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Polizia

Perché il Consiglio d’Europa prende di mira ancora l’Italia

Profilazione razziale, diritti umani e reazioni infuocate: un nuovo fronte tra Bruxelles e Roma

“Serve uno studio indipendente sul razzismo nelle forze di polizia italiane”. Non è un titolo di giornale, ma una raccomandazione ufficiale lanciata dal Consiglio d’Europa. A pronunciarla è stato Bertil Cottier, presidente della Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (ECRI), che ha invitato l’Italia ad affrontare il tema della profilazione razziale nelle sue forze dell’ordine. Il fenomeno, ha detto, “cresce in molti Paesi europei” e riguarda quei casi in cui “agenti di polizia fermano le persone basandosi sul colore della pelle, la religione o l’identità presunta”.

ITALIA E FRANCIA SOTTO OSSERVAZIONE

Durante la presentazione del rapporto annuale 2024 dell’ECRI, la vicepresidente Tena Simonovic Einwalter ha chiarito che pur non nominando ufficialmente i Paesi nel report, “il problema della profilazione razziale si riscontra frequentemente in Italia e in Francia”. E mentre nel Regno Unito si registrano miglioramenti – anche grazie all’introduzione delle bodycam, che hanno facilitato il monitoraggio e la raccolta dati – in Italia, secondo l’ECRI, lo studio del fenomeno è ancora assente.

MELONI: “ACCUSE VERGOGNOSE”

La risposta da parte del governo italiano è arrivata a stretto giro. La premier Giorgia Meloni ha definito le affermazioni dell’ECRI “semplicemente vergognose” e “frutto di un approccio ideologico e di pregiudizi evidenti”. In un post pubblicato su X, Meloni ha difeso con forza le forze dell’ordine italiane: “Tutti conoscono i numerosi episodi in cui agenti vengono aggrediti mentre svolgono il proprio dovere con coraggio e rispetto della legge”.

TAJANI: “OSSERVAZIONI ASTRUSE E FALSE”. SOLIDARIETA’ DEL SENATO E DAI SINDACATI

Anche il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha respinto al mittente le critiche: “Se non fossero offensive, sarebbero ridicole”. Per il leader di Forza Italia, la polizia italiana è “tra le più rispettose delle minoranze” e i rilievi mossi rischiano solo di “fomentare astio verso le forze dell’ordine”.

Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha espresso “solidarietà, stima e gratitudine” agli uomini e alle donne in divisa, sottolineando i sacrifici quotidiani compiuti per garantire la sicurezza del Paese. Sulla stessa linea il sindacato di polizia Coisp, per voce del segretario generale Domenico Pianese, che ha definito l’intervento del Consiglio d’Europa un “attacco ingiustificato” e “una narrazione distorta senza dati concreti”.

IL NODO DELL PROVE CHE MANCANO

Il cuore della polemica è proprio questo: esistono dati concreti sul razzismo nelle forze di polizia italiane? Secondo l’ECRI no, e proprio per questo serve uno studio indipendente. Ma per molti in Italia – istituzioni, politica e sindacati – l’assenza di dati è la prova contraria: se il razzismo non è documentato, allora non esiste.

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