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Perché Roma dice no al candidato ambasciatore israeliano

Ambasciatore Israeliano

Chi è Benny Kashriel, ambasciatore israeliano in pectore a Roma che rischia di creare attriti con il governo di Netanyahu

Caso diplomatico in vista tra Italia e Israele? Non c’entra il sostegno pieno e convinto del governo Meloni al “diritto di Israele a esistere e a difendere i propri cittadini e i propri confini, in linea con il diritto internazionale”. Al centro della potenziale querelle c’è la scelta di Gerusalemme del suo prossimo ambasciatore a Roma. Si tratta di Benny Kashriel, sindaco di lunga data di Maaleh Adumin ovvero il maggior insediamento israeliano in Cisgiordania. Su questo nome il governo Meloni avrebbe mostrato perplessità e “disagio” e, come riferito dalla stampa, non avrebbe ancora dato il proprio consenso.

A rivelare per primo la notizia è stato il sito Ynet, poi rilanciata e approfondita dal Times of Israel che attribuisce questo “disagio” proprio agli stretti legami di Kashriel con il movimento degli abitanti degli insediamenti ebraici, e considerato il paladino dei coloni. “Un disagio confermato da fonti diplomatiche a Tel Aviv” scrive Repubblica.

PERPLESSITA’ NELLA COMUNITA’ EBRAICA ITALIANA PER IL NUOVO AMBASCIATORE ISREALIANO

Kashriel, oltre ad essere sindaco di Maaleh Adumin, ha guidato lo Yesha Council, la principale organizzazione ebraica nei Territori occupati, dal 1999 al 2001. L’Italia avrebbe inviato al governo Netanyahu “messaggi informali” per esprimere preoccupazione. “La notizia della nomina, annunciata a luglio dal ministro degli Esteri Eli Cohen, aveva – prosegue Repubblica – già provocato perplessità nella comunità ebraica italiana. Fonti della comunità fanno sapere che Roma non vorrebbe arrivare a dover rifiutare l’accreditamento e auspicano «che in un momento così delicato Israele possa mantenere rapporti sereni e distesi con l’Italia»”.

LE PREOCCUPAZIONI DI ROMA PER I RAPPORTI CON L’UE

Secondo quanto riportato dai media locali, la posizione italiana “potrebbe essere stata influenzata dall’ampio consenso nell’Unione Europea riguardo agli insediamenti, che sono tutti illegali secondo il diritto internazionale”. E’ lo stesso Times of Israel, che oggi torna sul tema, a sottolineare che – come quanto riferito dal sito Ynet – il Ministero degli Esteri israeliano avrebbe chiesto al presidente Herzog “di intervenire con discrezione sulla questione, dopo che Roma ha espresso preoccupazione che la nomina possa minare le relazioni del Paese con l’Unione Europea”.

Giulia Pompili sul Foglio cita una fonte anonima informata della procedura, secondo cui “il governo italiano è preoccupato anche della fase due della guerra, quella in cui Israele dovrà ricostruire rapporti solidi con uno dei suoi migliori alleati, ma anche con la società civile italiana”. E questo ruolo, che per definizione è in capo al nuovo ambasciatore, è difficile vederlo in una figura come quella di Kashriel, considerato uno poco avvezzo alla diplomazia”.

LA NOMINA DELL’AMBASCIATORE ISRAELIANO POTREBBE COMPLICARSI PER L’USCITA DI SCENA DEL MINISTRO DEGLI ESTERI

Inoltre viene spiegato che anche se Kashriel inizierà il suo mandato solo in estate, “il problema non è semplice” ha detto una fonte anonima del ministero degli Esteri citata da Ynet. Sempre il Times of Israel aggiunge che a complicare le cosepotrebbe essere l’imminente partenza di Cohen dalla carica di ministro degli Esteri. Secondo gli accordi di  coalizione, Israel Katz, attualmente ministro dell’Energia, sostituirà Cohen alla fine mese”. Il Ministero degli Esteri ha detto a Ynet “di non aver ancora presentato una richiesta ufficiale a Roma per l’approvazione di un nuovo ambasciatore, ma di farlo all’inizio del 2024”.

LE PAROLE DEL MINISTRO TAJANI SUL CONFLITTO TRA ISRAELE E HAMAS

Solo il mese scorso, il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani aveva affermato che Israele “ha bisogno di rivedere la percezione internazionale del suo attacco a Hamas e il metodo per raggiungere i suoi obiettivi”. Ha invitato Tel Aviv a “rispettare il diritto internazionale e trattare seriamente” con i civili. “C’è un gran numero di estremisti in Israele, soprattutto in Cisgiordania”, aveva detto Tajani al Financial Times. Lui ha sottolineato che occorre dare tempo per lavorare per raggiungere una soluzione politica a lungo termine al conflitto che dura da decenni.

C’è comunque un precedente: nel 2015, il Brasile ha rifiutato di approvare la nomina dell’ex capo del Consiglio Yesha Dani Dayan ad ambasciatore, ed è stato invece nominato console generale a New York.

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