI TRA SPAGNA E AMERICA LATINA
Il Cono Sur ha svoltato decisamente a sinistra negli ultimi anni: Brasile, Cile, Colombia, Messico… La destra al governo in Spagna, invece, offrirebbe una piattaforma di appoggio politico-finanziario ideale ai movimenti conservatori latinoamericani. L’ex presidente messicano Calderón è residente in Spagna da qualche mese.