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G7 sull’Afghanistan, cosa è stato deciso?

G7 Afghanistan

Appello di Draghi ai leader del G7 sull’Afghanistan: «L’Italia reindirizzerà le risorse che erano destinate alle forze militari afghane verso gli aiuti umanitari. Chiedo a tutti voi di unirvi a questo impegno, compatibilmente con la situazione dei vostri Paesi»

Trentuno agosto. È la data rimbalzata più volte, da un leader all’altro, nel G7 sull’Afghanistan di ieri. Fino all’ultimo Londra e Parigi, che hanno il maggior quantitativo di personale da evacuare, hanno provato a convincere Washington a dilatare la partenza, anche per non far vedere al mondo che l’Occidente scappa di fronte all’avanzata talebana e ottempera al loro ultimatum.

Nella stessa serata, le prime truppe USA ancora presenti a Kabul hanno cominciato a lasciare l’Afghanistan, questo perché il ritiro completo verrà portato a termine entro il 31 agosto. Si tratta di alcune centinaia di soldati che si sono già imbarcati sui circa 5.800 ancora presenti nell’aeroporto della capitale afghana. Il presidente statunitense Joe Biden è infatti rimasto sulle sue posizioni, a tal punto che al premier britannico Boris Johnson non è restato altro da dire se non un mesto «Andremo avanti fino all’ultimo momento possibile » coi rimpatri, aggiungendo di essere «fiducioso» che il Regno Unito possa riuscire a evacuare «altre migliaia» di persone.

Nulla di fatto, insomma, sull’estensione della deadline per le evacuazioni da Kabul, come ha sottolineato la cancelliera tedesco Angela Merkel. «La conferenza non ha portato a nuove date» sulla fine della missione di evacuazione, ha detto Merkel alla stampa dopo l’incontro in formato virtuale. La cancelliera ha aggiunto che ci sono state intense discussioni sulla possibilità di utilizzare un aeroporto a gestione civile dopo tale scadenza e che la Germania è pronta a lavorare con i paesi vicini all’Afghanistan, come il Pakistan e l’Iran, per aiutare i rifugiati.

L’Italia, tramite la figura del presidente del Consiglio Mario Draghi ha invece sottolineato la necessità di «mantenere un canale di contatto anche dopo la scadenza del 31 agosto e la possibilità di transitare dall’Afghanistan in modo sicuro. Inoltre, dobbiamo assicurare – sin da subito – che le organizzazioni internazionali abbiano accesso all’Afghanistan anche dopo questa scadenza».

«La nostra priorità immediata è garantire l’evacuazione sicura dei nostri cittadini e degli afghani che hanno collaborato con noi e aiutato i nostri sforzi negli ultimi 20 anni, e garantire un passaggio sicuro continuo fuori dall’Afghanistan». È quanto affermato dai leader del G7 nella dichiarazione finale diffusa al termine del vertice sull’Afghanistan. «Continueremo a coordinarci strettamente su questo e ci aspettiamo che tutte le parti continuino a facilitarlo e a garantire la sicurezza del personale umanitario e medico», viene spiegato nel documento.

«Chiediamo – si legge – a tutte le parti in Afghanistan di lavorare in buona fede per stabilire un governo inclusivo e rappresentativo, anche con la partecipazione significativa di donne e gruppi minoritari». «Qualsiasi futuro governo afghano deve aderire agli obblighi internazionali e all’impegno dell’Afghanistan per la protezione contro il terrorismo; salvaguardare i diritti umani di tutti gli afghani, in particolare donne, bambini e minoranze etniche e religiose; sostenere lo stato di diritto; consentire l’accesso umanitario senza ostacoli e incondizionato; e contrastare efficacemente il traffico di esseri umani e di droga», sottolinea la dichiarazione. «La legittimità di qualsiasi futuro governo dipende dall’approccio che adotta ora per sostenere i propri obblighi e impegni internazionali per garantire un Afghanistan stabile».

In parallelo col G7, dall’Afghanistan i talebani hanno fatto sapere di aver nominato l’ex detenuto di Guantanamo, Abdul Qayyum Zakir, ministro della Difesa ad interim. “Abbiamo crescenti preoccupazioni” in merito alle minacce alla sicurezza a Kabul: lo ha detto la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki in un briefing con la stampa. La Banca Mondiale ha sospeso gli aiuti all’Afghanistan, motivando la decisione con una “profonda preoccupazione” per la situazione nel Paese. Giorni fa aveva sospeso gli aiuti anche il Fondo monetario internazionale.

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