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Perché la Russia è uscita dal Trattato Open Skies?

Russia Open Skies

Guerra nei cieli tra Stati Uniti e Russia: Mosca si sfila dal Trattato Open Skies prima dell’incontro a Ginevra tra i presidenti Vladimir Putin e Joe Biden previsto per il 16 giugno

Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato una legge per ritirare ufficialmente la Russia dal Trattato Open Skies, l’accordo che promuove la trasparenza sulle attività militari dei Paesi che lo hanno sottoscritto. Per evitare potenziali conflitti.

CHE COS’È IL TRATTATO OPEN SKIES

Il Trattato Open Skies, in italiano Trattato sui cieli aperti, è stato firmato nel 1992 ed è entrato in vigore dieci anni più tardi con l’obiettivo di ricostruire un rapporto di fiducia tra la Russia e i Paesi occidentali. L’accordo, che permette un certo numero di voli non armati con cui i Paesi membri possono raccogliere informazioni strategiche reciproche, serve quindi a garantire trasparenza sui voli di osservazione di intelligence.

IL PERCHÉ DELLA MOSSA DI PUTIN

La decisione di Putin è stata la conseguenza di quanto già messo in pratica dall’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il quale aveva annunciato il ritiro degli USA dal Trattato a maggio 2020 e completato l’operazione a novembre. Washington aveva infatti accusato Mosca di ripetute violazioni – ovviamente smentite dalla Russia.

Per abbandonare ufficialmente il Trattato servono sei mesi in cui la decisione può essere rivista e la Russia, a metà gennaio 2021, aveva dato il preavviso. Putin non ha voluto nemmeno aspettare l’incontro in programma il 16 giugno a Ginevra con l’attuale presidente degli Stati Uniti Joe Biden, dopo che la sua amministrazione ha annunciato che non tornerà sui propri passi per quanto riguarda un eventuale rientro.

Mosca, che sperava in un cambio di rotta da parte di Biden, fa sapere Reuters, ha dichiarato che la decisione degli USA di ritirarsi dal Trattato ha “sconvolto significativamente l’equilibrio di interessi” tra i membri del patto e ha costretto la Russia a uscire. “Questo ha causato gravi danni all’osservanza del Trattato e al suo significato nella costruzione della fiducia e della trasparenza, (causando) una minaccia alla sicurezza nazionale della Russia”, si legge in una dichiarazione sul sito del Cremlino.

I funzionari russi si sono detti “rammaricati” per la decisione di Washington, definendola un “errore politico” che non creerebbe un’atmosfera favorevole alle discussioni sul controllo delle armi previsto al summit di Ginevra.

“Dal punto di vista politico questa decisione rappresenta la rimozione di un altro dei pilastri del sistema di sicurezza europeo post guerra fredda – ha detto Fabrice Pothier dell’International Institute of Strategic Studies – ma, a essere onesti, dal punto di vista operativo sia gli Stati Uniti che la Russia hanno sufficienti capacità satellitari per monitorare le postazioni militari e i movimenti dell’altro Paese”.

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