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Molnupiravir, come funziona e quando arriva la pillola che cura dal Covid?

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Già disponibile nel Regno Unito alle prese con la quarta ondata di Coronavirus, il Molnupiravir dovrebbe presto arrivare in Italia

Una pillola per fermare il Covid prima che degeneri costringendo il malato all’ospedalizzazione. Al momento è ancora fantascienza, ma presto, prestissimo, potrebbe essere realtà. Le speranze del mondo sono aggrappate al molnupiravir, nome quasi impossibile da ricordare e da pronunciare, ma che potrebbe diventare presto molto famigliare a milioni, se non miliardi, di persone.

Tutti i governi del mondo sgomitano per comprare la prima potenziale cura ad hoc per il Coronavirus messa a punto dal colosso del farmaceutico Merck, con sede nel New Jersey. Se fosse ritenuta efficace, potrebbe aiutare gli Stati indietro con le vaccinazioni a evitare che le terapie si intasino visto che il farmaco, qualora venga assunto tempestivamente, sembra bloccare il rapido deterioramento dei polmoni del paziente a opera del virus.

Lo scorso 25 ottobre l’Agenzia del farmaco Ema ha avviato la “revisione continua” dell’antivirale per via orale molnupiravir. In quella occasione i produttori Msd e Ridgeback Biotherapeutics avevano fatto sapere di voler «collaborare con il Comitato per i medicinali umani (Chmp) dell’Ema per completare il processo di rolling review per facilitare l’avvio della revisione formale della presentazione del dossier per l’Autorizzazione all’immissione in commercio».

La presentazione della domanda all’Ema si basa sui risultati positivi dell’analisi ad interim della Fase 3 dello studio clinic Move-Out, che ha valutato molnupiravir in pazienti adulti non ospedalizzati con Covid-19 lieve-moderato che erano ad aumentato rischio di aggravamento e/o ospedalizzazione.

“Si comincerà con l’uso emergenziale secondo il decreto 648 – ha spiegato all’Adnkronos Salute il virologo Fabrizio Pregliasco, docente della Statale di Milano – Dovrebbero già aver iniziato ad acquisirlo”. A chi potrà essere somministrato il farmaco? “È per tutti – ha detto il medico – non solo per i casi gravi, e il bello è che è ideale per essere somministrato a casa. Appena ci sarà la registrazione sarà possibile prescriverlo anche sul territorio”. Quali sono i tempi? “Spero un mese e mezzo o forse due”.

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