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Cosa dicono le ultime decisioni della Bce?

Lagarde

Le nuove restrizioni comunicate da Lagarde e le impressioni degli esperti

La Bce ha deciso di alzare i tassi d’interesse di un quarto di punto percentuale, portando il tasso sui rifinanziamenti principali al 3,75%, quello sui depositi al 3,25%, e quello sui prestiti marginali al 4%.

Le decisioni della Bce e le parole di Christine Lagarde

“Le prospettive di inflazione – scrive la Bce – continuano ad essere troppo elevate per troppo tempo. Alla luce delle continue pressioni inflazionistiche elevate, il Consiglio direttivo ha deciso oggi di aumentare di 25 punti base i tre tassi di interesse chiave. L’inflazione complessiva è diminuita negli ultimi mesi, ma le pressioni sottostanti sui prezzi rimangono forti. Allo stesso tempo, i passati aumenti dei tassi vengono trasmessi con forza alle condizioni finanziarie e monetarie dell’area dell’euro, mentre i ritardi e la forza della trasmissione all’economia reale rimangono incerti”.

“Le future decisioni del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi ufficiali siano portati a livelli sufficientemente restrittivi per conseguire un tempestivo ritorno dell’inflazione all’obiettivo di medio termine del 2% e saranno mantenuti a tali livelli per tutto il tempo necessario”, scrive ancora la Bce nel comunicato diffuso dopo le decisioni di politica monetaria, aggiungendo che “il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio dipendente dai dati per determinare il livello appropriato e la durata della restrizione”.

La Bce interromperà i reinvestimenti del programma di acquisti App a partire da luglio.  Per quanto riguarda gli investimenti del programma di acquisti pandemico Pepp, la Bce proseguirà i reinvestimenti dei titoli in scadenza almeno fino alla fine del 2024.

Il commento di Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm

Come previsto, la BCE ha aumentato i tassi di interesse di 25 punti base, apparentemente in linea con la decisione della Fed di ieri sera.

Il settimo rialzo consecutivo arriva sulla scia di un’inflazione ancora alta nell’Eurozona: ad aprile l’inflazione complessiva è risalita per la prima volta in sei mesi al 7%, anche se la componente core è scesa al 5,6% per la prima volta da giugno 2022.

La BCE tiene conto del fatto che le banche dell’Eurozona hanno ridotto in modo significativo l’accesso al credito e prevede un possibile impatto sull’economia. Poiché il FMI stima che l’inflazione non raggiungerà il target del 2% fino al 2025, la Banca Centrale dovrà intraprendere una delicata azione di bilanciamento, alla luce di un’inflazione persistente e della pressione sull’economia.

Il commento di Dave Chappell, Senior Fixed Income Portfolio Manager di Columbia Threadneedle Investments, su quanto comunicato da Lagarde

Dopo quello che molto probabilmente è stato l’ultimo rialzo da parte della Federal Reserve statunitense ieri, la BCE ha raffreddato il ritmo della traiettoria di aggiustamento dei tassi, scendendo in linea con le aspettative del mercato e optando per un rialzo di 25 punti base, la metà delle tre mosse precedenti.

Per placare i falchi, il reinvestimento delle obbligazioni in scadenza all’interno della APP sembra destinato a terminare a luglio, prima del previsto. Questo dovrebbe aggiungere una certa spinta al rialzo degli spread periferici, anche se la conferma dei reinvestimenti del PEPP fino al 2024 continuerà a offrire maggiore flessibilità all’esposizione dei paesi e pertanto un sostegno.

La Presidente Lagarde ha tenuto a sottolineare che la BCE non sta facendo una “pausa” – un chiaro tentativo di distinguere il suo aumento da quello della Fed – ma ha anche segnalato che la maggior parte del percorso verso un livello adeguato di politica restrittiva è ormai nello specchietto retrovisore.

