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I russi non useranno l’atomica. Possiamo fidarci?

Contro Sanzioni Mosca Invasione Dell'ucraina Lista Dei Paesi Ostili

I Graffi di Damato

Neppure l’esclusione dell’uso delle armi nucleari nella guerra in Ucraina annunciata dal ministro degli Esteri di Mosca ha fatto passare la paura di chi per scongiurarlo critica gli aiuti militari dell’Occidente a quanti stanno resistendo alla “morsa d’acciaio” -come l’ha definita il manifesto- sul paese disgraziatamente confinante con la Russia di Putin, il redivivo Pietro il Grande o Breznev, secondo i gusti o le opinioni.

Non vi avrebbe creduto neppure il consigliere “guerrafondaio” e loquacissimo della Casa Bianca Lutvack. Al quale non è parso vero alla Verità di Maurizio Belpietro di potere attribuire, non so se a torto o a ragione, una “frenata” sulla strada del presidente americano Joe Biden. Che anche nel vertice di ieri a distanza fra i leader occidentali, compreso il presidente del Consiglio italiano isolato nella sua casa umbra per il Covid, ha insistito sulla necessità di sanzionare sempre di più la Russia e armare sempre di più gli ucraini che le tengono testa. Così -avrebbe a sorpresa detto Lutwack- si potrebbe lasciare a Putin solo “la via d’uscita dell’atomica”, nonostante le dichiarazioni del suo ministro degli Esteri.

Di atomico, nucleare e quant’altro sino ad ora si deve comunque registrare solo l’uso delle parole per contestare in fondo la resistenza degli ucraini e lamentarne l’irresponsabilità, più che il coraggio o l’eroismo. L’irresponsabilità, in particolare, di esagerare nell’uso del pur legittimo e comprensibile diritto alla difesa infliggendo all’incolpevole popolazione civile delle terre già invase dai russi, o che stanno per esserlo, ma anche di quelle che neppure rischiano di esserlo, morti, feriti e distruzioni. Che potrebbero invece cessare con una realistica resa, nella previsione che prima o dopo Putin vincerà la sua partita, pur a bottino forse ridotto rispetto ai progetti originari.

Era impressionante assistere ieri sera, nel salotto televisivo di Giovanni Floris, su la 7, allo scontro fra cattolici non tanto uniti nella comunione alle preghiere del Papa ma divisi sul diritto alla difesa pur riconosciuto ripetutamente, e realisticamente, dal segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin, non ancora rimosso dal Pontefice, verrebbe voglia di dire. Gli uni e gli altri si rinfacciavano passi della Bibbia e del Vangelo per riconoscere o negare questo diritto, o le sue dimensioni, e per condannare o condividere gli aiuti che gli ucraini stanno ricevendo paradossalmente -secondo i critici- per ritardare la fine del fuoco e aumentare le loro perdite. E tutto sullo sfondo di un atteggiamento o di un orientamento contrario al ruolo che sta esercitando Biden, cinicamente protetto -sostiene oggi con tanto di fotomontaggio sulla prima pagina il solito Fatto Quotidiano– dal basso costo americano delle sanzioni ordinate e praticate contro la Russia.

A Biden e ai suoi Stati Uniti le sanzioni costerebbero, in particolare, solo lo 0,3 per cento di perdita del Pil, o reddito nazionale, all’Unione Europea di Ursula von der Layan, comprensiva dell’Italia, l’1,1 per cento, alla Russia di Putin l’8,5 per cento e all’Ucraina, o a ciò che ne resterà, di Zelensky ben il 35 per cento, più di tutti cioè: a conferma, quindi, della “irresponsabilità”, come dicevo prima, della sua resistenza all’invasione, e dei suoi appelli all’Occidente a mandare sempre più armi e a decidere sempre più misure di ritorsione economica contro gli invasori.

A Biden e ai suoi Stati Uniti le sanzioni costerebbero, in particolare, solo lo 0,3 per cento di perdita del Pil, o reddito nazionale, all’Unione Europea di Ursula von der Layan, comprensiva dell’Italia, l’1,1 per cento, alla Russia di Putin l’8,5 per cento e all’Ucraina, o a ciò che ne resterà, di Zelensky ben il 35 per cento, più di tutti cioè: a conferma, quindi, della “irresponsabilità”, come dicevo prima, della sua resistenza all’invasione, e dei suoi appelli all’Occidente a mandare sempre più armi e a decidere sempre più misure di ritorsione economica contro gli invasori.

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