Il Covid fa male anche a Topolino, Disney chiude 60 store

Disney ha 300 negozi ufficiali in tutto il mondo: dopo la cura di cavallo per riprendersi dalla crisi economica solo l’80% resterà aperto

Il Coronavirus a quanto pare infetta pure i topi, anche quelli animati. Non parliamo dei test di laboratorio condotti sulle cavie, ma dei danni economici della pandemia che si riverberano ora su Walt Disney, la storica casa di Topolino, Paperino & Co. Già alle prese con i danni per la chiusura prolungata dei suoi parchi tematici, il colosso USA prova a tamponare le perdite (nel pieno della pandemia ha registrato un passivo di oltre 710 milioni di dollari, mentre i ricavi sono scesi a 14,7 miliardi rispetto ai 19,1 miliardi dello stesso periodo dell’anno scorso) ridisegnando la geografia dei negozi sparsi per i 50 Stati americani, molti delle quale a rischio chiusura.

DISNEY PROVA A FRENARE LE PERDITE ABBASSANDO SERRANDE

Attualmente, in tutto il mondo ci sono 300 Disney Store. Dopo la cura dimagrante ne resterà aperto poco meno dell’80%. Solo nel Nord America abbasseranno le serrande per sempre 60 punti vendita. Il gigante dell’intrattenimento ha deciso di rilanciarsi puntando tutto sullo shopping online.

La decisione è stata presa a seguito del fatto che, sebbene negli USA i negozi continuino a restare aperti, gli americani tendono a evitare di recarsi in quelli che non vendono generi di prima necessità, preferendo piuttosto fare acquisti tramite Internet per ciò che riguarda il settore dell’intrattenimento.

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“Ora abbiamo intenzione di creare un’esperienza di ecommerce più flessibile e interconnessa che dia ai consumatori un facile accesso a prodotti unici e di alta qualità in tutti i nostri franchise”, ha sottolineato Stephanie Young, presidente della Disney per i prodotti di consumo, i giochi e le pubblicazioni.

I rappresentanti del marchio si sono rifiutati di comunicare alla stampa in quali località saranno chiusi i Disney Store e quanti dipendenti saranno licenziati. Si sa solo che le chiusure non riguarderanno i negozi Disney che operano all’interno di altri punti vendita come i negozi Target negli Stati Uniti e i negozi Alshaya Group in Medio Oriente. Già lo scorso anno il gruppo aveva annunciato circa 30mila licenziamenti.