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Il futuro del Kuwait dopo Sheikh Sabah al-Ahmad al-Sabah IV

Kuwait

Il 29 settembre è morto l’emiro del Kuwait Sheikh Sabah al-Ahmad al-Sabah IV. Ha reso il suo Paese uno degli attori più importanti per la mediazione e la risoluzione delle controversie in una delle regioni più conflittuali al mondo. L’articolo di Anthea Favoriti

Il 29 settembre è morto all’età di 91 anni l’emiro del Kuwait Sheikh Sabah al-Ahmad al-Sabah IV, il quale ha reso il Kuwait uno degli attori più importanti per la mediazione e la risoluzione delle controversie in una delle regioni più conflittuali al mondo. A succedergli è ora il fratellastro Nawaf al-Ahmad al-Sabah, principe ereditario già 83enne. Il Paese ha quindi assistito a una successione in linea orizzontale (da fratello a fratello) anziché verticale (da padre in figlio).

L’età avanzata del nuovo emiro rende cruciale la nomina del nuovo erede al trono, con un probabile aumento della competizione tra i diversi rami della famiglia. Tanto più che questa successione reitera le problematiche che si trascinano dal 2006. In quell’anno è saltata la tradizionale alternanza tra i due principali rami della famiglia regnante, gli al-Jaber e gli al-Salim. I primi hanno mantenuto il potere e lo hanno progressivamente accentrato nelle loro mani, mettendo loro esponenti ai vertici delle istituzioni dell’emirato. In più, anche Nawaf, come il suo predecessore, appartiene al ramo al-Jaber.

C’è poi un secondo motivo per cui la nomina dell’erede al trono è centrale: potrebbe influenzare fin da subito la politica dell’emirato. Infatti, benché Nawaf abbia ricoperto importanti cariche istituzionali, non è mai stato responsabile di dossier rilevanti. Di conseguenza, le sue capacità di leadership rimangono in gran parte non testate. In quest’ottica, il primo banco di prova per comprendere come si svilupperà la successione in Kuwait saranno le elezioni parlamentari del 28 novembre. Infatti, l’assemblea ha il potere di orientare e convalidare la nomina dell’erede al trono, fatto che potrebbe indurre i vari pretendenti a cercare di creare una maggioranza a loro favorevole.

Sul piano regionale, il nuovo emiro erediterà il ruolo di paese mediatore che il Kuwait ha ricoperto tradizionalmente, sia nei confronti delle tensioni Arabia Saudita-Iran, sia nelle più recenti dispute tra il Qatar e le altre monarchie del Golfo. Un capitale diplomatico che permette all’emirato di contare sulla scena internazionale e che la famiglia regnante tenterà con ogni probabilità di preservare.

Articolo pubblicato su cesi-italia.org

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