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Le autostrade digitali che portano in India: l’Ue (e l’Italia) prova a guardare oltre i dazi di Trump

Dal Blue Med alla collaborazione nei settori dell’agroindustria, dei trasporti e del Pharma: il rapporto privilegiato tra Italia e India nei numeri della Farnesina 

“Un tema centrale per le relazioni future sarà quello della connettività: i cavi sottomarini saranno le autostrade del future”. Le parole sono quelle del ministro degli esteri Antonio Tajani, intervenuto nel corso del recente Forum Italia – Algeria. “Il terminale del cavo BlueMed, collegherà l’India al Mediterraneo, e giocherà un ruolo cruciale nel corridoio Imec, il progetto infrastrutturale che collega l’Asia all’Europa passando per l’Africa”. Tale infrastruttura è “uno strumento fondamentale per il nostro sviluppo congiunto”. Il subcontinente indiano è uno dei partner cruciali per il nostro paese, in termini commerciali e diplomatici. Non a caso. il Piano d’Azione per l’export italiano nei mercati extra-UE, promosso dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), individua nell’Asia-Pacifico uno dei suoi principali assi strategici. Come ricordato anche dal ministro Tajani nel corso del forum Italia – Algeria, l’Italia ha l’obiettivo di portare l’export italiano a quota 700 miliardi di euro e l’India è una delle economie emergenti più dinamiche e rilevanti a livello globale.

L’INDIA È IL QUINTO MERCATO PER I PRODOTTI ITALIANI NELL’AREA ASIATICA

I dati delle relazioni commerciali tra Italia e India ritraggono un quadro solito con prospettive di crescita. Nel 2024, l’export italiano verso l’India ha raggiunto i 5,2 miliardi di euro, in crescita dell’1% rispetto al 2023, portando il Paese al quinto posto tra i mercati di sbocco italiani nell’area Asia-Pacifico, con un peso del 9,8% sul totale dell’export regionale. In India il nostro paese esporta: macchinari e apparecchi (40,2%), prodotti chimici (11,5%), computer, apparecchi elettronici ed elettrici (10,3%) metalli di base (7,9%) e articoli in gomma e plastica (4,8%).

TRA ITALIA E INDIA INTERSCAMBI PER 14,2 MILIARDI DI EURO

L’obiettivo per il futuro è incrementare l’interscambio oltre gli attuali 14,2 miliardi di euro e favorire ulteriori investimenti bilaterali, ampliando il numero delle oltre 800 aziende italiane già presenti nel Paese, in particolare nelle aree di Delhi-Gurgaon, Mumbai-Pune, Chennai e Bangalore.

L’ACCORDO DI LIBERO SCAMBIO FAVORIREBBE I SETTORI AUTOMOTIVE, FOOD & WINE, TESSILE E FARMACEUTICO

La Commissione von der Leyen prova a guardare oltre i dazi di Trump. L’Unione europea e l’India stanno lavorando a un accordo di libero scambio che potrebbe concludersi entro la fine dell’anno. L’intesa prevederebbe l’eliminazione di barriere tariffarie e la creazione di un mercato integrato da oltre 2 miliardi di consumatori, pari al 20% del PIL globale. Gia nel 2023, l’UE è stata il primo partner commerciale dell’India, con 124 miliardi di euro di scambi, pari al 12% del commercio estero indiano. “Un’intesa di questo tipo faciliterebbe notevolmente l’accesso delle aziende italiane al vasto mercato indiano, grazie soprattutto alla riduzione dei dazi doganali. Pensiamo a settori come il lusso, la moda, o la filiera agroalimentare, oggi ostacolata da tariffe che arrivano anche – è il caso del vino – al 150%. Potremmo esportare con costi significativamente inferiori – ha detto l’Ambasciatore d’Italia in India Antonio Bartolin -. Un altro aspetto fondamentale dell’accordo è la facilitazione degli investimenti diretti esteri (IDE), in termini di maggiore protezione legale e trasparenza per le imprese italiane che desiderano operare in India, meno burocrazia e maggiore sicurezza per joint venture e collaborazioni locali. […] Anche l’innovazione tecnologica ne trarrebbe vantaggio, con possibilità di collaborazioni dirette in campi emergenti come l’Intelligenza Artificiale, la blockchain e il fintech”.  Bruxelles punta a facilitare l’accesso per automobili e food & wine, mentre New Delhi richiede maggiori aperture per tessile, farmaci e visti.

AGROINDUSTRIA, TRASPORTI, ENERGIA RINNOVABILE: I SETTORI PIÙ ACCATTIVANTI

I settori più promettenti sono quelli agroindustriale, (trasformazione alimentare, logistica e sistemi digitali per la tracciabilità), trasporto (ferroviario, portuale e logistica) e delle telecomunicazioni. Menzione anche per il comparto energie rinnovabili, l’India è tra i primi cinque Paesi al mondo per capacità installata eolica e solare, e punta a raggiungere 500 GW entro il 2030, e per quello aerospaziale che, in India, è destinato a passare da 8 a 44 miliardi di dollari entro il 2040. Per quanto riguarda il settore ferroviario, Italferr, la società di ingegneria del gruppo Ferrovie dello Stato, sta costruendo 125 km di nuova linea ferroviaria lungo il sistema montuoso dell’Himalaya. L’opera è realizzata per conto della RVNL, Rail Vikas Nigam (le ferrovie dell’India) in joint venture con la svizzera Lombardi, sta eseguendo le attività di Progettazione e Project Management Consulting (PMC) della linea ferroviaria Rishikesh-Karnaprayag.

 

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