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La Francia punta su ecologia, competitività industriale e coesione sociale per la ripresa

Francia

La Francia guarda al futuro e il governo ha già redatto il modello per la ripresa economica, stabilendo le aree d’interesse in cui si dovranno concentrare gli investimenti. L’articolo di Alessandra Fiorani

La Francia al momento è uno degli Stati europei maggiormente colpiti dal coronavirus. Tra i casi di Covid-19 in aumento – raggiunti perfino 16mila positivi in un giorno – e le proteste scoppiate a causa della decisione del premier francese Castex di decretare nuove restrizioni, l’economia francese si trova in declino. Il PIL francese, infatti, ha subito un forte calo già dal primo lockdown (nei primi tre mesi del 2020) pari a -5,9% e risente tutt’ora con la seconda ondata, raggiungendo quota -13,8 % rispetto ai valori del 2019.

Malgrado questo preoccupante scenario il Governo transalpino si mostra ottimista grazie al Recovery Fund: il nuovo strumento finanziario europeo approvato il 20 luglio 2020. Dopo giorni di trattative si è raggiunto l’accordo sul Recovery and Resilience Facility, che in sintesi prevede lo stanziamento di sovvenzioni europee per i Ventisette per un totale di 750 miliardi di euro. Il piano del Consiglio UE si compone di due misure: i prestiti e le erogazioni a fondo perduto, che ammontano rispettivamente a 360 e 390 miliardi di euro. Il Presidente Emmanuel Macron ha ampiamente promosso il raggiungimento di questo accordo, considerandolo: “una forte risposta economica” alla crisi e “uno storico accordo comune”.

FRANCE RELANCE, IL PIANO DI RILANCIO

France Relance è il nome del piano di rilancio presentato dal Governo francese il 3 settembre 2020. In questo modello ai 37,39 miliardi di euro che il Consiglio Europeo ha destinato alla Francia vanno a sommarsi altri fondi statali, per un totale di 100 miliardi di euro da investire nell’economia francese. La proposta di rilancio prevede 3 macro-aree prioritarie in cui concentrare gli investimenti: l’ecologia, la competitività industriale e la coesione sociale.

Rispetto al primo tema, l’ecologia, la Francia si è posta un grande obiettivo: divenire nel 2030 il primo Paese europeo ad avere un’industria de-carbonizzata. Per la parte ecologica è stato programmato l’utilizzo di 30 milioni di euro da impiegare nell’adozione di queste misure: rinnovamento energetico e urbano, economia circolare, transizione agricola, tecnologie verdi, mobilità e trasporti sostenibili.

Per aumentare la competitività delle proprie industrie il Governo ha stanziato altri 30 miliardi di euro. Le parole d’ordine sono innovazione e indipendenza economica. L’innovazione fa riferimento ai principali settori in cui si dovrà aumentare la competitività: tecnologie e intelligenza artificiale, settore farmaceutico, tecnologie verdi e ricerca. Per quanto riguarda l’indipendenza economica, lo sguardo del Governo è rivolto alle piccole e medie imprese, alle quali lo Stato garantirà finanziamenti a lungo termine. O ancora, per favorire le industrie nazionali e contrastare la delocalizzazione, si è annunciato l’abbassamento delle imposte sul processo produttivo.

Ultimo tema del piano è l’aumento della coesione sociale su tutto il territorio nazionale. Le principali misure per garantire l’uguaglianza e il sostentamento dei cittadini sono sostegni economici ai lavoratori precari e ai lavoratori vulnerabili, assistenza per i datori di lavoro che assumeranno giovani entro i 26 anni, salvaguardia dell’occupazione, sussidi al sistema sanitario.

LA FRANCIA DEL FUTURO

La parola ambizione risuona tra le righe del France Relance e non si ferma ai suoi contenuti: anche il metodo con cui attuare il piano sembra essere alquanto grintoso. Le linee guida da seguire sono collaborazione, controllo rigoroso e rapidità d’esecuzione.
Per far sì che nel 2022 si raccolgano i primi frutti della ripresa, il Governo francese ha previsto l’approvazione del piano per il 2021, inserendolo nella prossima Legge di stabilità. L’obiettivo a lungo termine invece è “costruire la Francia del 2030” e ritrovare la stabilità economica che il Paese vantava prima della crisi.

L’ultima parola però spetta alle Istituzioni europee. Il Consiglio ha infatti dichiarato che per ottenere i fondi del Recovery Fund i singoli Stati dovranno sottoporre al suo giudizio i vari piani, che saranno vincolati al rispetto di determinati canoni e orientamenti dettati dal Consiglio stesso. Secondo le dichiarazioni della Presidente Ursula von der Leyen queste linee guida serviranno per la redazione dei piani di rilancio e “nello sviluppo delle strategie nazionali”.

Articolo pubblicato su ilcaffegeopolitico.net

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