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Perché in Italia si torna a parlare di Mes

L’Eurogruppo alza la voce, ma Giorgetti frena: “Non ci sono i numeri”

Il Meccanismo europeo di stabilità, il famigerato Mes, torna a far tremare i tavoli dell’Eurogruppo. A Bruxelles i ministri delle Finanze dei Paesi della zona euro hanno fatto quadrato chiedendo con forza all’Italia di ratificare il trattato riformato, unico tassello mancante per completare l’intero mosaico europeo. Ben dieci ministri – sìc! – sono intervenuti durante l’ultima riunione per ricordare quanto sia diventato urgente il via libera italiano.

GIORGETTI RESISTE: “PARLAMENTO SOVRANO”

Dal canto suo, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha mantenuto la linea: niente forzature, perché “non ci sono i numeri” in Parlamento per approvare la ratifica. Una posizione che resta ferma da mesi e che ha spinto il presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe, a lanciare un monito: “Rispettiamo le difficoltà politiche italiane, ma l’assenza di ratifica non è priva di conseguenze”.

IL NODO BACKSTOP, IL PARACADUTE MANCANTE

La riforma del Mes non è un dettaglio tecnico. Prevede, tra le altre cose, l’introduzione del cosiddetto “backstop”, un paracadute finanziario che andrebbe a rafforzare il Fondo di risoluzione unico, ossia il salvagente per le banche in difficoltà. Senza la firma dell’Italia, il sistema resta zoppo. A sottolinearlo anche il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, e il direttore generale del Mes, Pierre Gramegna: “È più importante che mai rendere operativo il supporto comune, soprattutto in tempi così volatili”.

UNIONE BANCARIA A RISCHIO APPEAL

L’impasse italiana rischia di danneggiare l’intero impianto dell’Unione bancaria. “Senza backstop – ha detto Gramegna – le banche europee perdono attrattiva agli occhi degli investitori stranieri”. Il messaggio è chiaro: un’Europa incompleta sul fronte della stabilità finanziaria può diventare terreno instabile in caso di crisi.

Nonostante i toni restino formali e “urbani”, come dicono le fonti europee, il pressing politico cresce. Giorgetti incassa, ribadisce la linea e accetta il confronto. Ma rimane il nodo interno. E il Mes si conferma, ancora una volta, un vero e proprio incubo politico.

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