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“Lavorare meno, lavorare tutti”: il piano del primo ministro finlandese Sanna Marin

Sanna Marin

Il primo ministro finlandese Sanna Marin è tornata a rilanciare la proposta di ridurre l’orario di lavoro dalle attuali 8 ore giornaliere a 6

La finlandese Sanna Marin, classe 1985, è la più giovane capo di governo della storia del suo Paese e la seconda al mondo dopo il Cancelliere austriaco Sebastian Kurz, che proprio oggi compie 34 anni. Oltre ad essere il primo ministro della Finlandia dal dicembre 2019, Marin è stata eletta il 23 agosto scorso capo del Partito socialdemocratico (Sdp).

CHI È SANNA MARIN

Sanna Marin, prima di diventare premier succedendo ad Antti Rinne (sfiduciato su temi economici), è stata ministra dei Trasporti e delle Telecomunicazioni. Dal 2013 al 2017 ha ricoperto il ruolo di presidente del consiglio comunale di Tampere – dove vive ancora oggi – a un paio d’ore da Helsinki e dalla residenza ufficiale Kesäranta. Una delle battaglie già portata a termine da Marin è la riforma del congedo parentale che prevede lo stesso periodo di tempo per madri e padri. Aveva detto: “Resta molto da fare per la gender equality anche in un Paese avanzato come il nostro e troppi padri si occupano poco dei figli in tenera età”.

LAVORARE MENO, LAVORARE TUTTI

L’idea di “Lavorare meno, lavorare tutti”, era già stata annunciata un anno fa da Marin in occasione del 120esimo anniversario dalla fondazione dell’Sdp. Adesso, come si legge sull’Helsinki Times, il primo ministro è tornata a rilanciare la proposta di ridurre l’orario di lavoro in Finlandia dalle attuali 8 ore giornaliere fino a 6, senza toccare il salario. L’obiettivo è quello di compensare il taglio con una maggiore produttività e fare in modo che tutti possano lavorare.

DISTRIBUIRE PIÙ EQUAMENTE LE RICCHEZZE

“Serve una visione chiara e una roadmap concreta per puntare a una giornata lavorativa più breve e a un miglioramento della qualità della vita dei lavoratori”, ha affermato Marin. “Il traguardo di un accorciamento dell’orario di lavoro non va accantonato e non è in conflitto con quello di assicurare un tasso occupazionale elevato e la solidità dei conti pubblici. Ridurre gli orari e migliorare la condizioni di lavoro è un modo per distribuire più equamente le ricchezze”.

LA RISCOPERTA DEI VALORI

Marin ha concluso il suo discorso parlando della nuova importanza che hanno assunto i valori dall’inizio della pandemia: “La salute, il benessere delle persone che amiamo e il significato della vita di tutti i giorni sono cose con cui ci siamo ritrovati faccia a faccia per un tempo forse insolitamente lungo. Quando ciò che è normale e ciò a cui siamo abituati ha iniziato a incrinarsi, abbiamo dovuto pensare alla nostra vita da un nuovo punto di vista”.

LE CONTRADDIZIONI DI MARIN

In un’intervista a fine marzo, Marin dichiarava che “una delle ragioni per cui il populismo cresce è per esempio dovuta al modo in cui abbiamo gestito la crisi dell’euro, con l’austerity. Molti hanno perso il lavoro e la speranza nel futuro. Questo è il terreno dove cresce il populismo. Dà alla gente nemici e risposte semplici a domande complicate”. Parole che suonano strane se invece si considera che a luglio si era schierata con i Paesi frugali in tema Recovery Fund. Che sia perché i populisti euroscettici in Finlandia sono in netta crescita?

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