In Ucraina si scatena la protesta contro il disegno di legge firmato da Zelensky che mette a repentaglio l’autonomia delle principali istituzioni anticorruzione
A Kiev, Dnipro, Leopoli e Odessa centinaia di persone sono scese in piazza per contestare Zelensky. Non era mai accaduto dall’inizio dell’invasione russa nel febbraio del 2022.
Oggetto delle proteste è un disegno di legge approvato dalla Verchovna Rada a larga maggioranza e in tempi record e promulgato dal governo in seguito all’arresto di un funzionario dell’anticorruzione accusato di presunti legami con la Russia di Putin, dietro cui, secondo le tesi del governo, si celerebbe una più ampia rete di intese occulte con Mosca.
⚡️BREAKING: Zelensky signs law destroying independence of Ukraine’s key anti-corruption bodies.
President Zelensky approved the law on July 22 despite large-scale protests against the law, which critics say undermines years of pro-democracy reforms.https://t.co/VI7clLJbmq
— The Kyiv Independent (@KyivIndependent) July 22, 2025
SMANTELLATA L’AUTONOMIA DELL’ANTICORRUZIONE UCRAINA
Il provvedimento interviene sul Codice penale per porre l’Ufficio nazionale anticorruzione dell’Ucraina (Nabu) e l’Ufficio del procuratore specializzato anticorruzione (Sapo) sotto il controllo del procuratore generale Ruslan Kravchenko, scelto per questo ruolo il mese scorso e a sua volta alle dipendenze del presidente.
Il disegno di legge consente al procuratore generale di impartire istruzioni vincolanti alla Nabu, di riassegnare casi al di fuori dell’agenzia e di delegare l’autorità della Sapo ad altri procuratori. Un intervento, dunque, che cancella di fatto l’autonomia di due uffici chiave sorti sull’onda del percorso di riforme figlio dell’Euromaidan nel tentativo di arginare uno dei problemi endemici del Paese.
L’ALLARME DELLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE
Oltre al rischio di un pericoloso accentramento decisionale volto a limitare le indagini negli ambienti vicini all’esecutivo, che avrà l’ultima parola sulle investigazioni, i manifestanti temono un’involuzione dello stato di diritto, ipotesi suffragata da svariati osservatori internazionali.
‼️The President signs DL 12414. This opens up the possibility of manual intervention in anti-corruption investigations, undermines the independence of the #NABU and #SAPO, & causes risks of political pressure in cases involving top officials.@Zelenskyy and MPs are destroying a… pic.twitter.com/Vl4yx7uOcm
— Transparency International Ukraine (@TransparencyUA) July 23, 2025
ADESIONE ALL’UE A RISCHIO?
Se così fosse si tratterebbe di un pericoloso passo indietro in un ambito cruciale per Kiev nel processo di adesione all’Unione Europea, come sottolineato dalla stessa Marta Kos, Commissaria europea per l’allargamento dell’Unione.
Seriously concerned over today’s vote in the Rada. The dismantling of key safeguards protecting NABU’s independence is a serious step back.
Independent bodies like NABU & SAPO, are essential for 🇺🇦’s EU path. Rule of Law remains in the very center of EU accession negotiations.
— Marta Kos (@MartaKosEU) July 22, 2025
Intanto la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha avuto un colloquio telefonico con il presidente Zelensky per fare chiarezza sulla questione, stando a quanto riferito da un portavoce dell’esecutivo comunitario, che aggiunge: “In quanto Paese candidato, ci si aspetta che l’Ucraina rispetti pienamente questi standard. Non può esserci compromesso”.
I PRECEDENTI
Numerosi gli episodi che testimonierebbero tale tendenza, dalle modalità con cui le forze dell’ordine si sono accanite sui funzionari della Nabu alle violazioni procedurali durante il voto al Parlamento denunciate dalla presidente della commissione anticorruzione Anastasia Radina, peraltro compagna di partito del presidente Zelensky.
All’inizio di luglio nel mirino della Sbu era finito perfino Vitaly Shabunin, uno dei più strenui attivisti anticorruzione del paese, accusato di frode e di essersi sottratto al servizio militare. Nel frattempo, è attesa la decisione del Parlamento ucraino in merito a un altro disegno di legge contestatissimo che prevede l’amnistia per i casi di corruzione relativi all’industria della difesa