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Francia, ecco il Governo Bayrou. Tra grandi ritorni e sfide politiche
La nuova squadra dell’esecutivo Bayrou vede il ritorno di figure di spicco della politica francese, tra cui due ex primi ministri, Manuel Valls ed Élisabeth Borne
Un governo per Natale: dopo dieci giorni di intense trattative, è stato annunciato il nuovo esecutivo francese guidato da François Bayrou, il sesto primo ministro nominato da Emmanuel Macron dal 2017 e il quarto solo nel 2024. Bayrou prende il posto di Michel Barnier, sfiduciato dall’Assemblea nazionale sul bilancio con il supporto congiunto della gauche e della destra di Marine Le Pen. La nuova squadra, composta da 35 ministri, si propone come un “collettivo d’esperienza” per “riconciliare e ripristinare la fiducia” nel Paese, come dichiarato dallo stesso Bayrou.
GRANDI RITORNI E NUOVI EQUILIBRI
Il governo Bayrou vede il ritorno di figure di spicco della politica francese, tra cui due ex primi ministri. Manuel Valls, già capo del governo sotto François Hollande, assume il dicastero per i Territori d’Oltremare, con il difficile compito di affrontare la crisi a Mayotte, devastata dal ciclone Chido. Élisabeth Borne, premier fino a gennaio 2024, torna invece come ministra dell’Istruzione, a capo di un dicastero ampliato che include anche l’insegnamento superiore e la ricerca.
Ritorna anche Gérald Darmanin, già ministro dell’Interno, che assume la guida della Giustizia, mentre Bruno Retailleau conserva il ruolo di ministro dell’Interno, rafforzando l’asse di destra del governo. Novità rilevante è la nomina di Éric Lombard, ex direttore della Caisse des Dépôts, al Ministero dell’Economia, con l’obiettivo di ridurre il deficit pubblico e rassicurare i partner europei.
LE CRITICHE DELLA STAMPA FRANCESE
Nonostante le ambizioni dichiarate, il governo Bayrou ha subito scatenato critiche da diversi fronti. Il quotidiano “Le Figaro” ha sottolineato come il premier non sia riuscito ad allargare “l’assise politica” dell’esecutivo, evidenziando l’incapacità di coinvolgere una vera rappresentanza trasversale. Anche “Les Échos” ha descritto la composizione del governo come il risultato di una necessità politica, con Bayrou costretto a includere membri vicini al Rassemblement National di Marine Le Pen per evitare una nuova sfiducia.
La sinistra, dal Partito Socialista a La France Insoumise, ha definito il governo una “provocazione”, accusandolo di flirtare con l’estrema destra. Anche il leader del Rassemblement National, Jordan Bardella, ha criticato il governo, definendolo “ridicolo”.
LE SFIDE DEL NUOVO GOVERNO BAYROU
Il primo grande ostacolo per il governo Bayrou sarà l’approvazione del bilancio 2025, prevista nei primi mesi del nuovo anno. Il premier ha dichiarato che farà ricorso all’articolo 49.3 della Costituzione solo come ultima risorsa, privilegiando il dibattito parlamentare.
Con il primo Consiglio dei ministri fissato per il 3 gennaio e il discorso di politica generale previsto il 14, Bayrou si trova a guidare un Paese politicamente instabile, come evidenziato dall’Ansa, che ha paragonato l’attuale situazione politica alla Quarta Repubblica. Il governo Bayrou nasce dunque sotto il segno dell’instabilità, ma con la promessa di lavorare per ricostruire la fiducia tra i francesi. Impresa alquanto ardua.