Merz tradito dai suoi nel voto al Bundestag in mattinata. L’ok arriva soltanto nel pomeriggio dopo il secondo scrutinio: non era mai successo nell’era della Repubblica federale. Per qualche ora la Germania sembrava ripiombata nel caos politico, con lo spauracchio dell’AFD a incombere sulle sorti del Paese.
Sembrava una formalità e invece il Bundestag ha improvvisamente bloccato la nomina a cancelliere di Friedrich Merz al primo turno di voto preliminare.
Un débâcle che ha messo in serio imbarazzo la coalizione CDU-CSU-SPD, creata per sbarrare la strada all’estrema destra e oggi impantanatasi in uno stallo molto raro per la politica in Germania: una bocciatura simile non si vedeva dal 1949.
Il secondo scrutinio, che secondo la Costituzione deve avvenire entro 14 giorni dalla prima votazione, si è poi tenuto nel pomeriggio. Sospiro di sollievo per Merz e compagine: recuperati 15 voti, maggioranza raggiunta e superata con 325 totali sui 316 minimi.
DECISIVI I FRANCHI TIRATORI
A pesare sul risultato di stamane sono stati con ogni probabilità 6 franchi tiratori, ma sono 18 in tutto i voti della maggioranza che mancano all’appello. Sui 621 deputati presenti, 310 hanno votato a favore, 307 contro, 3 si sono astenuti e un voto è risultato nullo. La soglia richiesta per ottenere la carica era di 316 voti.
Si tratta di un segnale politico evidente, forse un messaggio lanciato da frange dissidenti nei partiti di governo o da singoli parlamentari in disaccordo con la leadership di Merz o con l’assetto dell’esecutivo proposto.
COSA SUCCEDE ADESSO A MERZ
La presidente del Bundestag Julia Klöckner ha annunciato la sospensione della sessione per permettere ai gruppi parlamentari di consultarsi. La Costituzione tedesca prevede ora che si possa tenere una nuova votazione entro 14 giorni con lo stesso o un altro candidato. Se anche il secondo tentativo dovesse fallire, si procederà con una terza votazione, dove basterà la maggioranza semplice – più voti a favore che contrari. A quel punto, però, il presidente della Repubblica potrà decidere se nominare comunque il cancelliere o sciogliere il Parlamento e indire nuove elezioni.
Intanto, il fallimento di Merz alla prima votazione non mette in discussione il suo ruolo di candidato, ma ne mina l’autorità. Anche se con ogni probabilità sarà eletto nei prossimi turni, il segnale è chiaro: dentro la coalizione non tutti lo seguono ciecamente. Le trattative proseguiranno nei prossimi giorni, ma la strada verso una stabilità politica appare più incerta che mai.
L’AFD INCOMBE
Battuta d’arresto che arriva in un momento di forti turbolenze politiche ed economiche per la Germania. Il precedente governo “semaforo” guidato dalla SPD con Verdi e Liberali è caduto lo scorso novembre, incapace di gestire una crisi industriale e sociale aggravata dalla recessione e dalla crescente sfiducia dell’elettorato.
Il voto anticipato del 23 febbraio ha consegnato la CDU/CSU al primo posto (28%), seguita a sorpresa da Alternative für Deutschland (AfD), che ha sfiorato il 21%, superando i socialdemocratici. Ora i sondaggi danno il partito di estrema destra guidato da Alice Weidel addirittura in testa al 25%, davanti al blocco conservatore CDU/CSU che sarebbe già crollato al 24%.
L’ascesa dell’estrema destra, classificata dagli organismi di sicurezza come “incompatibile con la democrazia”, alimenta un clima di instabilità e tensione. Sempre più voci nel Bundestag chiedono l’avvio di un procedimento per mettere al bando l’AfD, ma un simile passo richiede l’intervento della Corte Costituzionale, su iniziativa del governo o di una delle due camere. Alcuni deputati stanno già preparando una nuova mozione in tal senso.
Intanto Weidel, forte dei sondaggi che la danno in testa, chiede dimissioni per Merz ed elezioni immediate, denunciando la fragilità su cui poggia l’alleanza tra le forze della coalizione