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Libia, Al-Sarraj rimuove Maiteeq da vertice società Tlc. Governo sempre più in bilico
Al-Sarraj ha rimosso il suo vice Ahmed Maiteeq dalla presidenza dell’Assemblea della Società generale per le Tlc. Governo sempre più in bilico in Libia
Il presidente del Consiglio presidenziale del Governo di accordo nazionale (Gna) libico, Fayez al-Sarraj, ha rimosso il suo vice Ahmed Maiteeq dalla carica di presidente dell’Assemblea della Società generale per le Poste, le Telecomunicazioni e le Tecnologie dell’Informazione.
Con un apposito decreto emanato dal Gna, al-Sarraj si è quindi nominato presidente della Società generale scegliendo fra i nuovi membri dell’Assemblea il ministro dell’Economia Ali al-Isawi, il ministro delle Finanze Faraj Boumtari e altri esponenti del governo libico.
UNA LUNGA CRISI POLITICA
La notizia costituisce l’ultimo episodio della lunga crisi politica che ha colpito il Gna e che potrebbe portare al collasso dell’attuale esecutivo con base a Tripoli. Maiteeq è infatti uno dei tre membri anziani del Consiglio presidenziale libico che due settimane fa hanno siglato una dichiarazione congiunta contro il premier al-Sarraj accusandolo di aver assunto decisioni unilaterali, di aver isolato i suoi vice e di aver messo a repentaglio la stabilità del Gna perseguendo “alleanze transnazionali e un riconoscimento internazionale ad interim”.
IMMINENTE COLLASSO ISTITUZIONALE
Maiteeq e altri hanno inoltre dichiarato che considerano il premier responsabile delle “conseguenze dell’imminente collasso delle istituzioni statali”. Imprenditore di Misurata, Maiteeq figura fra i maggiori interlocutori di Roma nel paese nordafricano. Venne eletto premier nel 2014, salvo dover rinunciare alla carica a seguito della pronuncia della Corte suprema. Dal 2016 è vicepresidente del Consiglio presidenziale di al-Sarraj e vicepremier del Gna grazie alla spiccata influenza esercitata dalla sua città di provenienza sugli equilibri di potere interni alla Libia. Misurata è infatti la sede di alcune delle milizie più potenti del paese e ospita una missione militare italiana di assistenza umanitaria.
MALUMORI CONTRO AL-SARRAJ
Per cogliere la delicatezza del momento politico è sufficiente allargare lo sguardo agli altri due soci dell’appello di Maiteeq contro al-Sarraj. Il primo è Fathi al Majbari, un alleato del capo delle Guardie delle strutture petrolifere, Ibrahim Jadhran, che nel giugno 2018 avrebbe organizzato l’attacco contro i terminal della Mezzaluna petrolifera per sottrarli all’esercito nazionale libico (Enl) del generale Khalifa Haftar, l’uomo forte della Cirenaica che è ostile al governo di Tripoli. Secondo il portavoce dell’Enl, l’operazione militare orchestrata da Jadhran sarebbe stata finanziata dai capitali del Qatar – che però ha sempre smentito le accuse. Il secondo è invece Abdel Salam Kajman, originario del Fezzan e considerato un esponente di spicco del partito islamico che ha avallato la nascita del governo al-Sarraj. Di recente Kajman ha lamentato la marginalizzazione del sud della Libia, regione strategica poiché tappa obbligata per le rotte migratorie e i traffici criminali in movimento fra Sahel e sponde del Mediterraneo.