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La Brexit del fumo: Londra riconosce la minor pericolosità delle ecig, Bruxelles no

Londra Ecig

Londra non seguirà Bruxelles nella stretta sulle ecig: “tutte le prove suggeriscono che lo svapo sia una soluzione migliore rispetto alla terapia sostitutiva della nicotina per smettere di fumare in Inghilterra”

Abbiamo più volte parlato del fatto che, la decisione di Bruxelles di non riconoscere il principio della riduzione del danno tra le direttrici del suo European Beating Cancer Plan (qui il documento) parificando di fatto le ecig alle sigarette tradizionali, abbia creato parecchio stupore, tanto tra i produttori, quanto persino all’interno della stessa comunità scientifica. La Brexit, interrompendo ogni cordone tra Londra e il resto del Vecchio continente, ha invece permesso al governo di Sua Maestà di affrancarsi e smarcarsi, seguendo quanto sta avvenendo nel resto del mondo: per esempio negli USA o in Nuova Zelanda.

Alla base della convinzione che le sigarette tout court e i nuovi sistemi (e-cig e prodotti a tabacco riscaldato) non solo non possano essere equiparabili, ma sia persino rischioso accostarli visto che permetterebbero ai fumatori una “exit strategy” dal vizio probabilmente più indolore, Londra mette sul tavolo anche un recente studio condotto dal Public Health England (PHE, l’agenzia di consulenza e ricerca del Dipartimento della sanità e dell’assistenza sociale del governo britannico), elaborato da ricercatori del King’s College.

Nel documento, il PHE afferma che “tutte le prove suggeriscono che lo svapo sia una soluzione migliore rispetto alla terapia sostitutiva della nicotina per smettere di fumare in Inghilterra”, e pertanto, pur sottolineando la latente pericolosità delle ecig – comunque presente  – (e infatti si sostiene che i non fumatori non dovrebbero mai iniziare a svapare dato che i prodotti per lo svapo contengono sostanze chimiche meno nocive  ma non prive di rischi) da Londra si afferma che i fumatori dovrebbero passare ai nuovi metodi per smettere di fumare sigarette e ridurre il rischio delle conseguenze cancerogene del fumo.

Londra ecig

QUALCHE NUMERO

La posizione del Public Health England, presa sulla base della revisione di tutta la documentazione scientifica prodotta sulle ecig, è che le sigarette elettroniche sono del 95% meno dannose rispetto al fumo. Da diversi anni l’ente britannico è un convinto sostenitore di un approccio al fumo incentrato sul principio di riduzione del danno, che prevede l’adozione delle sigarette elettroniche come strumento fondamentale per la lotta al fumo convenzionale. Secondo l’autorità di Londra ogni anno, in Inghilterra, oltre 50.000 fumatori che altrimenti continuerebbero a fumare sigarette abbandonano il fumo con l’ausilio delle ecig.

Nel 2020 le sigarette elettroniche hanno continuano a rappresentare lo strumento più diffuso tra i fumatori che cercano di smettere (27,2%). Coloro che utilizzano un prodotto per lo svapo come supporto nel tentativo di smettere di fumare hanno percentuali di successo tra le più alte (tra il 59,7% e il 74% nel 2019-20). Tuttavia, il 38% dei fumatori nel 2020 credeva che lo svapo fosse dannoso quanto il fumo e il 15% credeva che lo svapo fosse addirittura più dannoso. Tale dato non risulta essere in linea con le valutazioni degli esperti nel Regno Unito e negli Stati Uniti che concludono che l’uso di prodotti per lo svapo di nicotina regolamentati è molto meno dannoso del fumo.

Parlamento inglese

Non solo. In un rapporto rilasciato a fine marzo, l’“All Party Parliamentary Group” (AAPG), intergruppo parlamentare sul vaping e il fumo digitale, ha invitato il governo di Londra a sfruttare al meglio la Brexit sfidando la manifesta opposizione dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) alle ecig alla prossima Conferenza delle parti (COP) della Convenzione quadro sul controllo del tabacco (FCTC). Ora che il governo del Regno Unito ha fissato un obiettivo ambizioso per rendere l’Inghilterra un paese senza fumo entro il 2030 e il Public Health England ha affermato che lo svapo è almeno del 95% meno dannoso del fumo, i membri della Camera dei Comuni e della Camera dei Lord vogliono che venga garantito che l’OMS non volti le spalle alla vita del miliardo di persone in tutto il mondo che ancora fumano, compresi i sette milioni nel Regno Unito e si sfruttino le ecig.

Mark Pawsey

La proposta è stata elaborata su una base di una indagine durante la quale sono state ascoltate le testimonianze di Clive Bates, ex direttore del gruppo antifumo ASH, nonché della professoressa Lynne Dawkins della London South Bank University e dei gruppi di consumatori New Nicotine Alliance e We Vape, tra gli altri. Gli intervistati, hanno richiesto che la delegazione di funzionari del Dipartimento della sanità, diplomatici e attivisti solitamente inviati a questi eventi venga rafforzata con esperti che hanno esperienza nel mondo reale e persino ex fumatori che possono attestare i benefici dello svapo e di altri prodotti a rischio ridotto.

I parlamentari hanno chiesto poi di tessere coalizioni con Paesi che la pensano allo stesso modo e che hanno abbracciato il principio di riduzione del danno nel settore tabacco.  Mark Pawsey, membro del Parlamento e presidente di APPG for Vaping, ha detto: “Non c’è dubbio che l’OMS abbia sviluppato una posizione negativa in relazione allo svapo negli ultimi anni. Volevamo valutare se rimanesse adatto allo scopo in un paesaggio evoluto dove nuove tecnologie hanno consentito nuove strategie di riduzione del danno. Uno dei pilastri fondanti del Trattato che il Regno Unito ha firmato quasi 20 anni fa era quello della riduzione del danno. Se l’OMS si oppone ad aderire a questo e continua a perseguire un'agenda per vietare alternative meno dannose al fumo, il Regno Unito dovrebbe prendere in considerazione un drastico ridimensionamento del nostro finanziamento”.

L’APPG ha così scritto a Jo Churchill, ministro della sanità pubblica, mostrando i risultati dell’indagine e chiedendo un incontro per discutere le loro raccomandazioni con l’intento di discostarsi dalle norme dell’UE per aumentare, sostengono, le possibilità del Regno Unito di raggiungere l’obiettivo di un 2030 senza fumo.

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