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Il Pnrr… croce e delizia di Fitto in Ue
Secondo le indiscrezioni dei media per Raffaele Fitto in arrivo deleghe pesanti, anche sul Pnrr, in vista del suo prossimo ruolo di commissario Ue
I rumors che arrivano anche dalla stampa estera danno in grande ascesa le quotazioni dell’italiano Raffaele Fitto per un ruolo di rilievo all’interno della prossima commissione europea.
SECONDO WELT, A FITTO UNA VICEPRESIDENZA ESECUTIVA CON ECONOMIA E PNRR
Il quotidiano tedesco die Welt scrive che “per la prima volta un populista di destra, Raffaele Fitto, membro del partito Fratelli d’Italia della prima ministra Giorgia Meloni, otterrà una carica di vertice nella Commissione europea. Fitto diventerà vicepresidente esecutivo della Commissione e sarà responsabile dell’economia e degli aiuti alla ricostruzione dopo la pandemia per un valore di oltre 700 miliardi di euro”. Lo scrive il quotidiano tedesco die Welt, segnalando che la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen avrà cinque vicepresidenti esecutivi.
CHI SONO GLI ALTRI PROBABILI VICEPRESIDENTI ESECUTIVI
Oltre a Fitto e all’Alto rappresentante Ue per la politica estera – carica per la quale è stata indicata l’ex premier estone Kaja Kallas – secondo la Welt von der Leyen vorrebbe cinque vicepresidenti esecutivi. Tra questi ci sarebbero il conservatore lettone Valdis Dombrovskis, a cui andrebbero le deleghe per l’allargamento e la ricostruzione dell’Ucraina.
In base alle notizie raccolte dal quotidiano tedesco, gli altri vicepresidenti esecutivi potrebbero essere la socialista spagnola Teresa Ribera Rodriguez con la delega per la transizione e il liberale francese Thierry Breton (industria e autonomia strategica). L’olandese Wopke Hoekstra si dovrebbe occupare delle relazioni commerciali mentre il nuovo commissario europeo per l’energia, sempre secondo le indiscrezioni raccolte da Die Welt, dovrebbe essere l’attuale ministro dell’industria ceco Josef Sikela. Lo slovacco Maros Sefkovic dovrebbe occuparsi della riduzione della burocrazia e delle questioni inter-istituzionali, mentre il polacco Piotr Serafin sarà responsabile del bilancio, guidando quindi i negoziati sul nuovo bilancio settennale dell’Ue.
NEL FRATTEMPO DALL’UE ARRIVA L’ALLARME SUI RITARDI DEL PNRR
Il Pnrr rischia di essere croce e delizia ancora a lungo per l’attuale ministro Fitto, vero uomo macchina e immagine del Piano di ripresa e resilienza targato governo Meloni. Fitto, quindi, se confermate le indiscrezioni della stampa, dovrebbe continuare a occuparsi anche in Europa del Pnrr con riferimento agli “aiuti alla ricostruzione dopo la pandemia per un valore di oltre 700 miliardi di euro”.
Dall’Ue arriva una doccia fredda, come riportato oggi anche su La Stampa: “Il Recovery Fund europeo procede a rilento ed è arrivato al giro di boa con un notevole ritardo: solo un terzo dei fondi erogati e solo il 30% degli obiettivi raggiunti. Tanto che secondo la Corte dei Conti Ue «l’assorbimento e il completamento delle misure nella seconda metà del periodo di attuazione sono a rischio». Si tratta di un avvertimento generalizzato, che non riguarda solo l’Italia – precisa il quotidiano torinese -, il cui Pnrr al momento sembra tenere il passo meglio di molti altri”.
FITTO E IL PNRR, UNA ‘BELLA GATTA DA PELARE’
Ma “il campanello d’allarme suona nelle orecchie della prossima Commissione e in particolare del commissario che avrà la responsabilità del programma europeo, che con ogni probabilità sarà l’italiano Raffaele Fitto. Se verrà confermato dal Parlamento Ue, e se verranno confermate le deleghe alle quali ambisce, l’attuale ministro – sottolinea La Stampa – si troverà per le mani una bella gatta da pelare: fare in modo che i Paesi intensifichino l’attuazione delle riforme e degli investimenti e accelerino sul fronte dell’assorbimento delle risorse”.
“(…) Il verdetto dei giudici contabili arriva proprio nei giorni in cui a Bruxelles – ricorda il quotidiano – si torna a parlare di una possibile riforma della politica di Coesione, da modellare proprio sullo schema del Pnrr, con l’erogazione dei fondi vincolata alla realizzazione delle riforme. Si tratterebbe di una rivoluzione che però potrebbe scontrarsi contro gli stessi ostacoli del Recovery Fund, con il rischio che i Paesi beneficiari (e l’Italia è tra questi) finiscano per perdere i soldi. Anche questa riforma potrebbe finire tra le deleghe di Fitto” conclude il giornale.