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Perchè Italia sostiene Israele? Una riflessione sulla missione di Salvini

L’analisi di Federico Punzi per Atlantico Quotidiano sulla missione di Salvini in Israele

Hezbollah è considerato una organizzazione terroristica dalla gran parte del mondo libero e civile. Da Stati Uniti, Canada, Australia, e anche dall’Unione europea, sebbene ipocritamente ritenga tale solo l’ala militare del movimento sciita e non anche i suoi vertici politici, una distinzione davvero capziosa. Persino la Lega araba nel 2017 ha rotto gli indugi e lo ha dichiarato gruppo terroristico.

Se a dirlo, però, è Matteo Salvini, apriti cielo! È un “oltraggio”…

LE PAROLE DI SALVINI

Una dichiarazione ineccepibile, quella del vicepremier: “Chi vuole la pace, sostiene il diritto all’esistenza e alla sicurezza di Israele. Sono appena stato ai confini nord con il Libano, dove i terroristi islamici di Hezbollah scavano tunnel e armano missili per attaccare il baluardo della democrazia in questa regione”.

Tra le tante parole e iniziative politiche discutibili e controverse di Salvini, chi lo critica per questa dichiarazione tradisce i suoi principi e calpesta la realtà per spirito di fazione, pur di attaccare l’avversario politico su qualsiasi cosa e a qualsiasi costo, perdendo credibilità; oppure, tradisce il suo pregiudizio anti-israeliano, il suo disprezzo per il diritto all’esistenza e alla sicurezza di Israele. E non saprei dire quale delle due ipotesi è la peggiore (non escludendo il combinato disposto delle due).

A DIFESA DI ISRAELE

Come ha ricordato il vicepremier, Israele è l’unica democrazia liberale del Medio Oriente e per questo autentico baluardo, spartiacque di civiltà. È sotto attacco ormai non più degli stati arabi della regione, come Egitto, Giordania e Arabia Saudita, con i quali ha trovato la strada di una pacifica anche se faticosa convivenza, ma da feroci e senza scrupoli organizzazioni terroristiche, sia di stampo sunnita come Hamas, che sciita come Hezbollah, entrambe però sostenute, finanziate e armate fino ai denti dall’Iran. Rifiutandosi di riconoscere queste realtà, di chiamarle con il loro nome, non si fa un favore al povero martoriato Libano (Hezbollah è ormai uno stato nello stato che conduce una propria politica estera e di sicurezza, decisa a Teheran). Non si avvicinano la pace e la stabilità, ma le si allontanano, anche da un punto di vista di realismo politico. Se Hezbollah è un legittimo attore della politica libanese – e lo è, essendo anche al governo – ne consegue che il Libano non può sottrarsi dal sopportare le conseguenze delle sue azioni.

QUALCHE PRECISAZIONE SULLA MISSIONE UNIFIL

Per le sue dichiarazioni Salvini è stato addirittura accusato di mettere a repentaglio la sicurezza dei nostri soldati impegnati nella missione Unifil, una forza di interposizione sotto egida Onu che controlla (o almeno dovrebbe controllare) una fetta di territorio libanese al confine con Israele.

Altro che “miracolo di pace”, come viene celebrata ancora oggi. Sebbene i nostri militari operino come sempre con la massima professionalità, la missione Unifil non ha garantito un bel niente, nemmeno il rispetto delle risoluzioni Onu, figuriamoci “la pace”, anche perché è il suo stesso mandato limitato che dall’inizio ne ha inficiato l’efficacia. La tregua dal 2006 ad oggi è stata garantita dalla forza dissuasiva di Israele, dalla necessità di Teheran (e di Hezbollah) prima di incassare la revoca delle sanzioni Usa concludendo l’accordo sul programma nucleare, poi di concentrarsi sul fronte siriano, mentre nel frattempo i soldati Unifil sono di fatto diventati scudi umani nelle mani degli Hezbollah.

La presenza Unifil, infatti, li garantisce da possibili incursioni israeliane, mentre non ha impedito loro di continuare ad armarsi, sviluppare il loro arsenale missilistico made in Iran, e di potersi concentrare sulla guerra in Siria a difesa di Assad, con il fianco sud coperto dall’Onu (!). Celebrare il successo di Unifil è a maggior ragione surreale in questi giorni, in cui, come ricorda Dorian Gray su queste pagine, la scoperta di ben tre tunnel scavati fino in territorio israeliano dimostra come gli uomini di Hezbollah non solo mantengano una presenza attiva nella fascia tra la Linea Blu e il fiume Litani, a loro interdetta e controllata proprio da Unifil, ma siano anche in grado di operare in quelle stesse aree in totale e flagrante violazione della risoluzione Onu 1701. Insomma, Unifil si è fatto scavare questi tunnel sotto naso e piedi, senza nemmeno accorgersene – se ne è accorta l’intelligence israeliana, però. Peggio, i rapporti Onu hanno sempre negato l’esistenza di prove di queste attività illegali di Hezbollah, denunciate da Israele.

Al Ministero della difesa si “imbarazzano” con Hezbollah per le parole del vicepremier, però non si imbarazzano con Israele se Unifil, sotto comando italiano, si fa scavare tunnel sotto i piedi nelle aree dove Hezbollah non dovrebbe nemmeno mettere il naso… Invece di cosa dice Salvini, il ministro Trenta e la Difesa farebbero bene a preoccuparsi delle impunite violazioni da parte di Hezbollah della risoluzione Onu che Unifil dovrebbe far rispettare. Queste sì imbarazzanti.

 

Articolo pubblicato su Atlanticoquotidiano.it

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