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Israele, cos’è lo Shin Bet e chi è il nuovo capo

Il generale David Zini è stato nominato da Netanyahu alla guida del servizio di sicurezza interna israeliano

Colpo di scena nel cuore dell’intelligence israeliana: Netanyahu nomina un generale controverso alla guida dello Shin Bet. Ma chi è David Zini? E perché questa scelta sta facendo discutere anche i piani alti dell’esercito e della magistratura?

Lo Shin Bet (abbreviazione ebraica per Sherut haBitachon haKlali) è il servizio di sicurezza interna israeliano. Una sorta di “FBI con il Mossad alle spalle”, per capirci: si occupa di antiterrorismo, controspionaggio, sorveglianza interna e protezione delle infrastrutture sensibili. È un’agenzia potentissima, tanto segreta quanto centrale nella difesa dello Stato di Israele, soprattutto in tempi di guerra e tensioni come quelli attuali.

CHI E’ DAVID ZINI

Il generale David Zini non è un volto qualsiasi. Classe militare dura e pura, attualmente a capo del Comando di addestramento delle Forze di Difesa israeliane (Idf), ha ricoperto ruoli chiave, tra cui quello di responsabile per l’integrazione dei militari ultra-ortodossi nell’esercito. È noto anche per un rapporto redatto nel marzo 2023, in cui aveva previsto con precisione la possibilità di un raid a sorpresa in quasi tutti i settori della Divisione di Gaza. Un’analisi che oggi appare quasi profetica.

Nelle scorse ore il primo ministro Benjamin Netanyahu ha annunciato la sua scelta: sarà Zini a guidare lo Shin Bet a partire dal 15 giugno, succedendo a Ronen Bar. Ma la decisione ha scatenato forti polemiche intgerne. Il capo di Stato maggiore Eyal Zamir non sarebbe stato consultato prima della nomina – un dettaglio non da poco, dato che Zini è ancora un generale in servizio attivo. Per ore si è parlato di “licenziamento”, poi l’Idf ha precisato: “Zini non è stato cacciato, ma lascerà l’esercito per assumere il nuovo incarico”.

IL NODO GIURIDICO E LE ACCUSE DI CONFLITTO DI INTERESSI

La vera bomba però è arrivata dalla procuratrice generale Gali Baharav-Miara, che ha definito “illegale” il licenziamento di Ronen Bar e ha messo in dubbio la legittimità dell’intera procedura. Il motivo? Un possibile conflitto di interessi: lo Shin Bet sta indagando su collaboratori molto vicini a Netanyahu. Insomma, il sospetto è che il premier stia cercando di mettere un fedelissimo al comando di un’agenzia che potrebbe creargli problemi giudiziari.

ZINI E LA LINEA DURA

C’è di più. Durante recenti consultazioni militari, Zini si sarebbe espresso contro un accordo sugli ostaggi con Hamas. Una posizione che lo allinea con l’ala più dura del governo e che rafforza i timori di chi vede nella sua nomina una mossa politica più che istituzionale. Secondo Haaretz, in passato Netanyahu avrebbe perfino rinunciato a nominarlo suo segretario militare perché “troppo messianico”. La nomina deve ancora superare l’esame delle autorità giudiziarie, mentre la pressione rimane alta sul govern con la striscia di Gaza in fiamme.

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