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Legge marziale sì o no? Chi è il presidente della Corea del Sud
Il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeo ha spiazzato il mondo con la decisione, poi ritrattata, di voler introdurre la legge marziale
Giornata di caos ieri a Seul: il presidente Yoon Suk-yeol prima ha dichiarato la legge marziale per poi fare dietrofront di fronte alle proteste di piazza e all’opposizione unanime del Parlamento. Oltre che, probabilmente, alle pressioni dell’alleato Usa. La Corea del Sud era ripiombata nell’atmosfera sinistra dei militari per le strade quando Yoon, in un sorprendente e inatteso discorso serale alla nazione, aveva proclamato la legge d’emergenza accusando proprio il Parlamento, controllato dalle opposizioni, di simpatizzare con il Nord comunista e di ostacolare volutamente l’azione del governo.
Una decisione che aveva spiazzato non solo l’Occidente ma lo stesso Cremlino, e sulla quale è tornato dopo poche ore sui propri passi.
YOON SUK-YEOL, UN PROCURATORE INTRANSIGENTE
Yoon Suk-yeol, nato a Seul nel 1960 in una famiglia di accademici, ha costruito la sua carriera sulla lotta alla corruzione e sul rispetto rigoroso della legge. Laureatosi in giurisprudenza alla prestigiosa Seoul National University, è entrato nella magistratura nel 1994. Come procuratore capo, ha guadagnato fama nazionale conducendo inchieste di alto profilo, tra cui quelle che portarono all’impeachment dell’ex presidente Park Geun-hye. La sua avversione ai compromessi e la reputazione di uomo inflessibile lo hanno reso una figura di spicco nel panorama politico sudcoreano, tanto che i media locali lo hanno paragonato a Winston Churchill.
L’INGRESSO IN POLITICA E LA PRESIDENZA
Nel 2021, Yoon ha lasciato la magistratura per unirsi al partito conservatore People Power Party. La sua candidatura presidenziale, caratterizzata da una retorica dura contro la Corea del Nord e da un approccio intransigente, gli ha permesso di vincere le elezioni del 2022, sebbene con un margine risicato. Tuttavia, la sua inesperienza politica e la mancanza di capacità di mediazione lo hanno reso un presidente divisivo. Il Parlamento, controllato dall’opposizione, ha spesso ostacolato le sue riforme, mentre le tensioni interne al suo partito hanno aggravato la sua posizione.
GLI SCANDALI E IL CALO DI POPOLARITÀ
La presidenza di Yoon è stata segnata da una serie di scandali che hanno colpito la sua famiglia e il suo governo. La moglie, Kim Keon-hee, è finita al centro di polemiche per un dono costoso ricevuto da un predicatore e per un caso di presunto traffico di influenze che avrebbe coinvolto anche Yoon. Insieme sarebbero stati accusati di aver manipolato la selezione dei candidati alle elezioni parlamentari suppletive del 2022, circostanza che ha fornito nuovi argomenti all’opposizione. Un episodio simbolico del distacco di Yoon dai problemi quotidiani dei cittadini è stata la cosiddetta “gaffe dei cipollotti”, che lo ha visto sottovalutare il carovita in un Paese duramente colpito dall’inflazione.
LA SVOLTA AUTORITARIA E LA LEGGE MARZIALE
La decisione di trasferire l’ufficio presidenziale dalla Blue House a un compound fortificato del ministero della Difesa ha sollevato critiche sulla crescente distanza di Yoon dalla popolazione. Da questa sede, il presidente ha deciso di adottare una svolta autoritaria imponendo la legge marziale, una mossa che ha ulteriormente polarizzato il dibattito politico. Il provvedimento è stato giustificato come misura per garantire la sicurezza nazionale, ma è stato percepito da molti come un tentativo di rafforzare il controllo del governo su un Paese già diviso. Dopo poche ore, la marcia indietro.
TRA DIPLOMAZIA E CONTRADDIZIONI
Nonostante le difficoltà interne, Yoon ha mostrato una certa abilità nel campo della diplomazia internazionale. Nel 2023, durante una visita alla Casa Bianca, ha impressionato Joe Biden e i presenti cantando “American Pie” di Don McLean, un gesto che ha momentaneamente migliorato la sua immagine pubblica. Di recente ha dichiarato di essersi rimesso a giocare a golf in vista di un incontro con Donald Trump, segnalando una capacità di adattamento che contrasta con la sua rigidità sul fronte interno.