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Etiopia, Amnesty International denuncia il massacro nel Tigray

Etiopia

In Etiopia Amnesty International denuncia le violenze in atto nel Tigray. “Centinaia di civili sono stati massacrati nella notte del 9 novembre”. Sospesi collegamenti telefonici e Internet, da allora ci sono stati numerosi scontri e attacchi aerei

Amnesty International denuncia le violenze in corso nel Tigray, in Etiopia: “Centinaia di civili sono stati massacrati nella notte del 9 novembre”. La crisi politica e militare che coinvolge il governo federale etiope e lo stato ribelle del Tigray esplode dopo circa due anni di tensioni legate all’estromissione dal potere dei rappresentanti del Fronte popolare di liberazione del Tigrè (Tigray People’s Liberation Front – TPLF).

I FATTI RECENTI

Abiy Ahmed, primo ministro dell’Etiopia e premio Nobel per la pace 2019, il 4 novembre in tv ha dichiarato guerra allo stato del Tigray, la regione settentrionale del Paese, che prima del suo arrivo ha ricoperto un ruolo fondamentale nel governo centrale. L’annuncio è stato dato in seguito a un attacco in una base militare in cui sarebbero morte diverse persone e di cui Ahmed ha accusato il TPLF. In tutto questo, bisogna ricordare che l’Etiopia è il secondo stato più popoloso dell’Africa, con più di 100 milioni di abitanti ed è considerato come un modello di ritorno alla vita democratica.

LA RISPOSTA DEI LEADER DEL TIGRAY

Il TPLF, tra il 1991 e il 2018, è stato una delle forze dominanti del governo centrale. Ma dopo che Ahmed è salito al potere nel 2018, ha frenato la sua influenza e il TPLF ha rifiutato di unirsi al governo in un partito unificato. I leader del Tigray dicono di essere stati ingiustamente presi di mira da epurazioni e accuse di corruzione. Ahmed accusa alcuni leader del TPLF di essere latitanti e di opporsi alle sue iniziative per riformare la gestione dell’Etiopia.

LO STATO DI EMERGENZA

A seguito dell’attacco, Ahmed ha dichiarato: “È stato superato il limite. L’uso della forza è l’unico modo che abbiamo per salvare le persone e il paese”. A questo ha aggiunto le accuse di attacchi provocatori alle basi dell’esercito a Macallè, disobbedienza al potere centrale, elezioni locali illegittime, e così via. E da lì ha imposto per sei mesi lo stato d’emergenza, sospeso i collegamenti telefonici e Internet. Da allora ci sono stati numerosi scontri e attacchi aerei.

IL BLUFF DI AHMED

Il TPLF però, come riportato da molti mezzi di informazione, non ha rivendicato l’attacco e Debretsion Gebremichael, presidente dello stato del Tigray, ha detto che “la decisione del primo ministro è una reazione alla volontà dei leader locali di organizzare le proprie elezioni statali a settembre, contro il volere del governo. Ahmed aveva definito le elezioni illegali, e secondo molti analisti sarebbero state il primo passo verso la secessione dello stato del Tigray”.

COSA RIFERISCE AMNESTY

Con le linee telefoniche e internet fuori uso è molto difficile ottenere informazioni tuttavia, stando a quanto riportato da Amnesty International, centinaia di civili (circa 550) sono stati massacrati nella notte tra il 9 e il 10 novembre. “Probabilmente centinaia di persone sono state pugnalate a morte o uccise a colpi di machete nella città di May Cadera, nella zona sud-occidentale della regione del Tigray in Etiopia, la notte del 9 novembre”. La fonte si basa su materiale fotografico e video raccapriccianti di corpi sparsi per la città o portati via su barelle. Deprose Muchena, direttore di Amnesty International per l’Africa orientale e meridionale, ha esortato il governo a ripristinare le comunicazioni.

LE TESTIMONIANZE E L’ESODO IN SUDAN

Alcuni testimoni hanno parlato di ferite inflitte da armi affilate come coltelli e machete e avrebbero inoltre dichiarato che gli attacchi sono stati effettuati da forze fedeli al TPLF dopo essere state sconfitte dalle truppe federali in una zona chiamata Lugdi. Gli ufficiali del Tigray hanno negato il coinvolgimento delle truppe filo-TPLF. Intanto, più di 11.000 civili, di cui la metà bambini, hanno attraversato e stanno attraversando il confine con il Sudan, che si è offerto di ospitarli in un campo profughi.

LE ULTIME DICHIARAZIONI

L’Onu ha dichiarato che gli aiuti vitali per centinaia di migliaia di persone nel nord dell’Etiopia sono a rischio proprio a causa del conflitto. In una dichiarazione video di ieri, Ahmed l’11 novembre ha annunciato che l’esercito nazionale ha riportato una vittoria totale, dicendo che le sue forze hanno “liberato” la parte occidentale del Tigray dal controllo del TPLF. Ha anche accusato i combattenti allineati dal TPLF di “crudeltà”, e dichiarato che quando l’esercito ha preso il controllo della città di Sheraro ha “trovato corpi di personale delle forze di difesa giustiziati, con mani e piedi legati”.

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