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Politica estera. Gli appuntamenti di questa settimana (9-15 novembre)

Etiopia

Cosa succede in Kosovo e Bolivia. Elezioni in Brasile, Giordania e Belize, ballottaggio in Moldavia. Poi Rapporto annuale Aiea, vertice Asean in Vietnam, riunione G-20 in Arabia Saudita e scadenza sanzioni Ue al Venezuela. Infine, dossier Etiopia, Nagorno-Karabakh, Turchia e Myanmar. Gli appuntamenti di politica estera della settimana

LUNEDÌ 9 NOVEMBRE

KOSOVO – L’ex presidente del Kosovo Hashim Thaçi ha fatto una prima apparizione davanti alle Camere specialistiche del Kosovo all’Aia. È accusato di crimini di guerra e di crimini contro l’umanità.

BOLIVIA – L’ex presidente boliviano Evo Morales è tornato in Bolivia dopo un anno trascorso in esilio, prima in Messico e poi in Argentina, a seguito delle tensioni seguite all’annullamento delle elezioni presidenziali del 2019 da lui vinte, ma contestate dall’opposizione e messe in dubbio per presunti brogli dalla Missione di osservatori dell’Organizzazione degli Stati americani (Osa). Morales ha lasciato nel pomeriggio di ieri Buenos Aires a bordo di un aereo C130, ed è giunto a Jujuy, nel nord dell’Argentina, da dove via terra si è trasferito a La Quiaca, città alla frontiera con la Bolivia.

MARTEDÌ 10 NOVEMBRE

GIORDANIA – In Giordania si tengono le elezioni legislative.

MERCOLEDÌ 11 NOVEMBRE

BELIZE – Il Belize tiene le elezioni generali.

ONU – All’Assemblea generale delle Nazioni Unite, i membri discutono il rapporto annuale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica.

VENERDÌ 13 NOVEMBRE

VIETNAM – il Vietnam ospita il 37° vertice Asean e il vertice dell’Asia orientale.

ARABIA SAUDITA – L’Arabia Saudita ospita una riunione straordinaria dei ministri delle finanze e dei banchieri centrali del G-20. L’incontro si concentrerà probabilmente sulla remissione del debito nel contesto della pandemia di Covid-19.

SABATO 14 NOVEMBRE

VENEZUELA – Scadono le sanzioni dell’Unione europea contro il Venezuela, in vigore dal 2017.

DOMENICA 15 NOVEMBRE

MOLDAVIA – In Moldavia, si terrà il ballottaggio delle elezioni presidenziali tra il presidente in carica Igor Dodon, filo-russo, e la sfidante filo-europea Maia Sandu.

BRASILE – Il Brasile tiene le elezioni comunali.

DOSSIER ETIOPIA

Il primo ministro etiope Abiy Ahmed ha sostituito il capo dell’esercito, il capo dei servizi segreti e il ministro degli Esteri in una rivoluzione politica che sembra essere stata progettata per promuovere i sostenitori dell’offensiva del suo governo contro la regione del Tigray e il Fronte di liberazione del popolo del Tigray. Il vice primo ministro Demeke Mekonnen assumerà l’incarico di ministro degli Esteri e il vicecapo dell’esercito Birhanu Jula sarà il nuovo capo di stato maggiore dell’esercito. Il rimpasto arriva proprio quando le Nazioni Unite avvertono della possibilità di una grave crisi umanitaria se le azioni militari contro il Tigray dovessero continuare. Parlando a Reuters, il presidente della regione del Tigray, Debretsion Gebremichael, ha detto che il Tigray continuerà a difendersi fino a quando le autorità federali non accetteranno di negoziare.

DOSSIER NAGORNO-KARABAKH

Il presidente azero Ilham Aliyev ha affermato domenica scorsa che i suoi militari hanno conquistato una città strategica sulle alture che dominano Stepanakert, la capitale del Nagorno-Karabakh, in segno di crescente predominio delle forze azere nel conflitto. Gli ufficiali armeni del Nagorno-Karabakh hanno negato le affermazioni di Aliyev, dicendo che nella città di Shushi (Shusha in azerbaigiano) i combattimenti continuano e non sono ancora terminati, pur riconoscendo che la città è stata praticamente distrutta. Parlando alla televisione di Stato, Aliyev è sembrato sminuire i colloqui di pace in corso. “Abbiamo ottenuto questa vittoria sul campo di battaglia, non al tavolo delle trattative. Ho detto molte volte che, nonostante tutte le dichiarazioni, la soluzione a questo conflitto è militare”.

DOSSIER TURCHIA

Il ministro delle Finanze turco Berat Albayrak si è dimesso dopo che il governatore della banca centrale turca è stato licenziato in un fine settimana tumultuoso in Turchia, a causa dell’aggravarsi della crisi economica. Albayrak, che si è dimesso tramite un post su Instagram, potrebbe ancora mantenere il suo incarico se il presidente turco Recep Tayyip Erdogan si rifiutasse di accettare le sue dimissioni. Albayrak, che è il genero di Erdogan, ha spiegato che le dimissioni sono arrivate per motivi di salute. Era conosciuto come un intermediario tra Erdogan e la Casa Bianca grazie al suo legame con il consigliere di Trump, Jared Kushner.

DOSSIER MYANMAR

Continua la conta dei voti nelle elezioni generali del Myanmar dopo che milioni di persone si sono recate alle urne per votare domenica scorsa. La Lega nazionale per la democrazia (NLD) di Aung San Suu Kyi dovrebbe vincere con facilità, anche se l’entità della sua vittoria determinerà il suo mandato di governo. Con i rohingya che sono stati esclusi completamente dal processo elettorale, Human Rights Watch ha dichiarato le elezioni “fondamentalmente imperfette”. Nello stato di Rakhine, nell’ovest del Myanmar, vivono ancora centinaia di migliaia di persone di etnia rohingya, a cui continua a non essere riconosciuto alcun diritto.

Gli appuntamenti della scorsa settimana

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