La rassegna stampa internazionale a cura di Marco Orioles
Settimana ad alta intensità sul fronte internazionale: dal secondo round di negoziati di pace tra Russia e Ucraina a Istanbul alle decisive elezioni presidenziali in Polonia e Corea del Sud, passando per la nuova dottrina di difesa britannica in chiave anti-russa. Un mondo in rapido movimento, tra diplomazia, urne e strategie militari.
SECONDO ROUND DI NEGOZIATI DI PACE RUSSO-UCRAINI A ISTANBUL
Lunedì si è tenuto un secondo round di negoziati di pace tra le delegazioni ucraina e russa mediati anche questa volta, come accadde nel primo incontro del 16 maggio, dalla Turchia. Come riportato da Euronews, la delegazione ucraina giunta ad Istanbul era guidata dal ministro della Difesa Rustem Umerov, dal consigliere presidenziale Mykhailo Podolyak e dal vicepremier Oleksandr Kubrakov; quella russa includeva lo stretto collaboratore del presidente Putin Vladimir Medinsky, il vicepremier Andrei Belousov e il viceministro degli Esteri Sergei Ryabkov. In una significativa novità rispetto al precedente round, ai colloqui hanno partecipato anche alcuni diplomatici dei Paesi cosiddetti “Volenterosi” quali Francia, Germania e Regno Unito cui si è aggiunta l’Italia: si tratta, come scrive il Corriere della Sera, di nazioni che fanno parte del cosiddetto QUAD, l’alleanza internazionale che include anche gli USA. L’Italia, riporta ancora il Corriere, era rappresentata ad Istanbul dal consigliere diplomatico della premier Meloni, Fabrizio Saggio, e dall’aggiunto Pietro Sferra Carini. Come riferisce l’Associated Press, i negoziati sono durati lo spazio di appena un’ora, a segnalare la mancanza di decisioni cruciali prese; non è stato soprattutto concordato alcun cessate il fuoco, come chiede da tempo il presidente ucraino Zelensky. Le delegazioni si sono invece scambiate i rispettivi memorandum per raggiungere un’intesa preparati nelle ultime settimane, e si è deciso di proseguire con gli scambi di prigionieri, dando priorità ai feriti gravi. L’Ucraina ha reso pubblico il suo documento e, da quanto si apprende, chiede non solo un cessate il fuoco incondizionato e uno scambio di prigionieri “tutti per tutti”, ma anche garanzie di sicurezza internazionali come la presenza di truppe occidentali. Come rilevato anche da The Economist, la Russia ha invece optato per mantenere riservato il proprio documento, anche se sono note le sue principali condizioni quali, ad esempio, il controllo dell’intero territorio delle quattro province ucraine occupate da Mosca e la neutralità dell’Ucraina, cui si nega il diritto di entrare nella Nato. Dal canto suo, Kyiv ha fornito una lista di bambini rapiti dalla Russia – sarebbero oltre 20 mila, in una gravissima violazione che è costata allo stesso Putin un mandato d’arresto da parte della CPI – chiedendone la restituzione.
LA VITTORIA DI NAWROCKI ALLE ELEZIONI PRESIDENZIALI IN POLONIA
Il ballottaggio delle elezioni presidenziali polacche tenutosi domenica ha visto la vittoria, anche se di misura, del candidato del partito nazionalista Diritto e Giustizia (PiS) Karol Nawrocki, che ha sconfitto Rafał Trzaskowski, sindaco di Varsavia e candidato della Piattaforma Civica (PO) del premier Donald Tusk. Come riferisce la BBC, al vincitore sono andati il 50,89% dei voti scrutinati contro il 49,11% di Trzaskowski. Nawrocki, storico 42enne e capo dell’Istituto della Memoria Nazionale, è stato definito un “sovranista MAGA” per la sua vicinanza a Donald Trump, con cui – come ricorda tra gli altri The Hill – si è incontrato alla Casa Bianca prima delle elezioni. Come evidenziato dal Guardian, le elezioni hanno messo in luce una profonda divisione del Paese, riflettendone la polarizzazione tre le aree urbane e quelle rurali e orientali, tradizionalmente conservatrici. Trzaskowski, europeista e progressista, ha infatti prevalso nelle città e nelle regioni occidentali, più favorevoli all’integrazione europea, a differenza di Nawrocki che ha trionfato nelle zone più arretrate del Paese. La campagna elettorale di Nawrocki non a caso aveva enfatizzato i valori tradizionalisti e cattolici, ponendo grande enfasi sul concetto di sovranità nazionale e mettendo in discussioni le relazioni con l’Ucraina. Nella serata di ieri, riporta Politico, il premier Tusk ha indetto un voto di fiducia in parlamento al fine di verificare la solidità del proprio consenso e rafforzare la propria coalizione.
