Intesa sui dazi tra Usa e Cina: i colloqui di Ginevra in Svizzera sfociano in una riduzione del 115% sui dazi da ambo le parti e una parziale tregua di 90 giorni. Ecco i dettagli dell’accordo
Una prima importantissima tregua nella guerra commerciale tra Usa e Cina: dal 14 maggio sospensione per buona parte dei dazi reciproci con aliquote ridotte del 115%. I prodotti cinesi verranno dunque tassati del 30% al loro ingresso negli Stati Uniti, mentre le merci destinate al percorso inverso, dagli Usa alla Cina, saranno sottoposti a tariffe del 10%.
L’intesa sui dazi tra Usa e Cina alimenta le speranze mondiali di distensione e ripresa del dialogo economico tra le due superpotenze, i cui attriti stanno mettendo in grave difficoltà l’economia globale.
COSA CONTIENE L’INTESA TRA USA E CINA
Come recita il comunicato congiunto redatto dalle due delegazioni durante i colloqui a Ginevra, gli Usa “modificheranno l’applicazione dell’aliquota aggiuntiva ad valorem sui dazi doganali di origine cinese (inclusi quelli delle regioni speciali di Hong Kong e Macao), sospendendo 24 punti percentuali di tale aliquota per un periodo iniziale di 90 giorni, mantenendo al contempo la restante aliquota ad valorem del 10% su tali articoli”.
Simmetricamente anche la Cina “modificherà di conseguenza l’applicazione della tariffa addizionale ad valorem sugli articoli provenienti dagli Stati Uniti, sospendendo 24 punti percentuali di tale tariffa per un periodo iniziale di 90 giorni, mantenendo al contempo una tariffa addizionale residua del 10% su tali articoli, e rimuovendo le tariffe addizionali modificate imposte”.
Successivamente all’attuazione di queste misure, il comunicato accenna anche all’intenzione di proseguire “le discussioni sulle relazioni economiche e commerciali”, individuando i delegati per le future trattative – letteralmente: “il meccanismo di consultazione” – in He Lifeng, Vicepremier del Consiglio di Stato, per la parte cinese, e il Segretario del Tesoro Usa Scott Bessent insieme al Rappresentante per il Commercio Jamieson Greer.
Durante la conferenza stampa tenutasi a margine dei colloqui, Scott Bessent ha commentato l’intesa sui dazi tra Usa e Cinaaggiungendo che sia Washington che Pechino non vogliono il disaccoppiamento tra le due economie.
“Gli incontri – continua la nota – si terranno alternativamente in Cina e negli Stati Uniti, oppure in un Paese terzo concordato da entrambe le Parti. All’occorrenza, potranno essere avviate consultazioni operative a livello tecnico per approfondire specifiche tematiche economiche e commerciali”.
LE REAZIONI
Durante la conferenza stampa tenutasi a margine dei colloqui, Scott Bessent ha commentato l’intesa aggiungendo che sia Washington che Pechino non vogliono il disaccoppiamento tra le due economie.
Trump ha fornito una lettura positiva dei colloqui prima ancora che si concludessero, affermando che le due parti avevano negoziato “un reset totale in modo amichevole, ma costruttivo”. Il presidente statunitense aveva imposto i dazi anche in seguito alla dichiarazione di emergenza nazionale per il traffico di fentanyl negli Stati Uniti, e Greer ha affermato che le discussioni sul contenimento dell’oppiaceo mortale sono state “molto costruttive”, anche se condotte su un binario separato.
“È meglio di quanto mi aspettassi. Pensavo che i dazi sarebbero stati ridotti fino a circa il 50% – ha dichiarato Zhiwei Zhang, capo economista di Pinpoint Asset Management a Hong Kong. – È chiaramente una notizia molto positiva per le economie di entrambi i Paesi e per l’economia globale, e rende gli investitori molto meno preoccupati per i danni alle catene di approvvigionamento globali nel breve termine”.
Il vicepremier cinese He Lifeng è stato meno categorico nelle sue dichiarazioni, ma ha comunque salutato i “progressi sostanziali” a seguito dei colloqui che si sono tenuti nella villa privata e recintata dell’ambasciatore svizzero presso le Nazioni Unite, con vista sul Lago di Ginevra.
L’annuncio ha avuto un impatto immediato sui mercati finanziari globali. Negli Stati Uniti, gli indici S&P 500 e Nasdaq hanno registrato un aumento fino al 3,5%, mentre il dollaro si è rafforzato e i rendimenti dei titoli del Tesoro a 10 anni sono saliti. Intanto anche i mercati europei e asiatici hanno mostrato segnali positivi, con rialzi significativi nei settori automobilistico e minerario.