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G7 Lavoro, quali rischi e opportunità dall’Intelligenza artificiale

G7 Lavoro

Si è concluso a Cagliari il G7 Lavoro presenziato dalla ministra Calderone, con focus sull’avvento dell’IA 

Le tecnologie basate su un’Intelligenza Artificiale sicura, protetta e affidabile, inclusa l’IA generativa, possono aumentare la produttività del lavoro, migliorare le condizioni di lavoro e la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, dare potere ai lavoratori e creare opportunità di lavoro di qualità, anche per le persone con disabilità, migliorare l’efficacia delle politiche del mercato del lavoro e della formazione e affrontare le carenze di manodopera.

“Inoltre l’IA può fungere da facilitatore per l’imprenditorialità, permettendo agli individui di sfruttare tecnologie avanzate per sviluppare e scalare progetti innovativi”.
Sono questi alcuni dei passaggi chiave sull’Intelligenza artificiale delle dichiarazioni conclusive, otto pagine più due allegati, firmate dai ministri al termine del G7 Lavoro che si è tenuto a Cagliari e presenziato dalla ministra italiana Elvira Calderone.

L’ATTENZIONE AI LAVORATORI, METTERE AL CENTRO DIRITTI UMANI E INCLUSIONE SOCIALE

Non poteva mancare ovviamente l’attenzione ai lavoratori: “Sottolineiamo che i benefici dell’IA nel mondo del lavoro possono essere massimizzati e distribuiti equamente solo quando i diritti umani e l’inclusione sociale sono al centro, dando potere ai lavoratori. Per sfruttare appieno le opportunità offerte dall’IA, dobbiamo continuare a conciliare lo sviluppo tecnologico con la protezione dei diritti dei lavoratori e minimizzare i possibili rischi per il mondo del lavoro, in particolare per le persone in situazioni vulnerabili e marginalizzate.

Questi rischi – prosegue la dichiarazione conclusiva – includono l’aumento delle disuguaglianze e delle discriminazioni, un impatto negativo sulla salute e sicurezza sul lavoro, inclusa la salute mentale, l’indebolimento della rappresentanza dei lavoratori e del potere di contrattazione collettiva, l’uso improprio della sorveglianza digitale dei lavoratori, nonché minacce alla privacy e alla responsabilità nel mondo del lavoro. Evidenziamo che il dialogo sociale e la contrattazione collettiva possono aiutare a garantire l’adozione sicura, protetta e affidabile dell’IA nel mondo del lavoro”.

G7 LAVORO: DOCUMENTO FINALE, IMPEGNO A RIQUALIFICAZIONE LAVORATORI SOSTITUITI DA IA

I Paesi del G7, si legge ancora nella dichiarazione finale, si adopereranno per un’intelligenza artificiale centrata sull’uomo e socialmente responsabile, garantendo lavoro dignitoso e opportunità di riqualificazione per tutti i lavoratori, inclusi quelli che sono stati sostituiti dall’intelligenza artificiale.

I ministri del lavoro “promuoveranno un piano d’azione in stretta cooperazione con il settore privato, le organizzazioni dei lavoratori, la società civile, il mondo accademico e tutte le parti interessate”. Riconoscono il valore delle iniziative di cooperazione internazionale “per affrontare i divari digitali che potrebbero ampliare le disuguaglianze globali, incluse quelle di genere, con un’attenzione particolare ai Paesi in via di sviluppo e alle economie emergenti”. Sottolineano inoltre l’importanza di garantire la protezione dei principi e dei diritti fondamentali nel lavoro per i lavoratori della catena di approvvigionamento dell’IA, “sia all’interno che all’esterno dei Paesi del G7, inclusi quelli che revisionano e affinano i dati utilizzati per addestrare i sistemi”.

SOSTEGNO ALL’INVECCHIAMENTO ATTIVO E IN SALUTE

C’è anche il sostegno all’invecchiamento attivo e in salute, anche con opportunità di lavoro di qualità e di apprendimento permanente a tutte le età. Come? Attirando e trattenendo meglio i lavoratori anziani, promuovendo una maggiore flessibilità nei percorsi di carriera e affrontando la discriminazione basata sull’età nei luoghi di lavoro, anche attraverso il dialogo sociale a tutti i livelli. “Lavoreremo inoltre – si legge nel documento finale – per superare le barriere strutturali alla partecipazione al mercato del lavoro e attivare il potenziale non sfruttato degli occupati sottoutilizzati e degli inattivi, inclusi i lavoratori anziani, le persone con disabilità, coloro con condizioni di salute a lungo termine, i giovani e le donne”.

Nei Paesi del G7 la quota di persone anziane aumenterà rapidamente nei prossimi decenni. “Una popolazione che invecchia sta rapidamente diventando uno dei fattori di carenza di manodopera nei settori economici chiave di molti Paesi e pone diverse sfide, come la sostenibilità della protezione sociale, inclusi i sistemi di sicurezza sociale, l’equità intergenerazionale, più persone che necessitano di assistenza e maggiore pressione sul settore dell’assistenza”.

MINISTRA CALDERONE: IL TEMA NON E’ ALLUNGARE L’ETA’ PENSIONABILE

“Parlare di invecchiamento attivo della popolazione non deve farci pensare che cambi qualcosa in termini di allungamento dell’età pensionabile”, ha poi precisato la ministra del Lavoro, Marina Calderone, nella conferenza stampa in cui ha riassunto i contenuti di quella che ha più volte chiamato la “dichiarazione di Cagliari”. Si tratta, invece, di capire – ha detto la ministra – “in che modo nel mondo del lavoro possono coesistere più generazioni. Questo è il momento in cui abbiamo 5 generazioni al lavoro.

Abbiamo un dato tendenziale che ci dice che, invecchiando la popolazione, avremo un problema legato al tasso di sostituzione, tra chi andrà in pensione e chi entrerà al lavoro nei prossimi anni. Il modo in cui si trasferiranno le competenze e soprattutto come si potranno valorizzare quelle di chi è giunto alla fine della sua attività lavorativa, per me, traducono in modo efficace un concetto di invecchiamento attivo. Noi non possiamo pensare che finita l’esperienza lavorativa, le persone debbano essere abbandonate a loro stesse. Fare una politica che integri gli anziani vuol dire fare in modo che i nostri anziani possano vivere bene anche questa fase della loro vita senza doverla considerare una condizione patologica e quindi una malattia”.

G7 LAVORO, NEL DOCUMENTO FINALE IMPEGNO PER COLMARE DIVARIO RETRIBUZIONE DONNE

Nella dichiarazione finale firmata dai rappresentanti dei ministri del Lavoro che hanno partecipato al G7 di Cagliari, viene sottolineata la necessità e l’urgenza di “colmare il divario retributivo e occupazionale di genere, affrontare la violenza e le molestie di genere nel mondo del lavoro e promuovere un miglior equilibrio tra vita lavorativa e privata per tutti i lavoratori, in particolare le donne”. Verrà promossa inoltre la “salute delle donne nel luogo di lavoro”, oltre a promuovere “un accesso equo a un’istruzione, una formazione professionale e una alfabetizzazione digitale di qualità, sicura, accessibile e inclusiva per donne e ragazze, anche nei paesi emergenti e in via di sviluppo. Lavoreremo per garantire uno sviluppo e un uso dell’IA e di altre tecnologie nei mercati del lavoro e nelle istituzioni che sia trasformativo rispetto al genere, sicuro, protetto e affidabile, contribuendo a colmare i divari di genere”.

Leggi qui la Dichiarazione congiunta dei ministri del Lavoro e dell’Occupazione

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