LONDRA VARA UNA NUOVA DOTTRINA DI DIFESA BRITANNICA IN CHIAVE ANTI-RUSSA
Il governo laburista britannico ha appena pubblicato la propria nuova dottrina di difesa in un documento lungo 140 pagine quasi interamente focalizzato sulla minaccia russa, definita “immediata e pressante”. Annunciando la novità, il premier Keir Starmer ha dichiarato che “per scoraggiare una guerra, dobbiamo essere pronti a combatterla”, mentre il ministro della Difesa John Healey ha aggiunto che la nuova dottrina “è un chiaro messaggio a Mosca: siamo pronti”. Come scrive The Times in un’ampia rassegna in cui offre un’analisi dettagliata della dottrina, Londra prevede un investimento di 15 miliardi di sterline per modernizzare il deterrente nucleare, inclusa la costruzione di fino a 12 sottomarini d’attacco a propulsione nucleare entro il 2030. Viene inoltre valutato l’acquisto di bombardieri strategici nucleari dagli Stati Uniti. Al fine di rafforzare la posizione britannica nella NATO, la strategia prevede anche la creazione di sei nuove fabbriche di armamenti e la nascita di un comando strategico anti-Russia e Cina. Come riporta BBC News, Londra punta ora a portare la spesa per la difesa al 2,5% del PIL entro il 2027, con l’obiettivo di raggiungere almeno il 3% entro la fine del decennio.
ELEZIONI PRESIDENZIALI IN COREA DEL SUD: VINCE IL CANDIDATO DEL PARTITO DEMOCRATICO
Ieri la Corea del Sud ha tenuto elezioni presidenziali anticipate per eleggere il successore di Yoon Suk-yeol, destituito lo scorso 4 aprile dalla Corte costituzionale dopo il suo clamoroso tentativo, avvenuto il 3 dicembre dell’anno scorso, di imporre la legge marziale. Come riportato da BBC News, Lee Jae-myung, leader del Partito Democratico (PDC), è risultato vincitore con il 34% dei voti, sconfiggendo il conservatore Kim Moon-soo del Partito del Potere Popolare (PPP), che ha ottenuto circa il 29%. Come ha osservato Bloomberg, l’elevata affluenza al voto anticipato (21%), la più alta mai registrata, ha riflettuto il desiderio della popolazione di mettersi alle spalle la lunga crisi politica e il trauma causato dalla mossa choc dell’ex presidente. Lee, 60 anni, progressista e già governatore di Gyeonggi, ha incentrato la propria campagna elettorale sulla riduzione delle disuguaglianze economiche e sul rilancio della crescita tramite adeguati investimenti; sua anche la promessa di trasferire la capitale amministrativa a Sejong City. Come ha osservato il Financial Times, la svolta politica appena maturata potrebbe riorientare la politica estera di Seul, favorendo in particolare un dialogo con la ostica Corea del Nord ma anche un approccio più cauto verso Cina e Giappone, tutto ciò in contrasto con la linea molto sbilanciata in chiave pro-Usa di Yoon. Ma sul mandato di Lee pende l’incognita dell’instabilità economica provocata dai dazi di Trump, mentre con Pyongyang le tensioni restano molto elevate. Su questi due fronti il vincitore delle elezioni si giocherà dunque tutta la sua credibilità.
BREVI DAL MONDO
L’Ucraina ha rivendicato l’audace operazione “Tela di ragno” che, condotta sabato scorso e dunque alla vigilia dei negoziati di Istanbul, avrebbe provocato la distruzione di 41 bombardieri strategici russi, anche se Mosca minimizza parlando di soli 13 velivoli colpiti. Come riferisce AP citando un anonimo funzionario ucraino, l’attacco, attuato con 117 droni kamikaze trasferiti in segreto in territorio russo e posizionati non lontano dalle basi di Belava, Olenya, Diaghilev e Ivanovo, ha richiesto un anno e mezzo di preparazione ed è stato supervisionato direttamente dal presidente Zelensky.
Donald Trump ha innalzato al 50% i dazi sull’ acciaio e l’alluminio importati dall’UE che precedentemente erano stati fissati al 25%. Come riporta Reuters, la Commissione sta valutando una dura reazione, che sarà molto probabilmente anticipata già mercoledì quando il Commissario Ue al Commercio Maros Sefcovic incontrerà il suo omologo Usa Jamieson Greer a Parigi a margine dei lavori di una riunione dell’OCSE.
Come ha riferito giovedì il New York Post, la Corea del Nord ha fornito un nuovo e sostanziale aiuto all’alleato russo nel suo sforzo bellico in Ucraina – si parla della fornitura di missili balistici KN-15 e di ulteriori munizioni di artiglieria, che si aggiungono al trasferimento sul fronte di nuovi contingenti pari a migliaia di uomini – che ha permesso a Mosca di sferrare una serie di micidiali attacchi contro infrastrutture civili di Kyiv. In cambio dell’aiuto ricevuto, sempre secondo il NYP, Mosca avrebbe fornito a Pyongyang sistemi avanzati di difesa anti-aerea ed altro equipaggiamento militare.
Come riportato dal Guardian, la conferenza indetta in Gran Bretagna per stabilire un gruppo di contatto al fine di facilitare i colloqui tra l’esercito regolare del Sudan e i paramilitari in guerra da oltre due anni e con l’ulteriore obiettivo di raggiungere un cessate il fuoco sono falliti martedì scorso dopo che alcuni Stati arabi, che supportano parti opposte del conflitto, si sono rifiutati di firmare il comunicato finale. In particolare, le discordie tra Egitto, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti sono stati decisive nel far naufragare l’iniziativa di Londra.