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Meccanismo di protezione civile Ue: la risposta europea ai disastri climatici
Come funziona e quali risorse mobilita il Meccanismo di protezione civile Ue: lo strumento usato dai paesi dell’Unione Europea (più nove partecipanti) per condividere la risposta ai danni degli eventi climatici estremi
La stagione dei disastri ambientali è iniziata con la doppia alluvione in Emilia-Romagna dello scorso maggio. A seguire ci sono stati gli incedi di luglio in Grecia e a Cipro e, ultima in ordine di tempo, l’alluvione in Slovenia.
IN 30 ANNI 195MILA VITTIME DOVUTE A EVENTI CLIMATICI ESTREMI
Un susseguirsi di eventi che chiedono una risposta pronta e coordinata dei paesi europei. L’Agenzia europea per l’ambiente ha stimato che, tra il 1990 e il 2021, gli eventi meteo estremi hanno causato 195mila vittime e 560 miliardi di euro di danni. L’Italia è al terzo posto, dopo Germania e Francia, per numero di vittime e devastazioni economiche. Negli ultimi trent’anni nel nostro Paese abbiamo dovuto contare 22mila morti e riparare danni per 92 miliardi di euro.
IL MECCANISMO DI PROTEZIONE CIVILE UE
Per fronteggiare gli eventi metereologici estremi i paesi dell’Unione Europea possono avvalersi del Meccanismo di protezione civile Ue, uno strumento, istituito nel 2001, attraverso il quale i 27 Paesi membri e altri 9 Stati partecipanti (Albania, Bosnia ed Erzegovina, Islanda, Macedonia del Nord, Montenegro, Norvegia, Serbia, Turchia e Ucraina) possono rafforzare la cooperazione per la prevenzione, la risposta ai disastri idrogeologici ed evitare la duplicazione degli sforzi.
COME FUNZIONA IL MECCANISMO DI PROTEZIONE CIVILE UE
All’interno del Meccanismo di protezione civile Ue si trova un pool europeo di protezione civile, formato da risorse pre-impegnate dagli Stati aderenti, che sono immediatamente disponibili. Il Meccanismo può essere attivato da una o più autorità nazionali se un’emergenza supera le capacità di risposta dei singoli Paesi colpiti. In 21 anni di attività, il Meccanismo di protezione civile Ue ha risposto a più di 650 richieste di aiuto all’interno e all’esterno del territorio dell’Unione.
CENTRO DI COORDINAMENTO DI RISPOSTA ALL’EMERGENZA (ERCC): IL CUORE DEL MECCANISMO DI PROTEZIONE CIVILE UE
Il cuore del Meccanismo di protezione civile Ue è il Centro di Coordinamento di Risposta all’Emergenza (ERCC), opera h24, sette giorni su sette e può aiutare qualsiasi Paese all’interno o all’esterno dell’Unione colpito da una grave catastrofe su richiesta delle autorità nazionali o di un organismo delle Nazioni Unite. L’organismo coordina l’assistenza ai Paesi colpiti da calamità: dai beni di prima necessità alle consulenze, dalle squadre di protezione civile alle attrezzature specializzate. Il Centro, dunque, garantisce che le risorse siano distribuite in maniera rapida ed efficiente attraverso esperti umanitari e di protezione civile. Il Centro è l’unico punto di contatto e contribuisce almeno a tre quarti dei costi operativi degli interventi di ricerca e soccorso e di lotta agli incendi.
LA RISERVA ResCEU
Al Meccanismo di protezione civile Ue si affianca la riserva rescEu, una flotta di aerei ed elicotteri antincendio, ai quali ai aggiungono ospedali da campo e articoli medici. lo scorso 30 maggio è stata raddoppiata la riserva rescEu per affrontare l’estate 2023, con un numero complessivo di 28 tra aerei ed elicotteri antincendio.
IL SUPPORTO ECONOMICO DELL’UE IN RISPOSTA AGLI EVENTI CLIMATICI ESTREMI
Da un punto di vista economico i paesi membri che fronteggiano un’emergenza, proprio come sta succedendo alla Slovenia, avvalersi del Fondo di solidarietà, un dispositivo che permette di mobilitare fino a 500 milioni di euro all’anno – oltre ai fondi non spesi dell’anno precedente – per coprire parte dei costi per la ricostruzione. Poi ci sono i fondi, sotto forma di prestiti, del Next Generation Eu, utilizzabili per la ricostruzione e all’adattamento al clima. A seguire ci sono i fondi di Coesione, dedicati a rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale e per promuovere lo sviluppo sostenibile. Infine gli stati interessati da eventi estremi possono attivare la riserva di crisi agricola europea al fine di supportare gli agricoltori che subiscono perdite relative a bestiame, raccolti e macchinari. Bruxelles sta lavorando anche a una riserva per rispondere a incidenti chimici, biologici, radiologici e nucleari.