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Socialcrazia

L’alba della Socialcrazia, si inchina a Trump e bussa all’Ue

In prima fila alla cerimonia di insediamento del tycoon alla presidenza degli Usa troviamo i leader dei social network e delle tecnologie digitali, ecco l’inizio dell’era della Socialcrazia

L’insediamento di Donald Trump come presidente degli Stati Uniti, per la seconda volta, segna l’inizio di un’epoca in cui i colossi tecnologici assumono un ruolo senza precedenti nella politica globale. Elon Musk, Jeff Bezos e Mark Zuckerberg – rispettivamente i ceo di Tesla/X, Amazon e Meta – sono tra i vip presenti alla cerimonia di giuramento, all’Inauguration day, insieme ai leader di altre grandi aziende tecnologiche come Sam Altman di OpenAI e Chew Shou Zi di TikTok. Questa presenza simbolica rappresenta un’inversione di ruoli: i titani della Silicon Valley, detentori di immense ricchezze e potere, si inchinano a un leader politico che ha spesso criticato la loro influenza. Potremmo  definirla l’inizio dell’era della “Socialcrazia”, un sistema in cui il potere dei social network e delle tecnologie digitali si intreccia in maniera pressoché irreversibile con quello politico.

TIKTOK, LA PRIMA BATTAGLIA DI TRUMP II

La controversia su TikTok è uno dei capitoli più significativi di questo nuovo paradigma. La piattaforma cinese, vietata negli Stati Uniti da una legge del 2024, è ora oggetto di un decreto del neo eletto Trump che mira a bloccarne il bando e proporre una soluzione in cui il 50% della proprietà sia detenuta da azionisti americani. TikTok, con i suoi 170 milioni di utenti statunitensi, è diventato il terreno di scontro tra la sicurezza nazionale e la libertà digitale, rappresentando un banco di prova per l’equilibrio tra politica e tecnologia.

MUSK, ZUCKERBERG E L’UNIONE EUROPEA

Non è solo l’America a essere investita da questa trasformazione. Elon Musk e Mark Zuckerberg, leader visionari ma controversi, hanno rapporti sempre più tesi con Bruxelles. L’Unione europea, nota per la sua posizione rigida sulla regolamentazione digitale, è stata critica nei confronti di piattaforme come X e Meta per la gestione dei dati e la diffusione di contenuti. Le tensioni aumentano in un contesto in cui le big tech cercano di espandere la loro influenza politica oltre l’Atlantico.

E soprattutto dopo che il ceo di Meta ha annunciato l’abbandono dei programmi di fact-checking su Facebook e Instagram, inizialmente limitato agli Stati Uniti, accusando poi l’Ue di promuovere leggi che istituzionalizzano la censura. Bruxelles ha respinto le accuse, ma emergono difficoltà nell’applicazione della normativa Ue sui servizi digitali. Zuckerberg ha dichiarato che i fact-checker saranno sostituiti da “note della comunità”, simili a quelle di X, e ha promesso di collaborare con il presidente eletto Donald Trump per contrastare governi, inclusi quelli europei, accusati di attaccare le società americane e di aumentare la pressione normativa.

SOCIALCRAZIA E DEMOCRAZIA

Mentre Trump celebra l’abbraccio dei colossi tecnologici, crescono dunque le preoccupazioni sulla concentrazione di potere nelle mani di pochi miliardari. La combinazione tra la ricchezza personale di figure come Musk e la loro influenza sulle piattaforme globali – è una delle obiezioni che viene mossa – potrebbe alterare gli equilibri democratici. Non si tratta solo di una questione americana: i governi di tutto il mondo, dall’Europa all’Asia, stanno osservando con attenzione questo nuovo modello di governance ibrida, temendo il rischio di un’oligarchia tecnologica. Una tecnologia che “talvolta vuole monopolizzare il pensiero”, ha detto nelle scorse ore anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla cerimonia di inaugurazione di Agrigento capitale italiana della cultura 2025.

La “Socialcrazia” non è solo una metafora, ma una realtà che si sta affermando.

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