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Mentre Putin si fa incoronare per la quinta volta, cosa accade negli Usa e in Ue?

Putin

Quinto mandato per Putin, governerà fino al 2030. Nel frattempo gli Usa si dividono tra Biden e Trump e l’Europa guarda con preoccupazione al futuro dell’Ucraina. I Graffi di Damato

Noi, cioè i partiti in Italia si dividono, si scannano, si sgambettano in Parlamento, fra commissioni e aule, per portare ad almeno tre i mandati dei presidenti delle regioni, chiamati impropriamente governatori, o per fare eleggere almeno una volta direttamente dai cittadini il presidente del Consiglio, come si è messa in testa quella testarda di Giorgia Meloni. E in Russia Putin, di nome Vladimir come Lenin, che riuscì a rivoltarla come un calzino rosso imponendo per un bel po’ di tempo dopo la morte anche  la sua mummia all’adorazione del popolo, in fila disciplinatamente ogni giorno davanti al mausoleo sotto il sole, la pioggia e la neve; Putin, dicevo, è riuscito a farsi assegnare dagli elettori un quinto mandato a governare, sino al 2030, fra sei anni.

Allora, pur avendone 78, se non sarà stato ammazzato prima da qualcuno o non sarà morto nel suo letto di qualcuna delle tante malattie che gli vengono diagnosticate a distanza da medici improvvisati osservandone mani e smorfie, il nuovo Lenin troverà la forza, i numeri e quant’altro, se vorrà, per riproporsi e imporsi ancora.

QUANDO BERLUSCONI SI CONGRATULAVA CON L’AMICO PUTIN

Per fortuna la buonanima di Silvio Berlusconi è spirata in tempo, l’anno scorso, per risparmiare a se stesso e agli amici increduli, una volta nell’urna delle ceneri nel mausoleo di Arcore, l’ennesimo messaggio di congratulazioni all’amico che si era illuso a Pratica di Mare, da presidente del Consiglio italiano, di avere associato all’Occidente e persino alla sua organizzazione militare, la Nato. Anche  nell’avventura della guerra all’Ucraina, dopo essere corso in Crimea a festeggiarne l’annessione da parte della Russia, Berlusconi trovò il tempo e il modo di esprimere ripetutamente la sua “comprensione” a Putin. Come Aldo Moro ai suoi tempi faceva nei riguardi degli americani impanatisi nel Vietnam.

MENTRE GLU USA SI DIVIDONO, L’EUROPA E’ CHIAMATA ALLE PROPRIE RESPONSABILITA’ CON L’UCRAINA

Mentre gli americani si dividono fra un vecchio presidente uscente che stenta a camminare con la sua andatura a scatti e un ex presidente deciso a tornare alla Casa Bianca per far vedere al mondo di quante sorprese è capace di sommergerlo, gli europei sono una volta tanto chiamati – o richiamati, come  accadde per contrastare Hitler dopo avere cercato di ammansirlo – a serrare le fila per difendersi dal monarca russo travestito da presidente.

Questo dell’Europa davanti alle sue responsabilità forse è l’unico aspetto positivo della quinta rielezione di Putin. Positivo anche per gli ucraini che possono resistergli solo grazie agli aiuti di un Occidente del quale sentono di far parte, anche a costo di pagare un prezzo così alto, in vite umane e distruzione del Paese, com’è quello della guerra in corso da due anni, o riesplosa più di due anni fa. Quando al Cremlino pensarono di andare a Kiev come in una passeggiata fuori porta,, di deporre il presidente Zelensky, ammazzarlo prima che potesse fuggire e sostituirlo col solito fantoccio che i russi nella storia di continuità sinistra dei due Vladimir hanno sempre saputo trovare nei loro dintorni.

– Leggi qui tutti i Graffi di Damato

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