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G20, come tornare al multilateralismo durante la pandemia

G20

Lo scorso 21-22 novembre si è chiuso il Summit G20 di Riad. L’analisi di Fabrizio Botti

Lo scorso 21-22 novembre si è chiuso il Summit G20 di Riad con una dichiarazione dei leader che non ha risposto alle attese alimentate dell’efficacia mostrata dal G20 nel 2008-2009 in un contesto di profonda crisi finanziaria globale e alle sfide senza precedenti che la comunità internazionale si trova oggi ad affrontare, dall’emergenza sanitaria alla recessione economica passando per le tensioni sociali ed il cambiamento climatico.

Tali aspettative erano probabilmente sovrastimate, se si considerano il formato virtuale imposto dalla pandemia di Covid-19 alle sessioni, l’aggiustamento in corsa delle priorità su un piano di gestione nazionale della stessa ed il contesto geopolitico mutato rispetto alla grande recessione, in forza di una tensione crescente nelle relazioni tra Cina e Usa e del più generale affermarsi di leadership populiste all’interno del G20.

Tuttavia, tre iniziative promosse durante i lavori dell’anno saudita e formalizzate nella dichiarazione di Riad rilanciano il ruolo del G20 nel 2021, e segnano delle tracce promettenti per il lavoro della presidenza italiana nella promozione di una risposta condivisa alla crisi pandemica e all’indebolimento della governance economica globale.

Il rischio del nazionalismo sui vaccini

Nel comunicato finale i leader hanno riconosciuto il ruolo dell’immunizzazione diffusa come un bene pubblico globale, oltre ad esprimere pieno supporto alle iniziative come il Covax di condivisione globale del rischio per l’acquisto congiunto e la distribuzione equa di vaccini Covid-19.

Tuttavia, gli Usa non hanno ancora aderito all’iniziativa promossa dall’Oms e la mancanza di impegni definiti e vincolanti da parte del G20 fa temere per l’affermarsi di posizioni di vaccine nationalism nei prossimi mesi. Finora la gran parte dello stock di dosi dei vaccini di Pfizer e Moderna che potranno essere prodotte nel 2021 sono state accaparrate da Usa, Regno Unito, Ue e Giappone attraverso accordi di acquisto anticipati e, nel comunicato dei leader, non sono definiti impegni specifici per la distribuzione delle prime dosi ai Paesi più poveri.

Debito e credito globale

Nel mese di aprile, i ministri delle Finanze, i governatori e i direttori delle banche centrali dei 20 Stati membri, hanno adottato il cosiddetto G20 Action Plan, che fissa principi ed impegni condivisi per il coordinamento delle politiche fiscali e monetarie adottate dalle diverse nazioni al fine di sostenere una ripresa economica sostenibile attraverso una crescita economica inclusiva ed equilibrata.

L’iniziativa per la sospensione dei pagamenti del servizio del debito (Debt Service Suspension Initiative, Dssi) adottata nel mese di aprile del 2020 e diretta a 76 tra Paesi a basso e medio reddito, è stata estesa al giugno 2021 quando, d’accordo con il Club di Parigi dei creditori internazionali, sarà valutata una sua estensione per ulteriori sei mesi.

Oltre le iniziative di temporanea sospensione dei pagamenti degli interessi sul debito bilaterale, è stata adottata nel mese di novembre una cornice procedurale condivisa e coordinata con i creditori privati per la soluzione efficiente, tempestiva e sostenibile delle situazioni debitorie più critiche per i paesi candidati al Dssi, il cosiddetto Common Framework for Debt Treatments (Cfdt). Questa procedura di trattamento del debito è avviata su richiesta del debitore e può condurre ad una rinegoziazione dei termini nominali del prestito, ad una riduzione in valore atteso netto del debito ed anche alla cancellazione dello stesso.

Il programma italiano

Il programma del G20 italiano, che si articola attorno al trinomio “Persone, Pianeta e Prosperità“, identifica delle priorità in ambito economico e finanziario che mostrano un’inevitabile ed anche auspicata continuità con i lavori della presidenza saudita, in considerazione dell’immutato contesto di crisi pandemica globale previsto per il 2021.

Proprio con l’obiettivo di tutelare la salute pubblica mondiale ed in linea con il lavoro svolto durante la presidenza di Riad, la presidenza italiana del G20 intende promuovere un’iniziativa internazionale per l’eliminazione delle restrizioni al commercio di beni, equipaggiamenti e medicinali necessari alla prevenzione e all cura del Covid-19 e per garantire un accesso universale ed equo ai vaccini.

Un obiettivo prioritario dalla presidenza dell’Italia è la definizione di un “passaporto” che favorisca l’accesso delle micro, piccole e medie imprese alle catene globali del valore ed alla finanza per il commercio. Tale azione ambisce ad eliminare i vincoli più stringenti alla capacità delle imprese di piccola taglia di internazionalizzarsi, attraverso il riconoscimento del rispetto degli standard per operare sui mercati internazionali, evitando così di dover affrontare richieste autorizzative multiple e riducendo conseguentemente la burocrazia ed i costi di transazione legati alle procedure amministrative.

Le altre priorità in agenda

L’enfasi sull’empowerment femminile presente nell’agenda del G20 italiano troverà una prima declinazione nella promozione di una roadmap per il rilancio degli obiettivi di Brisbane per la riduzione del differenziale di genere nella partecipazione delle donne al mercato del lavoro. In tale ambito, sarà sostenuto anche il ruolo della digitalizzazione per una redistribuzione intra-familiare più equa del lavoro non retribuito ed una migliore conciliazione di lavoro e attività di cura.

Il G20 italiano avrà inoltre il delicato compito di dare sostanza agli impegni presi con il Cfdt di affrontare in maniera condivisa, sostenibile e duratura le situazioni di sofferenza nel rimborso dei prestiti da parte delle economie più vulnerabili, con un focus specifico sull’Africa che sarà trasversale alle diverse aree di intervento.

Sarà cruciale in tale campo ambire all’identificazione di meccanismi di ristrutturazione del debito sovrano che vincolino iniziative di sospensione o riduzione del debito alla liberazione di fondi per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.

Articolo pubblicato su affarinternazionali.it

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