Crisi diplomatica sfiorata tra Orban e i vertici europei. Il premier ungherese prova dettare la linea della politica estera europea ma la Commissaria von der Leyen risponde con la minaccia di isolamento del leader magiaro
Viktor Orban non può dettare la linea della politica estera europea. È questo il messaggio che arriva, forte e chiaro, dalla reazione Commissione europea alle iniziative del premier ungherese che, nei giorni scorsi, da presidente di turno del Consiglio europeo, ha incontrato, senza mandato comunitario, il presidente russo Vladimir Putin, il leader cinese Xi Jinping e il candidato repubblicano alla Casa Bianca, Donald Trump.
I COMMISSARI UE DISERTERANNO GLI INCONTRI INFORMALI DEL VERTICE UNGHERESE DELL’8 NOVEMBRE PROSSIMO
La Commissione europea ha deciso che i commissari non parteciperanno agli incontri informali convocati dalla presidenza ungherese per il vertice del prossimo 8 novembre ma saranno sostituiti da funzionari comunitari. La presidente Ursula von der Leyen andrà, invece, al vertice. “La cooperazione resterà invece al livello dei Commissari per i consigli formali, dove le decisioni vengono prese – ha spiegato il portavoce della Commissione europea, Stefan De Keersmaecker -. Abbiamo preso questa decisione per mandare un messaggio simbolico di disapprovazione per i viaggi non coordinati di Viktor Orban”.
La decisione, che rappresenta un unicum nella politica comunitaria, arriva direttamente dagli uffici della Commissaria von der Leyen. “Alla luce dei recenti sviluppi che segnano l’inizio della guida ungherese – ha detto il portavoce della Commissione Eric Mamer -, la presidente ha deciso che la Commissione europea sarà rappresentata a livello di alti funzionari durante le riunioni informali del Consiglio, e la visita del collegio alla Presidenza non avrà luogo”.
BALAZ ORBAN: “SE L’EUROPA VUOLE LA PACE DEVE CAMBIARE DIREZIONE”
La replica di Orban, che teme l’isolamento, non si è fatta attendere. “Il primo ministro ha informato per iscritto i leader del Consiglio Europeo sui negoziati, sulle esperienze della prima fase della missione di pace e sulle proposte ungheresi – ha detto Balaz Orbán, direttore del gabinetto politico del premier ungherese in un’intervista alla testata Magyar Nemzet –: se l’Europa vuole la pace e vuole avere un ruolo decisivo nella risoluzione della guerra e nella fine dello spargimento di sangue, deve ora elaborare e attuare un cambiamento di direzione”.
IL BOICOTTAGGIO DEL VERTICE GYMNICH
Il ‘boicottaggio’ nei confronti di Orban potrebbe non fermarsi all’assenza ai vertici informali. Il Premier Orban ha in programma di ospitare a Budapest il vertice Gymnich sulla politica estera il prossimo 28 e 29 agosto. Secondo quanto riporta Politico l’alto rappresentante dell’Ue Josep Borrell vorrebbe convocare un Consiglio affari esteri formale proprio alla fine di agosto, in modo da far saltare l’evento di Budapest. La chiamata di Borrel, infatti, impedirebbe ai ministri di partecipare al meeting in Ungheria.
GERMANIA E SVEZIA ALLINEATI CON VON DER LEYEN, L’AUSTRIA È CON ORBAN
Le iniziative di politica estera del premier ungherese hanno, dunque, fatto sfiorare la crisi diplomatica tra le istituzioni europee e posto una seria ipoteca sulla serenità del semestre europeo a guida Orban. Il ministro tedesco Christian Lindner, nel corso dell’Ecofin, ha spiegato che “la presidenza ungherese purtroppo è iniziata con gesti unilaterali sul piano diplomatico, che abbiamo avvertito con molta delusione. L’Ungheria sa che in Ucraina si difende la pace e la stabilità europea nel suo insieme. Sa che siamo partner e amici. Ci aspettiamo che l’aiuto all’Ucraina rimanga la priorità assoluta anche durante la presidenza ungherese del consiglio Ue”. Tuttavia, non tutti i ministri, e dunque gli stati europei, sono allineati con la posizione tedesca.
La ministra svedese delle Finanze Elisabeth Svantesson si definisce addirittura “arrabbiata” e “triste” per via della “visita a Putin e alla Russia” che rappresenterebbe “un insulto all’Ucraina” e “a tutti gli altri 26 Stati Ue” e che farebbe sorgere il dubbio “che la presidenza ungherese non metta in testa al programma di lavoro l’Ucraina”. Di diverso avviso il Cancelliere austriaco Karl Nehammer. “Smettere di dialogare all’interno dell’Ue è la peggiore di tutte le soluzioni – ha detto il cancelliere austriaco -. La Commissione europea e la Presidenza del Consiglio dovrebbero risolvere i conflitti attraverso la discussione, non attraverso appelli al boicottaggio. l dialogo è il prerequisito più importante per il progresso e soluzioni comuni a ogni livello politico”.