      – Leggi anche: Patto di stabilità: cosa pensano gli economisti, i giornali e…l’Ue

In prospettiva, gli effetti ritardati di quello che è stato un aggiustamento aggressivo della politica monetaria cominceranno a ripercuotersi sull’economia reale nei prossimi mesi, in concomitanza con un’accelerazione della liquidazione dei bilanci e con la scadenza dei prestiti a basso costo resi disponibili con le operazioni TLTRO. L’insieme di queste misure dovrebbe agire come un freno molto potente sull’economia dell’Eurozona, che è già in fase di stallo, come confermato dai dati del PIL del 1° trimestre.

Lo scenario peggiore di un inverno rigido può aver risollevato il sentiment e l’attività nel breve termine, ma la triplice stretta politica farà presto appassire nuovamente gli spiriti.

Cosa pensa Antonella Manganelli, AD e Responsabile Investimenti di Payden & Rygel Italia, sulle decisioni di Lagarde

La BCE ha aumentato i tassi di interesse principali di 25 punti base (bps). Il tasso sui depositi è passato dal 3% al 3,25%. Questa decisione era ampiamente attesa dai mercati finanziari. Il Presidente Lagarde ha osservato che alcuni governatori hanno suggerito un rialzo di 50 punti base, mentre nessuno si è espresso a favore di tassi invariati.

Per quanto riguarda il Quantitative Tightening legato al programma di acquisto di asset, il Consiglio direttivo ha deciso di anticipare la fine del programma di reinvestimento a luglio. La decisione è stata più aggressiva del previsto.

Secondo la dichiarazione della BCE e i commenti del Presidente Lagarde durante la conferenza stampa, sembra che la BCE si aspetti ancora altri rialzi in futuro e che, a differenza del messaggio che abbiamo ascoltato ieri dalla Federal Reserve statunitense, la BCE non voglia ancora fare una “pausa” nel suo ciclo di rialzi.

Sebbene i prestiti bancari stiano rallentando e il settore manifatturiero stia affrontando un “deterioramento delle prospettive”, l’inflazione rimane troppo alta e i rischi sono ancora descritti come al rialzo.

In questo contesto, la BCE sembra “determinata” a inasprire ulteriormente la politica monetaria, ma si rifiuta di fornire qualsiasi forma di forward guidance e ha ribadito di concentrarsi principalmente sui dati macro che usciranno.

Cosa pensa Katharine Neiss, Chief European Economist di PGIM Fixed Income

Il Consiglio direttivo della BCE non ha sorpreso nella sua ultima riunione di politica monetaria, riducendo il ritmo degli aumenti dei tassi d’interesse, pur mantenendo un tono da falco nei confronti di un’inflazione troppo elevata. L’aumento dei tassi riflette il fatto che l’inflazione si mantiene eccessivamente elevata.

In contrasto con la Federal Reserve, la BCE “non farà una pausa”. Detto questo, la riduzione del ritmo dei rialzi dei tassi d’interesse è indice del fatto che la BCE non vuole rischiare di esagerare, vede alcuni segnali di un avvio del processo di raffreddamento dell’economia ed è consapevole delle ricadute delle fragilità del settore bancario statunitense sulle condizioni del credito europeo.

Il passaggio più significativo dell’annuncio odierno ha riguardato forse il fatto che la BCE preveda di interrompere i reinvestimenti nell’ambito del programma di acquisto di asset a partire dal prossimo luglio. Si tratta di un ritmo un po’ più rapido di quello suggerito dall’ultima indagine della BCE sugli operatori di mercato. A nostro avviso, sebbene l’impatto della riduzione del bilancio sia probabilmente marginale rispetto all’aumento dei tassi di interesse, esso contribuisce a rendere più rigide le condizioni finanziarie e dovrebbe contribuire a raffreddare l’economia per riportare l’inflazione verso l’obiettivo.

Articolo pubblicato su Start Magazine

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