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Presidente Iran

Perché l’Iran scende in piazza

Inflazione e svalutazione della moneta: l’Iran si trova a fronteggiare l’ennesima protesta. Questa volta a scendere in piazza sono i commercianti alle prese con fiammate inflazionistiche (oltre il 40%) che rendono impossibile la quotidianità

Gli iraniani tornano in piazza. Stavolta a scatenare le proteste non sono state le violenze della polizia, come nel 2022 in seguito all’uccisione di Mahsa Amini per mano della polizia, aveva innescato le rivolte nel paese. Stavolta è la “fame” ad aver portato a manifestare migliaia di persone per le strade di Teheran.

CRISI ECONOMICA E SVALUTAZIONE DEL RIYAL

La crisi economica e la svalutazione del riyal, la moneta iraniana, ha costretto molti i commercianti a chiudere i propri esercizi commerciali nella capitale. La svalutazione della valuta (il riyal iraniano ha perso il 60% del suo valore dalla guerra di giugno con Israele) causa iperinflazione e forte volatilità dei prezzi, rendendo impossibile lo svolgimento della quotidianità in Iran.

Infatti, proprio in questi giorni la valuta iraniana ha toccato un nuovo minimo storico rispetto al dollaro americano e all’euro per i quali servono, rispettivamente, 1,4 milioni di riyal e 1,7 milioni.

Secondo il Centro Statistico Iraniano, l’inflazione annua delle famiglie in Iran ha raggiunto il 42,2% tra novembre e dicembre, mentre l’inflazione annua ha superato il 52%. Inoltre, secondo i dati recenti della Banca Centrale del Paese, l’economia iraniana ha subito una contrazione compresa tra lo 0,6% e lo 0,8% durante il primo semestre (dal 21 marzo al 21 agosto). La Banca mondiale prevede una contrazione del Pil dell’1,7 per cento nel 2025 e del 2,8 per cento nel 2026.

DOVE SI STANNO SVOLGENDO LE PROTESTE IN IRAN 

Le manifestazioni, nel corso delle quali sono stati scanditi slogan di protesta contro il tasso di cambio e la situazione economica, sinora sono state pacifiche e hanno interessato numerose città iraniane come Mashhad, Qeshm e Teheran con il suo bazar.

IL RUOLO (E IL PESO) DELLE SANZIONI DELL’ONU 

L’economia iraniana, già indebolita da decenni di sanzioni occidentali, è stata ulteriormente colpita dal ripristino, da parte dell’Onu, delle sanzioni revocate dieci anni fa e legate alle “attività di proliferazione nucleare”. Il 29 settembre del 2025 l’Ue ha attuato le sanzioni dell’Onu e ne ha aggiunte di proprie al fine di “invertire la sua allarmante traiettoria nucleare, a riprendere senza ulteriori indugi i suoi impegni politici nel settore della non proliferazione nucleare e a ripristinare tutte le misure di monitoraggio e di verifica connesse al PACG, tra cui quelle stabilite nel relativo protocollo aggiuntivo”.

LE SANZIONI UE

Le sanzioni economiche e finanziarie introdotte dall’Ue riguardano i settori del commercio, della finanza e dei trasporti:

  • il divieto di viaggio nei confronti di persone
  • il congelamento dei beni nei confronti di persone ed entità
  • il divieto di mettere fondi e risorse economiche a disposizione dei soggetti inseriti in elenco
  • il divieto di esportazione di armi verso l’Iran
  • il divieto di esportazione di beni a duplice uso e di beni che potrebbero essere utilizzati in attività legate all’arricchimento nucleare
  • il divieto di importazione di petrolio greggio, di gas naturale e di prodotti petrolchimici e petroliferi
  • il divieto di vendita o fornitura di attrezzature essenziali utilizzate nel settore energetico
  • il divieto di vendita o fornitura di oro, di altri metalli preziosi e diamanti
  • il divieto di vendita o fornitura di talune attrezzature navali
  • il divieto di vendita o fornitura di determinati software
  • Le sanzioni nel settore finanziario comprendono:
  • il congelamento dei beni della Banca centrale dell’Iran e delle più importanti banche commerciali iraniane
  • l’istituzione di meccanismi di notifica e autorizzazione per il trasferimento di fondi superiori a determinati importi verso istituti finanziari iraniani
  • il divieto di accesso dei voli cargo iraniani agli aeroporti dell’UE
  • il divieto di prestazione di servizi di manutenzione ad aeromobili e navi cargo iraniani che trasportano materiali o beni vietati

L’INTERVENTO DEL PRESIDENTE PEZESHKIAN SULLE PROTESTE IN IRAN 

Il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha lanciato un appello alle forze governative per andare incontro alle rimostranze dei manifestanti. “Ho chiesto al ministro dell’Interno di ascoltare le legittime richieste dei manifestanti, avviando un dialogo con i loro rappresentanti, affinché il governo possa fare tutto il possibile per risolvere i problemi e agire in modo responsabile”, ha affermato Pezeshkian. “Il sostentamento della popolazione è la mia preoccupazione quotidiana. Abbiamo in programma misure fondamentali per riformare il sistema monetario e bancario e preservare il potere d’acquisto della popolazione” ha aggiunto il Presidente in un post su X.

CADE LA TESTA DI MOHAMMAD REZA FARZIN

Intanto è caduta, non letteralmente, la prima testa. Il governatore della Banca centrale iraniana, Mohammad Reza Farzin, si è dimesso a causa delle proteste. Era a capo della banca centrale dal dicembre 2022. A sostituirlo Abdolnasser Hemmati, già governatore e ministro dell’Economia.

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