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Niente controlli alla frontiera, la Brexit ritarda ancora

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Che cosa sta accadendo in Gran Bretagna sulla gestione delle merci in entrata dall’Ue. Il punto sulla Brexit di Eraldo Bigi per il blog Elezioni e sistemi elettorali nel mondo

Brexit, Londra rinvia ancora i controlli alla frontiera: “Salirebbe l’inflazione”: prima ammissione del governo britannico sui costi dell’uscita dall’Ue. Gli economisti: “Gli inglesi possono dimenticarsi il cibo a prezzi economici”.

I RITARDI DELLA BREXIT

Brexit ha un notevole impatto sull’inflazione nel Regno Unito, ben maggiore che all’interno della Comunità Europea: essa è ancora molto alta: il tasso annuo di inflazione del Regno Unito si è attestato al 7,9% a giugno (il più alto del G7), mentre l’inflazione alimentare è stata del 17,3%.

Sinora l’esecutivo Sunak (come, del resto, i suoi predecessori) erano stati sempre molto reticenti ad ammetterlo.

Adesso, però, Londra ha deciso di rinviare per la quinta volta i controlli alla frontiera su animali, carni e prodotti vegetali che arrivano dall’Unione Europea.

SALTATI I PIANI DI LONDRA

La Gran Bretagna aveva in programma di lanciare la prima fase del nuovo modello di confine a partire dal prossimo Ottobre, con ulteriori fasi implementate nel 2024 che avrebbero visto un progressivo aumento dei controlli sui prodotti alimentari e animali che entrano nel paese, principalmente via Unione Europea.

Funzionari governativi hanno riferito (Fonte: Politico.eu) ad aprile scorso che le imprese saranno colpite da 400 milioni di sterline di costi aggiuntivi a causa del nuovo regime di frontiera, chee secondo le organizzazioni imprenditoriali probabilmente ridurrà il numero di imprese dell’UE che esportano nel Regno Unito.

La stessa fonte ipotizza che il nuovo stop sia dovuto all’obiettivo – dichiarato da Rishi Sunak – di ridurre l’inflazione a circa il 5% entro la fine di quest’anno, obiettivo peraltro ritenuto difficilmente raggiungibile dagli analisti.

LA BREXIT CHE NON VA E LE MOSSE DELLA BOE

Per cercare di perseguire questo obiettivo, lo scorso 3 Agosto Bank of England (BOE -foto 3) ha alzato (peraltro in linea con le attese degli economisti) i tassi di interesse di 25punti base portandoli a 5,25%: l’ultima volta che i tassi di interesse erano stati superiori al 5,25% era il gennaio 2008, quando raggiunsero il 5,5%. sull’onda della crisi scatenata dallo scoppio della bolla conseguente alla concessione dei mutui c.d. “subprime”.

Si tratta del quattordicesimo consecutivo rialzo dei tassi del Comitato di politica monetaria (MPC) di BOE guidato da Andrew Bailey (Leicester, 30 marzo 1959 – governatore della Banca d’Inghilterra dal 16 marzo 2020), votato 6-3 dai membri del Comitato (due membri del MPC avendo votato a favore di un secondo aumento consecutivo di 50 punti base, l’ultimo avendo espresso parere favorevole al mantenere i tassi invariati al 5%).

Bank of England ha quindi avvertito imprese e famiglie che il costo dei prestiti rimarrà elevato almeno per i prossimi due anni.

Nel mentre – come riporta la vignetta postata (la quale, espressione del caustico umorismo inglese – ma a quelle latitudini le querele non sono moneta corrente – mostra il parallelismo degli elicotteri che nel Sud Europa sono utilizzati per spegnere gli incendi, mentre in UK sono utilizzati per creare incendi di scorie dell’estrazione del petrolio – foto 2) – il Primo Ministro ricorre al rilascio di nuove concessioni per l’estrazione petrolifera nel Mare del Nord, per cercare di contenere la bolletta energetica degli inglesi a causa di una estate particolarmente fredda alle latitudini boreali, ed in previsione del veniente inverno.

Potrebbe essere un'immagine raffigurante trolley, strada, strada e il seguente testo "Frontier Control 020"

Potrebbe essere un'immagine raffigurante elicottero e testo

Nessuna descrizione della foto disponibile.

 

– Leggi anche: Brexit, sette anni dopo possiamo dire che la Gran Bretagna ha sbagliato

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