Il 17 febbraio tutte le piattaforme online dovranno rispettare il Digital service Act: più tutele per i minori e lotta alla disinformazione
Tra meno di una settimana entrerà in vigore il Digital services act (Dsa): dal prossimo 17 febbraio tutti i motori di ricerca, gli e-commerce, gli intermediari, i fornitori di cloud e di hosting dovranno rispettare il pacchetto di regole europee sui servizi digitali. La norma alza gli standard di sicurezza, trasparenza e responsabilità per i prestatori di servizi digitali intermediari.
Nel complesso, il pacchetto delle norme sui servizi digitali, la Legge sui servizi digitali (DSA) e la Legge sul mercato digitale (DMA), hanno due obiettivi principali:
- creare uno spazio digitale più sicuro in cui siano tutelati i diritti fondamentali di tutti gli utenti dei servizi digitali;
- creare condizioni di parità per promuovere l’innovazione, la crescita e la competitività, sia nel mercato unico europeo che a livello globale.
Le norme impongono un aumento della trasparenza sull’uso degli algoritmi, la protezione dei minori, la profilazione degli utenti e la lotta alla disinformazione. Un fronte di particolare attenzione è quello relativo alla manipolazione delle informazioni attraverso l’intelligenza artificiale. Infatti, entro marzo dovrebbero arrivare nuove linee guida per le piattaforme online di grandi dimensioni sulle misure da adottare per contrastare la disinformazione elettorale. “Descriveremo in modo specifico cosa dovrà fare la piattaforma per garantire che sia conforme ai DSA per quanto riguarda l’integrità delle elezioni”, ha detto il Commissario per il mercato interno Thierry Breton.
DAL 17 FEBBRAIO ANCHE LE PIATTAFORME PIÙ PICCOLE DOVRANNO RISPETTARE IL DIGITAL SERVICE ACT
Ad adeguarsi per prime sono state le “piattaforme online molto grandi” (come Google, Apple, Facebook, Amazon, X e TikTok), considerate di “importanza sistemica” da Bruxelles in virtù delle loro dimensioni e devono dimostrare cosa stanno facendo per conformarsi al Dsa. Queste hanno dovuto pubblicare il loro numero di utenti attivi, entro il 17 febbraio 2023, e fornire alla Commissione una prima valutazione dei rischi. Dal 17 febbraio 2024 anche le piattaforme con meno di 45 milioni di utenti attivi dovranno rispettare tutte le norme in materia di DSA.
LA TUTELA DEI MINORI NEL DIGITAL SERVICE ACT
Nelle intenzioni del legislatore europeo il web deve diventare un luogo sicuro per chiunque si imbatta nei servizi online. E questo vale soprattutto per i minori dei quali deve essere tutelata la vita privata: i fornitori di piattaforme online dovranno progettare interfacce online con il massimo livello di privacy, sicurezza e protezione dei minori.
Per esempio, la norma prevede che ai minori non siano presentate inserzioni pubblicitarie basate sulla profilazione, quindi non ne possono essere utilizzati i dati personali se le piattaforme sono consapevoli “con ragionevole certezza” che il destinatario del servizio è un minore. Inoltre, se un servizio è principalmente destinato a minori o è utilizzato in prevalenza da questi, il prestatore “spiega in modo comprensibile per i minori le condizioni e le restrizioni che si applicano all’utilizzo del servizio”.
Per le piattaforme scatta anche l’obbligo di adottare misure mirate per tutelare i diritti dei minori, come strumenti di verifica dell’età e di controllo parentale, o strumenti volti a supportare minori a segnalare abusi o chiedere aiuto.
I RAGAZZI E LA DIPENDENZA DA SOCIAL
Secondo una recente indagine di Demospika circa 1,1 milioni di under 35 anni sono a rischio elevato di dipendenza da social media. Tra i più esposti ci sono i giovanissimi: circa il 40% del totale rischia di essere preda dell’assuefazione. La ricerca di Demoskopika, che ha utilizzato la Bergen Social Media Addiction Scale, ha rilevato alcuni comportamenti preoccupanti: dal bisogno di usare sempre più frequentemente i social media, all’incapacità di smettere di usarli. Allo stesso tempo, la ricerca ha evidenziato l’aumento dell’ansia per il mancato utilizzo dei social media e la riduzione delle ore dedicate allo studio o al lavoro.
