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Navalny, gli occhi del mondo puntati su Mosca
Adesso che la conferma sull’avvelenamento dell’oppositore di Putin, Alexei Navalny, è arrivata anche da Berlino, come si comporterà il mondo nei confronti di Mosca?
Dopo l’annuncio ufficiale di Angela Merkel sull’avvelenamento di Alexei Navalny, per il quotidiano russo Vedomosti la nuova stagione politica di Putin inizia molto male e scrive che “lo spettro di Novichok” plana di nuovo su Mosca e sulle relazioni tra Russia e Occidente. Secondo le prove fornite da un laboratorio speciale delle Forze armate tedesche (Bundeswehr) su richiesta dell’ospedale Charité di Berlino, dove è ricoverato in coma farmacologico Navalny, vi è infatti “la prova inequivocabile” che sia stato avvelenato con un agente nervino del gruppo Novichok.
LA REAZIONE DELLA GERMANIA
La Cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha parlato di un “crimine” su cui Mosca deve fornire chiarimenti. Soltanto il governo russo “può e deve rispondere alle domande molto serie poste dal caso”. Merkel ha ribadito l’esito delle indagini tossicologiche, definendole “informazioni sconvolgenti”. Ha poi aggiunto di essersi consultata con il proprio governo sulla possibile reazione. Secondo Merkel, l’avvelenamento di Navalny è dimostrato “oltre ogni dubbio” e mirava a “ridurre al silenzio” l’oppositore russo. Intanto l’ambasciatore della Russia a Berlino, Sergej Nekaev, è stato convocato al ministero degli Esteri tedesco per colloqui su quanto avvenuto. Il presidente della commissione Affari esteri del Bundestag, Norbert Roettgen, ha affermato che “l’unico linguaggio che Putin capisce è quello della durezza” e per il caso Navalny “deve esservi una risposta politica europea”.
MOSCA NEGA
Dopo l’annuncio, la portavoce del Cremlino, Maria Zakharova, ha dichiarato che nessuna informazione concreta, nessun risultato delle analisi o prova è stata presentata alla Russia. Il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, ha dichiarato che “prima che il paziente fosse portato a Berlino, in conformità con tutti gli standard internazionali, nel nostro paese è stato effettuato un intero complesso di test e non sono state rilevate sostanze tossiche”. Ha inoltre precisato oggi che a Mosca non sono “disposti ad accettare nessuna accusa a questo proposito. Non vorremmo che i nostri partner in Germania e in altri Paesi europei si precipitassero a fare valutazioni, preferiremmo stabilire un dialogo”. Uno degli scienziati capace di sviluppare l’agente nervino, Leonid Rink, ha dichiarato alla stampa russa che i sintomi riportati da Navalny non sembrano quelli di un avvelenamento da Novichok, mentre un altro scienziato, Vladimir Uglev, ha invece suggerito una versione differente. Uglev ritiene infatti possibile che Navalny sia stato effettivamente avvelenato con questa sostanza, ma che gli effetti sono stati mascherati, “la dinamica dello sviluppo del danno tossicologico è completamente distorta” e i sintomi differiscono da quelli tipici del Novichok.
LA REAZIONE DELL’ITALIA
La Farnesina, attraverso una nota, ha comunicato che l’Italia esprime “profonda inquietudine e indignazione” per l’identificazione da parte delle autorità competenti tedesche di un agente nervino quale causa dell’avvelenamento. “Si tratta di un crimine che condanniamo con forza e che rende ancora più impellente la necessità che la Federazione Russa chiarisca con rapidità e trasparenza le responsabilità dell’accaduto”. Lo stesso messaggio è stato rilasciato dal segretario della Nato, Jens Stoltenberg.
I RAPPORTI TRA MOSCA E L’UE
Per Andrey Kortunov, direttore generale del Consiglio russo per gli Affari esteri, questa situazione avrà importanti ripercussioni sulle relazioni tra Russia e Unione europea: “Se [come ai tempi dell’avvelenamento al Novichok dell’ex agente segreto sovietico Sergej Skripal’ e di sua figlia in Inghilterra nel 2018] il Cremlino dirà che si tratta di diffamazione, che non crede alle analisi dei medici tedeschi, questo inasprirà la situazione. E sarà praticamente impossibile vincere questa guerra d’informazione data la reputazione a livello mondiale dell’ospedale Charité di Berlino”.
LE SANZIONI ALLA RUSSIA
Il Dipartimento di Stato americano aveva promesso inedite sanzioni se fosse stato confermato l’avvelenamento. Intanto il caso Navalny si svolge mentre la Russia è accusata di ingerenza in Bielorussia da parte dell’Occidente, e questo potrebbe produrre un effetto cumulativo: “Navalny moltiplicato per la Bielorussia, potrebbe portare a un’escalation del confronto tra Russia e Occidente”, ha detto Kortunov, aggiungendo che tutto dipenderà dalla reazione di Mosca. Anche oggi il Cremlino ha respinto le accuse di un possibile coinvolgimento nel caso Navalny e ha affermato di non vedere motivi per eventuali sanzioni contro la Russia. Le agenzie russe hanno riportato le parole di Peskov: “Non capiamo quale potrebbe essere la ragione per eventuali sanzioni. Sceglierei le parole con attenzione quando si parla di accuse contro lo Stato russo perché non ci sono accuse al momento e non c’è motivo per accusare lo Stato russo”.