Neutralità, territori e niente risarcimenti: Mosca alza la posta, mentre Trump spinge per un cessate il fuoco immediato
Al vertice di Istanbul, nuovo snodo della trattativa tra Russia e Ucraina, i negoziatori russi hanno presentato a quelli ucraini una serie di richieste che, secondo un alto funzionario di Kiev citato da Reuters, vanno ben oltre la bozza di accordo di pace proposta dagli Stati Uniti il mese scorso. L’atmosfera è stata tutt’altro che distesa: nessun documento ufficiale, solo richieste verbali che l’Ucraina ha già bollato come “inaccettabili”.
LE CINQUE CONDIZIONI DI MOSCA
Le richieste della delegazione russa sono chiare e pesanti.
1.Ritiro delle truppe ucraine da quattro regioni contese: Donetsk, Zaporizhzhia, Kherson e Lugansk. Qui le forze di Mosca controllano già buona parte del territorio, ma gli scontri restano intensi nelle zone contese.
2.Riconoscimento internazionale della sovranità russa non solo sulla Crimea (annessa nel 2014), ma anche sulle regioni orientali occupate.
3.Neutralità dell’Ucraina, che dovrebbe rinunciare non solo alle alleanze militari, ma anche al possesso di armi di distruzione di massa. Nessuna truppa straniera, dunque, sul suolo ucraino.
4.Nessun risarcimento di guerra: Mosca vuole che tutte le parti rinuncino a ogni pretesa economica per i danni del conflitto.
5.Fine delle rivendicazioni territoriali: con l’accettazione dello status quo, Mosca punta a congelare la situazione sul campo e a ottenere una legittimazione di fatto.
WASHINGTON PREME PER UN ACCORDO, TRUMP E PUTIN SI SENTIRANNO LUNEDI
Mentre a Istanbul si discuteva sotto traccia, a Washington il Segretario di Stato Marco Rubio ha telefonato al ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, portando il messaggio diretto del presidente Trump: “Cessate il fuoco immediato”. Secondo il Dipartimento di Stato, gli Stati Uniti sostengono la fine del conflitto “in modo duraturo”, con un piano di pace globale che – nelle intenzioni della Casa Bianca – rappresenterebbe la “strada migliore da seguire”. Rubio ha accolto con favore anche l’accordo sullo scambio di prigionieri raggiunto a Istanbul, ma ha ribadito che ora serve “una svolta vera, tangibile e rapida”.
Nel frattempo il presidente americano Donald Trump non intende restare spettatore. In un post pubblicato su Truth, ha annunciato che parlerà direttamente con Vladimir Putin lunedì alle 10 (le 16 in Italia). A seguire, contatterà anche il presidente ucraino Zelensky e diversi leader dei Paesi Nato. L’obiettivo è chiaro: far pesare il ruolo degli Stati Uniti come arbitro e promotore della pace.
KIEV: “RICHIESTE INACCETTABILI”
La reazione di Kiev alle proposte di Mosca è stata netta: “inaccettabili” e pensate “per far fallire i colloqui”. Le condizioni imposte da Mosca – soprattutto sul ritiro militare e sul riconoscimento dei territori occupati – sono viste come una resa mascherata, più che come una base negoziale. Sullo sfondo, resta il nodo della neutralità ucraina, su cui Washington e Mosca sembrano avere visioni molto diverse. Lunedì sarà una tappa molto importante di questo percorso a ostacoli verso la pace.