La relazione tra dipendenza da social ed età è inversa: è più frequente tra i ragazzi più giovani, e quindi più vulnerabili. In particolare, i giovanissimi, compresi nella fascia di età tra i 18 e i 23 anni, ricadenti nell’area “High Addiction” indicante un alto rischio di livello patologico di dipendenza sarebbero oltre 430 mila, pari al 38% del totale, seguiti dai 390 mila individui di età compresa tra 24 e 29 anni (34,5%) e, infine, dagli under 35 “più adulti” (30-35 anni) che supererebbero di poco i 308 mila soggetti maggiormente esposti.
Addirittura, i social media battono gli amici: se l’85,7% degli intervistati utilizza quotidianamente i social solo il 36,6% vede quotidianamente gli amici, ancora di meno è la percentuale di intervistati che dichiara di passare il tempo libero con parenti e familiari (17,3%). Tra tutti i social il più usato è Instagram frequentato da più di 8 giovani su 10 (83,1%), a seguire c’è Facebook con il 72,5%, Youtube con il 50,7% e Tik Tok con il 37,6%. Meno rilevante la frequenza di utilizzo degli altri social network tra i quali si possono citare, ad esempio, X (10,7%), Linkedin (9,7%), Pinterest (6,3%) e Snapchat (5,2%).
IL DIGITAL SERVICE ACT TUTELA I MINORI DA PORNHUB, STRIPCHAT E XVIDEOS
A finire sotto la scure del Dsa anche i portali dell’intrattenimento per adulti come Pornhub, Stripchat e XVideos. La Commissione ha inserito le tre piattaforme più grandi dell’intrattenimento hard tra Vlop, le grandi piattaforme che, in base al Digital Services Act, hanno obblighi speciali, proprio come succede per Google, Apple, Facebook, Amazon, X e TikTok. Le piattaforme a contenuto esplicito devono introdurre misure speciali per responsabilizzare e proteggere gli utenti online, soprattutto i minori. Da grandi numeri, le piattaforme del porno online vantano complessivamente 45 milioni di utenti al mese, derivano grandi responsabilità, così i tre giganti del porno dovranno vigilare per limitare eventuali rischi derivanti dai loro servizi, in particolare dovranno contrastare la diffusione di contenuti illegali, come le immagini di stupro o di abuso. Ma non solo, i giganti del porno dovranno sviluppare interfacce, sistemi di controllo e verifica dell’età e sistemi di raccomandazione per prevenire e limitare la fruizione di contenuti potenzialmente pericolosi per i minori, al fine di tutelare il benessere dei bambini.
ANCHE NEGLI USA PIÙ ATTENZIONE AI MINORI
Si riscontra una maggiore attenzione ai rischi dei social network anche oltre oceano. Solo poche settimane fa, i 1° febbraio, Mark Zuckerberg, durante l’audizione in commissione giustizia sui rischi delle piattaforme social per gli adolescenti, si è dovuto scusare con le famiglie di minori e adolescenti morti o traumatizzati dall’odio sui socialnetwork. “Mi dispiace per tutto quello che avete dovuto passare – ha detto il ceo di Meta Mark Zuckerberg -. Nessuno dovrebbe attraversare quello che voi avete attraversato. È per questo che abbiamo investito così tanto per assicurare che altri non debbano vivere quello che avete vissuto voi”. Meta impiega circa 40 mila persone e ha speso oltre 20 miliardi di dollari dal 2016 nella sicurezza online. I senatori statunitensi hanno citato i documenti interni al gruppo secondo cui Zuckerberg ha rifiutato di rafforzare i team incaricati di individuare i pericoli per gli adolescenti online.