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La Bielorussia costruisce un campo di prigionia per i dissidenti politici

Campo Prigionia Bielorussia

Non conosce tregua la dura repressione del regime di Lukashenko in Bielorussia. Dopo il caso dell’atleta bielorussa fuggita in Polonia durante le Olimpiadi, arriva la notizia sul campo di prigionia fatto costruire per i dissidenti politici

Non si erano ancora placate le polemiche intorno alla vicenda dell’atleta bielorussa Krystina Timanovskaya, che è riuscita a fuggire in Polonia dopo aver criticato i suoi allenatori alle Olimpiadi.

Adesso piovono nuove accuse sul regime di Alexander Lukashenko per una notizia diffusa dalla Cnn che denuncia la costruzione di un campo di prigionia per i dissidenti politici.

COSA SAPPIAMO DEL CAMPO DI PRIGIONIA

Si parla di “tre strati di recinzione elettrificata. Nuove telecamere di sicurezza. Una guardia militare e un cartello con scritto ‘Vietato l’ingresso’. Caserme appena ristrutturate con sbarre alle finestre e vetri specchiati”.

Queste sono le indicazioni, secondo i video visionati dalla Cnn e le dichiarazioni dei testimoni, di un possibile campo di prigionia per dissidenti politici, recentemente costruito a circa un’ora di macchina dalla capitale bielorussa Minsk, vicino all’insediamento di Novokolosovo.

Si troverebbe sul sito di un deposito di missili dell’era sovietica, che si estende per oltre 200 acri, ma la Cnn non è ancora riuscita ad accedervi.

LE TESTIMONIANZE

Gli attivisti dell’opposizione bielorussa hanno espresso già da tempo il timore che il regime autoritario possa ricorrere a rudimentali campi di detenzione, in caso le prigioni si riempissero.

Un funzionario dell’intelligence occidentale ha detto alla testata americana che l’uso della struttura come campo di prigionia è “possibile”, anche se non ci sono ancora prove evidenti.

“Il mio amico Sasha, un costruttore, mi ha detto che hanno ristrutturato questo posto” ha raccontato un residente. “Ci sono tre livelli di filo spinato, ed è elettrificato. Stavo raccogliendo funghi qui quando un militare si è avvicinato e mi ha detto che non potevo camminare lì”.

UN ANNO DI MANIFESTAZIONI

Le preoccupazioni aumentano anche a causa di un’altra ondata di repressioni e arresti in risposta alle manifestazioni che segnano l’anniversario del 9 agosto delle contestate elezioni presidenziali, origine del movimento di protesta nato lo scorso anno.

Si prevedono, inoltre, ulteriori disordini per un referendum costituzionale previsto alla fine di quest’anno o all’inizio del 2022.

IL CASO ALLE OLIMPIADI

Domenica scorsa, l’atleta Kristina Timanovskaya ha dovuto cercare l’aiuto della polizia giapponese per evitare di essere messa con la forza su un volo per Minsk. Si è diretta così in Polonia, dove le è stato offerto rifugio e un visto umanitario.

Venerdì il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ha deciso di espellere dall’organizzazione Artur Shimak e Yuri Maisevich, i due allenatori che, secondo le denunce di Tsimanouskaya, non l’hanno costretta ad abbandonare le Olimpiadi di Tokyo ma avrebbero anche cercato di farla rientrare in Bielorussia contro la sua volontà.

Il capo della politica estera dell’Unione europea Josep Borrell ha twittato: “Rassicurato nel vedere che l’atleta Krystsina #Tsimanouskaya è arrivata salva in Polonia”. Ha poi aggiunto: “Un altro bielorusso orgoglioso è stato tuttavia costretto a fuggire dal proprio paese a causa delle azioni del regime di Lukashenko e la tregua olimpica è stata violata”.

Leggi anche: Chi è Kristina Timanovskaja, l’atleta bielorussa inseguita da Lukashenko

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