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I 100 anni del PCC

100 Anni Pcc

Così la Cina di Mao Zedong prima e quella di Deng Xiaoping poi hanno costruito la potenza economica mondiale per Xi Jinping oggi. Breve storia del progetto di lunga durata del PCC (1921-2021)

Il Partito Comunista Cinese (PCC) è nato nel 1921, governa la Repubblica Popolare Cinese dal 1949 e ha celebrato il suo 100° anniversario il 1° luglio. Con più di 90 milioni di membri, il PCC è uno dei più grandi partiti politici del mondo.

I POTERI DEL PCC

Come partito al potere in Cina, il PCC monopolizza sia lo Stato che la società. Controlla l’esercito e la polizia, insieme alle nomine del personale in tutte le istituzioni politiche, i media e il sistema giudiziario.

IL DISCORSO DI XI JINPING

Nel discorso pronunciato dal podio di piazza Tienanmen di fronte a 70mila persone, Xi Jinping ha celebrato l’ascesa “irreversibile” della Cina, da colonia umiliata a grande potenza mondiale, che non verrà più “bullizzata” dalle potenze straniere. Secondo il Presidente è stato il PCC ad aver cambiato il destino della Cina e lo sviluppo del mondo.

“Il popolo cinese – ha detto Xi Jinping – non permette a nessuna forza straniera di intimidirci, opprimerci o renderci schiavi, chiunque desideri farlo deve essere pronto ad affrontare spargimenti di sangue” poiché “chiunque tenti di opprimere la Cina si scontrerà contro una Grande Muraglia di acciaio”.

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MODIFICA AD PERSONAM

L’attuale leader del partito, Xi Jinping, è il presidente della Cina dal 2013. Una controversa modifica alla costituzione del Paese ha abolito i limiti di durata del mandato nel 2018, aprendogli la strada per rimanere al potere a tempo indeterminato.

COME È NATO IL PCC

Il PCC affonda le sue radici nel Movimento del 4 maggio 1919, il movimento studentesco di protesta che in quel giorno scese in massa per le strade di Pechino protestando contro i negoziati sul Trattato di Versailles, l’accordo di pace redatto per porre fine alla Prima guerra mondiale.

Anche se la Cina era dalla parte dei vincitori, le potenze occidentali avevano deciso di consegnare al Giappone le vecchie concessioni della Germania nella provincia cinese orientale dello Shandong.

Questa notizia indignò gli studenti cinesi, che in migliaia marciarono verso la Porta di Tienanmen mentre merci e libri giapponesi venivano ammassati e bruciati per le strade. I manifestanti ritenevano debole e inefficace il governo di fronte all’imperialismo occidentale. Due anni dopo a Shanghai fu fondato il PCC.

LA “PULIZIA DEL PARTITO”

Nel 1927 il Kuomintang, o Partito Nazionalista Cinese, epurò il partito comunista a Shanghai, portando a una guerra civile tra comunisti e nazionalisti che sarebbe durata più di 20 anni. Migliaia di persone morirono in quella che i nazionalisti chiamarono la “pulizia del partito”.

MAO ZEDONG

Dopo la Lunga Marcia del 1935, Mao Zedong prese il comando del partito e Yan’an, nel nord della Cina, divenne la roccaforte dei comunisti per il decennio successivo.

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LA ROTTURA CON IL GOVERNO NAZIONALISTA

Durante la seconda guerra tra Cina e Giappone causata dall’espansione dell’influenza giapponese in Cina, nel 1937, i comunisti si impegnarono a sostenere il governo nazionalista per sconfiggere i giapponesi, ma la loro alleanza finì nel 1945 dopo che il Giappone si arrese agli alleati, ponendo fine alla Seconda guerra mondiale.

LA NASCITA DELLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE

La guerra civile tra comunisti e nazionalisti finì nell’ottobre 1949 quando fu fondata la Repubblica Popolare Cinese e Mao si nominò capo dello Stato. I nazionalisti sconfitti, guidati da Chiang Kai-shek, fuggirono sull’isola di Taiwan.

IL PIANO DI MAO

Alla fine degli anni ‘50, i piani di Mao per raggiungere rapidamente le nazioni industrializzate del mondo si concretizzarono nel “grande balzo in avanti”, con il governo cinese che cercò di far progredire la produzione industriale e agricola del Paese eliminando le fattorie private e creando enormi collettivi. Ma i rapidi cambiamenti provocarono il crollo della produzione di grano, facendo precipitare la Cina in una carestia di massa che avrebbe ucciso decine di milioni di persone.

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LA RIVOLUZIONE CULTURALE DEL ‘66

Nel 1966, durante la rivoluzione culturale del Paese, lo Stato guidò una campagna per distruggere la letteratura, l’arte e l’architettura ritenute non abbastanza rivoluzionarie o moderne.

Mao cercò di aggrapparsi al potere costruendo un fanatico culto della personalità intorno a sé stesso e alle sue idee, gettando il Paese nel caos. Mise l’Esercito Popolare di Liberazione e i suoi giovani sostenitori conosciuti come le Guardie Rosse a caccia di streghe contro i suoi oppositori.

Nel decennio successivo, milioni di cinesi soffrirono o perirono, in particolare insegnanti, scrittori, artisti, leader di partito, chiunque fosse in qualche modo “reazionario”.

L’ASCESA DI DENG XIAOPING

Mao morì nel 1976, all’età di 82 anni. Seguì una breve lotta di potere che alla fine portò all’ascesa di Deng Xiaoping nel 1978. La visione di Deng avrebbe portato la Cina ad aprire progressivamente la Cina al commercio internazionale, abbracciare le riforme di mercato e il capitalismo, declinato verso un “socialismo con caratteristiche cinesi”.

PIAZZA TIENANMEN

Il 4 giugno 1989 le truppe cinesi iniziarono a reprimere violentemente i manifestanti pro-democrazia che erano scesi in piazza a protestare per oltre un mese.

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GLI ANNI DI JIANG ZEMIN E HU JINTAO

Nel 1993 Jiang Zemin, già segretario generale del PCC, divenne presidente e servì fino al 2003. Durante quegli anni, il 1° luglio 1997, la colonia britannica di Hong Kong tornò alla Cina.

Nel 2002 divenne segretario del PCC Hu Jintao e l’anno successivo prese il posto di Jiang Zemin come presidente della Repubblica. Espressione di una nuova classe dirigente, tecnocratica e pragmatica, Hu Jintao ha proseguito sulla strada della liberalizzazione economica portando la Cina ai vertici delle potenze economiche mondiali.

LA POLITICA DEL FIGLIO UNICO

La politica del figlio unico fu introdotta nel 1979 quando il governo temeva un rapido aumento della popolazione dopo il baby boom degli anni ‘50 e ‘60. Il tasso di fertilità del Paese è di conseguenza sceso drasticamente, da un picco di quasi sei nascite per ogni donna tra il 1960 e il 1965 a 1,5 tra il 1995 e il 2014.

Nel 2015, la Cina ha deciso di rovesciare la politica decennale e permettere alle coppie di avere due figli e proprio quest’anno il governo ha annunciato che permetterà alle coppie di avere tre figli, ma non è chiaro quando la nuova politica avrà effetto.

LA CINA DI OGGI

Come ha scritto in un recente articolo la professoressa Barbara Onnis, autrice del volume La Cina nelle Relazioni Internazionali (Carocci editore, 2011), la Cina di Xi Jinping celebra il centenario della fondazione del Partito e contestualmente il raggiungimento del primo dei “due obiettivi centenari”, ossia il raggiungimento di una “società moderatamente prospera sotto tutti gli aspetti”.

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Uno degli obiettivi strategici di Xi Jinping è migliorare le condizioni di vita dell’intera popolazione, in particolare di coloro che vivono al di sotto o vicino alla soglia di povertà. “A questo proposito il governo comunista di Pechino vanta il record di aver ridotto la percentuale di popolazione rurale che vive sotto la soglia di povertà dal 97,5% del 1978 all’1,7% del 2018, una cifra che rappresenta circa il 70% dello sradicamento della povertà globale nello stesso lasso di tempo”, scrive Onnis.

Pechino si prepara così per l’importante vertice del PCC previsto per l’autunno del 2021, che precede il XX Congresso, in programma per il 2022, che avrà il compito di confermare la leadership di Xi Jinping per un ulteriore decennio.

Leggi anche: La Cina affila le unghie. Cosa si è detto all’Assemblea nazionale del popolo

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